lunedì 30 ottobre 2017

Nel 5° anniversario della morte/ennesimo assassinio dell'Ilva di Claudio Marsella vogliamo soprattutto ricordare la lotta che ci fu


Per più di 10 giorni davanti alla portineria A dell'Ilva dell’Ilva, i
compagni di lavoro di Claudio Marsella, morto a 29 anni il 30 ottobre del 2012, piazzarono una tenda, e fecero un lungo sciopero. Quella tenda divenne un luogo in cui via via si univano gli operai anche di altri reparti, familiari di altri operai uccisi dalla logica del profitto di Riva, donne e abitanti del quartiere Tamburi.
Fu uno sciopero e una mobilitazione sfida davanti alla fabbrica, per dire NO alle condizioni in cui gli operai sono costretti a lavorare. NO all’accordo del novembre del 2010, siglato da azienda e sindacati metalmeccanici, che prevedeva la riduzione del personale.
Claudio Marsella non avrebbe dovuto svolgere da solo quella mansione. Nessuno era con lui durante l incidente. Per circa mezz'ora Claudio rimase a terra, senza soccorsi.

Il 10 novembre, vi fu una bella manifestazione nelle strade centrali di Taranto.
 
Riportiamo stralci dall'intervento dello Slai cobas in quella manifestazione - tratto dal libro "Ilva la tempesta perfetta".
"...La morte di Claudio è piena responsabilità dell'azienda, dei capi. Riva è assassino! E nella stessa maniera dobbiamo chiamare i sindacati confederali firmatari contro la volontà degli operai Mof di un accordo che ha lasciato solo Claudio. Respingiamo ogni odioso tentativo di scaricare sugli operai gli assassinii all'Ilva.
La morte in fabbrica dimostra che gli operai sono le prime vittime di padron Riva e dei
profitti del capitale; morte che uccide gli operai anche fuori dal lavoro, e invade la città con l'inquinamento.
Ma la lotta degli operai del Mof autorganizzata e ad oltranza dimostra che sono e possono essere i lavoratori in fabbrica la prima linea contro padron Riva e sindacalismo confederale complice... Occorre costruire l'unità tra operai e popolazione per la salute e il lavoro, e questa manifestazione vuole essere un'iniziale esempio...

La lotta degli operai del Mof, organizzata dal Usb, con lo sciopero ad oltranza e il presidio, e sostenuta dagli operai dello Slai cobas Ilva e da altri operai iscritti pure ai sindacati confederali, è una lotta per affermare il diritto di sciopero come proprietà dei lavoratori e non dei sindacati confederali e la libertà di organizzarsi nei sindacati di base e di classe, all'Ilva come in tutti i posti di lavoro, in piena libertà contro pressioni, ricatti, terrorismo psicologico, persecuzioni.
La manifestazione di oggi è importante perchè aiuta a rendere nazionale la lotta degli operai del Mof e la battaglia in corso all'Ilva, per il primato della vita sul profitto dei padroni. Il coraggioso sciopero ad oltranza degli operai Mof deve servire ad esempio per estendere la vertenza per la sicurezza in tutti i reparti dell'Ilva, e a costruire le condizioni per un vero sciopero generale in tutta l'Ilva, autorganizzato da tutti con la partecipazione di tutti, per fermare la produzione nello stabilimento e imporre le richieste operaie su sicurezza, messa a norma..."

Nessun commento:

Posta un commento