Che dobbiamo dire? L'avevamo detto dall'inizio?
Avevamo detto che gli esuberi sarebbero stati 4000, a Taranto coincidenti con i numeri degli operai già in cassintegrazione;
che quando il governo, ora per bocca di De Vincentis, proclama "Non vi saranno licenziamenti", vuol dire solo che gli operai in esubero rimarranno per massimo due anni in cig, utilizzati dall'Ilva dei commissari (una sorta di bad company) per fare qualche bonifica dell'area, ma poi licenziati eccome;
che prima di fatto tutti gli operai saranno licenziati e poi la nuova proprietà indiana assumerà facendo firmare individualmente contratti peggiorativi (utilizzando la nostra legge del jobs act), azzerando livelli, anzianità, diritti acquisiti;
che non verrà difesa nessuna sicurezza e salute - e il nuovo decreto conferma le bonifiche interne tra ben 6 anni.
Avevamo detto che il 9 ottobre i sindacati andavano a Roma solo per contrattare qualche numero in meno, ma non per respingere gli esuberi.
Chiaramente ora, padroni nuovi, commissari e governo, fanno peggio e subito! Prendono pure a pesci in faccia i sindacati e rendono inutile il Tavolo romano. Ma anche questo non è una sorpresa. Il Tavolo l'avevano rimandato solo per presentare il piatto pronto e definitivo.
Quindi, quello che in tutta questa gravissima situazione, non è accettabile è la "meraviglia", sono le dichiarazioni dei dirigenti di Fim Fiom Uilm.
Questa è ipocrisia!
Oggi se fossero minimamente dignitosi dovrebbero almeno far saltare il finto tavolo romano e organizzare una lotta prolungata.
Da tempo che diciamo che gli operai non potevano stare ad aspettare, che occorre una rivolta, una lotta vera, che blocchi la fabbrica e la città, perchè vengono attaccati peggio delle bestie non solo gli operai ma anche la popolazione di Taranto, con l'offesa, la presa in giro delle bonifiche del "Mai".
Ora, se non si vuole assistere ad una sceneggiata di grandi grida iniziali e di accordi finali, è tempo di farla questa lotta seria.
Ma bisogna cacciare/liberarsi dei falsi sindacati confederali, che sapevano e mai hanno chiesto un "decreto operaio".
Bisogna scendere in lotta, costruire un'assemblea autonoma degli operai, indipendentemente dalle appartenenze sindacali. fare una lotta prolungata fino a respingere il piano di padroni e governo e ottenere che veramente nessun operaio vada a casa, tutti assunti, senza operai di serie A e serie B, riduzione di orario di lavoro a parità di salario, pensionamento a 25 anni; no jobs act; bonifiche subito a partire dalla copertura immediata dei parchi minerali
Lo Slai cobas per il sindacato di classe è pronto a sostenere questa strada.
Nessun commento:
Posta un commento