Ventuno indagati anche per disastro ambientale. Tra loro, molto componenti della famiglia Riva. La Procura di Taranto ha aperto un nuovo fascicolo sull’Ilva: sotto inchiesta i 5 milioni di metri quadrati di rifiuti sversati, secondo l’accusa, dall’acciaieria nella gravina di Leucaspide, nel territorio di Statte, in provincia di Taranto. Zona di notevole pregio paesaggistico e per questo sottoposta a tutela.
L’inchiesta è partita dagli esposti presentati da Vito De Filippis, titolare di una masseria adiacente alla gravina. Secondo le indagini condotte dal pm Mariano Buccoliero, dal 1995 a oggi l’Ilva ha accumulato nell’area montagne di scarti, contenenti anche berillio, pcb e arsenico. Si sono create così vere e proprie discariche a cielo aperto, alte fino a 30 metri, composte da rifiuti pericolosi e non pericolosi di origine industriale, giunte fino al confine dell’azienda agricola di proprietà della famiglia De Filippis. Parte del materiale risaliva all’epoca della vecchia Italsider e non era mai stato bonificato dai Riva, storici proprietari dello stabilimento siderurgico. Secondo l’accusa, da 22 anni a questa parte i Riva hanno occultato il reale stato dei luoghi.“Si tratta di discariche prive di precauzioni – si contesta nel capo d’imputazione – con spandimento di polveri pericolose per la salute, frane delle collinette e dispersione di percolato (il liquido che si forma nelle discariche, ndr) nella falda”. Proprio a causa delle ripetute frane dei cumuli di rifiuti, finiti in fondo al vallone, “è cambiata la morfologia della zona, sino a deviare il corso d’acqua esistente”, sostiene l’accusa. In questo modo gli scarti hanno riempito la gravina, provocando danni all’ambiente circostante e all’acqua in falda.
I reati ipotizzati dalla Procura di Taranto sono disastro ambientale doloso, distruzione e deturpamento di risorse naturali, danneggiamento, getto pericoloso di cose e mancata bonifica dei siti inquinanti. Sono indagati ex rappresentanti del cda di Ilva spa e Riva Fire spa e membri del consiglio di famiglia RivaFabio ArturoClaudioNicolaDanieleCesare FedericoAngelo MassimoAdriano ed Emilio Massimo RivaLaura Bottinelli e Giorgio Silva. Iscritti sul registro degli indagati anche gli ex direttori del sito di Taranto Salvatore EttoreLuigi CapogrossoSalvatore De FeliceAdolfo BuffoAntonio LupoliRuggero Cola, l’attuale direttore Antonio Bufalini e i dirigenti di stabilimento Renzo TommassiniAntonio GallicchioDomenico Giliberti e Alessandro Labile