Mentre prosegue l'azione di denuncia e organizzazione delle lavoratrici Slai cobas/Mfpr per la bracciante di Bernalda morta di fatica sempre nei campi del Ginosino
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Botte, intimidazioni e paghe da fame: blitz dei carabinieri contro i caporali, due in manette
L’attività investigativa è cominciata dopo una denuncia formalizzata
da alcuni rappresentanti sindacali, in nome e per conto di cinque
lavoratori rumeni, all’inizio di febbraio 2017 che consentì di accertare
l’esistenza di un sistema consolidato di sfruttamento di almeno 35
lavoratori i quali, una volta reclutati, venivano occupati “in nero” in condizioni disumane e in violazione dei contratti collettivi di lavoro nazionali e provinciali.
Oggi si viene a conoscenza, oltre che dello stato di precarietà delle
condizioni igieniche e abitative “assai degradanti”, scrivono i
carabinieri in un comunicato e “in piena difformità ai contratti
collettivi nazionale e provinciale, estorcendo la prestazione
lavorativa, con la minaccia di violenza fisica e di interruzione del
rapporto di lavoro”.Particolarmente “rigidi” vengono descritti i metodi di reclutamento di P. M. A. il cittadino di nazionalità rumena. Licenziamento immediato per rendimento non adeguato, estorsione della paga (4 euro all’ora per 17 ore di lavoro), minacce e violenza fisica, così come è successo in almeno due occasioni con altri 3 connazionali. Avrebbe infatti procurato fratture al volto di un lavoratore e lesioni al volto e all’addome di una giovane lavoratrice.
Lo stesso è responsabile anche di furto di energia elettrica mediante allaccio abusivo di un bypass elettrico applicato alla rete pubblica nel casolare dove stipava i lavoratori.
E’ stato inoltre sequestrato preventivamente l’immobile usato come alloggio dei lavoratori, come prevedono le nuove norme anticaporalato, i due mezzi utilizzati per il trasporto degli stessi sul luogo di lavoro, per un valore complessivo di circa 300 mila euro.
Sono stati rintracciati e deferiti i tre soggetti che parteciparono, insieme al 25 arrestato stamattina, alla spedizione punitiva di un giovane che aveva denunciato alla Polizia le condizioni disumane nelle quali viveva.
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