Il timore che col passare deigiorni e dei mesi tutti si
dimenticassero della loro vicenda... si sta materializzando.
È da quattro mesi che sono senza lavoro e, oramai, anche i comunicati
stampa dei consiglieri che denunciavano la loro situazione si sono esauriti,
così come è esaurita la loro fiducia nelleistituzioni e, soprattutto, nella
politica che avrebbe dovuto far la propria parte.
Nulla è ancora avvenuto per sanare la scandalosa vicenda dei 111
impiegati Arif rimasti disoccupati dal 30 giugno 2017.
Selezionati con bando pubblico del Dipartimento della Protezione
Civile nel 1997, hanno servito la regione Puglia come Lavoratori Socialmente
Utili sino al 2001, poi affidati alla S.M.A. SpA fino al 2011, poi assunti a
tempo determinato (con chiamata diretta) nell’ARIF con l’impegno formale alla
stabilizzazione definitiva della regione Puglia (sancito con intesa firmata da
ben 3 assessori il 20 maggio 2011).
Nell’ARIF non sono stati sufficienti ben altri 6 anni ininterrotti di
lavoro e 14 proroghe per concepire un programma che li portasse alla
stabilizzazione definitiva e lavorare a tempo indeterminato.
Anziché la stabilizzazione, all’ennesima scadenza di contratto, il
30 giugno scorso, sono stati addirittura mandati a casa!
In questi ultimi 6 anni, l’ARIF li ha ritenuti personale necessario a
garantire l’effettiva attuazione dei compiti e lo svolgimento delle attività
istituzionali come recitano tutti gli atti deliberati a loro favore: “il
personale operaio ed impiegatizio, qualificato, riveniente dalla platea dei
dipendenti ex – SMA ha permesso di garantire la realizzazione delle attività di
manutenzione e salvaguardia del patrimonio boschivo regionale, di difesa del
suolo, della gestione del patrimonio forestale, dell’attività vivaistico -
forestale, oltreché, la realizzazione di quanto previsto dalle attività connesse
al PSR Puglia 2007/2013”.
Persino la Sala Operativa della Protezione Civile è rimasta priva
dipersonale Arif a gestire una stagione estiva terribile sotto il profilo degli
incendi boschivi.
Se per i 162 operai è stato già riconosciuto il diritto a riprendere
a lavorare con contratto a tempo indeterminato, i 111 impiegati sono entrati in
un girone infernale dantesco. Il 31 luglio scorso il consiglio regionale ha
approvato un emendamento ed una variazione di bilancio di ben 5 milioni per
l’Arif, reputandola la “manovra legislativa” finalizzata alla stabilizzazione di
questi lavoratori.
In realtà si è trattato dell’ennesimo bluff, poiché sia il corposo
stanziamento finanziario, sia il nuovo comma che disciplina i contratti di
lavoro con la normativa privatistica anche per gli impiegati, l’Arif non gli
riconosce il diritto del superamento dei 36 mesi e la conversione del rapporto
di lavoro a tempo indeterminato.
Li hanno costretti a ricorrere legalmente scatenando, perciò,
tensioni fratricide e la solita guerra tra poveri con i sindacati fermi a
guardare, anzi a giustificare il ricorso legale quale unica soluzione alla
vertenza.
Nonostante le ripetute sollecitazioni sia dei lavoratori, ed anche di
una buona parte di consiglieri regionali, la politica non ha prodotto nulla di
concreto, trascinando, pertanto, questi lavoratori in un lunghissimo,
estenuante, dispendioso e dall’esito incerto, ricorso alla magistratura.
Basta illusioni, la politica DEVE FARE QUALCOSA.
Ci vogliono atti concreti della regione con programmi precisi per
dare risposte definitive a 111 famiglie che aspettano da tanto…troppo tempo.
Bari, 31 ottobre 2017
A nome del comitato
auto-organizzato
dei lavoratori ex-Lsu, ex-Sma, ex-ARIF
Giuseppe Carone
dei lavoratori ex-Lsu, ex-Sma, ex-ARIF
Giuseppe Carone
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