venerdì 6 dicembre 2019

FORMAZIONE OPERAIA - OGGI CONCLUDIAMO LO STUDIO DI "STATO E RIVOLUZIONE" (scusate il ritardo)

Concludiamo questo studio sintetizzando i punti principali, e discriminanti in particolare verso l'opportunismo, di questo importante testo in cui Lenin riprende l'analisi di Marx ed Engels sullo Stato e la rivoluzione proletaria.
Invitiamo in particolare i lavoratori, le lavoratrici a leggere integralmente il libro "Stato e rivoluzione". 
Questo testo nell'autunno caldo degli operai del 1969 - di cui quest'anno cade il 50° anniversario" - e soprattutto nei primi anni 70, fu uno dei testi principali su cui intere generazioni di avanguardie operaie, di compagni si formarono, maturarono nella comprensione della politica borghese e ne fecero strumento per "illuminare" la lotta immediata in funzione della organizzazione e lotta rivoluzionaria contro l'intero sistema dei padroni e il loro Stato.

 



1. Lo Stato, prodotto dell'antagonismo inconciliabile tra le classi
Gli ideologi borghesi e piccolo borghesi "correggono" Marx in modo tale che lo Stato appare come l'organo della conciliazione delle classi. Per Marx, se la conciliazione delle classi fosse possibile, lo Stato non potrebbe né sorgere né sussistere. Lo Stato è l'organo del dominio di classe, un organo di oppressione di una classe da parte di un'altra; è la creazione di un "ordine" che legalizza e consolida questa oppressione, moderando il conflitto fra le classi (che significa togliere alle classi oppresse gli strumenti e i mezzi di lotta determinati per rovesciare gli oppressori).
Dice Engels “lo Stato non è una forza imposta dal di fuori alla società”, “lo Stato è un prodotto della società a una certa tappa del suo sviluppo. Lo Stato costituisce la confessione che questa società si è irretita in una contraddizione  insanabile con se stessa – che è venuta a trovarsi divisa da antagonismi inconciliabili di cui non può liberarsi".
Ma perché questi antagonismi, queste classi con interessi economici contraddittori, non si divorino l’un l’altro e non divorino in una sterile lotta la società, s’è resa necessaria  una forza, in apparenza al di sopra della società, incaricata di moderare il conflitto, di mantenerlo nei limiti dell’ordine: questa forza, uscita dalla società ma che si pone al di sopra di essa e se ne allontana sempre più, è lo STATO.”
Questo prova che lo Stato è il prodotto e la manifestazione degli antagonismi fra classi, - è prova altresì che gli antagonismi di classe sono inconciliabili.

2. Distaccamenti speciali di uomini armati, prigioni, ecc
In cosa consiste la forza dello Stato? In distaccamenti speciali di uomini armati che dispongono dei mezzi per mantenere oppressa la classe proletaria.
Engels: "Il potere pubblico si rafforza a misura che si aggravano gli antagonismi di classe nell'interno
dello Stato e a misura che gli Stati limitrofi divengono più forti". Dal momento che la società si è scissa  in classi, in tutti gli stati esiste il potere pubblico e comprende: uomini , armi, accessori, materiali, prigioni e istituzioni coercitive. L’esercito permanente e la polizia sono i principali strumenti di forza del potere statale.
La società “civile” è divisa in classi ostili tra loro. La classe dominante si sforza di ampliare il suo potere pubblico e la classe oppressa si organizza per creare una forza dello stesso genere per servire gli sfruttati.

3. Lo Stato, strumento di sfruttamento della classe oppressa
Per mantenere un potere pubblico, sono necessarie delle imposte e un debito pubblico.
Altra questione sono i privilegi di cui godono i funzionari. Scrive  Engels “ i funzionari come organi della società, sono posti al di sopra della società, si fanno leggi speciali sulla propria inviolabilità, e il rispetto di cui si circondano è solo imposto con la forza".
Marx dice che le istituzioni che prevalgono nella macchina  dello Stato sono: la burocrazia e l’esercito permanente. La classe operaia le impara a conoscere a proprie spese. La burocrazia e l’esercito permanente sono dei parassiti  sulla società  borghese.

4) L'illusione delle elezioni
Engels definisce il suffragio universale come uno strumento di dominio della borghesia. Le elezioni inducono il popolo a credere di avere, tramite la propria scelta di un candidato, voce in capitolo. Ma questo è falso. I democratici piccolo borghesi condividono e inculcano nel popolo la falsa concezione che il suffragio universale possa "nello Stato attuale" esprimere realmente la volontà della maggioranza dei lavoratori e ne assicurerebbero l'effettuazione, nascondendo che lo Stato attuale è solo uno strumento di dominio della borghesia, qualunque sia il governo. Anche quando viene eletto un rappresentante tra i lavoratori, questi, irretito nel parlamento borghese e nei suoi privilegi, si stacca a poco a poco dalle masse favorendo la borghesia  e non contro la borghesia, rinunciando alla lotta contro la borghesia.
Il proletariato viene bombardato quotidianamente con falsificazioni che parlano di cambiamenti che, chissà come, dovrebbero arrivare soltanto grazie al voto alle elezioni. Sappiamo bene invece che, solo guardando il nostro paese, dalla Liberazione ad opera dei partigiani ai giorni d'oggi, il voto non è mai servito neppure a migliorare le condizioni di sfruttamento della classe proletaria. 
Engels dice che il suffragio universale è “l’indice della maturità della classe operaia. Non può essere e non sarà mai nulla di più nello stato attuale.”

5. La rivoluzione proletaria e l'"estinzione" dello Stato
Lo Stato borghese può essere rovesciato unicamente per mezzo della rivoluzione proletaria. 
La violenza rivoluzione è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una società nuova; la violenza è lo strumento con cui il movimento sociale si fa strada e spezza le forme politiche morte e fossilizzate. Tutto ciò viene "dimenticato" dagli opportunisti, dai democratici borghesi.
Engels dice: "il proletariato si impadronisce del potere statale e trasforma i mezzi di produzione innanzitutto in proprietà dello Stato. Ma con ciò esso sopprime se stesso come proletariato, sopprime tutte le differenze e tutti gli antagonismi di classe, e in pari tempo anche lo stato in quanto Stato [...] Quando non vi sarà più nessuna classe sociale che debba essere tenuta sottomessa, quando insieme col dominio di classe, la lotta per l'esistenza individuale che ha la sua origine nell'anarchia e della produzione finora esistente, saranno eliminati i conflitti e le violenze che ne derivano, allora non vi sarà più niente da reprimere [...] lo Stato non si abolisce (come rivendicano gli anarchici, che vogliono che venga abolito dall'oggi al domani, ndr), lo Stato si estingue. Al Governo degli uomini si sostituirà l’amministrazione delle cose e la direzione dei processi di produzione". 
L’esperienza della Comune di Parigi 1871 dice che la soppressione dello Stato della borghesia non può che avvenire per opera della rivoluzione proletaria; mentre l’estinzione dello Stato avverrà di conseguenza dopo la rivoluzione socialista. Questo è un'aperta critica da un lato verso gli  opportunisti che vogliono lottare contro lo Stato borghese senza la rivoluzione; dall'altra verso gli anarchici che vogliono l'abolizione anche dello Stato del proletariato, assolutamente necessario nella fase socialista per consolidare il potere proletario e impedire che la borghesia riprenda il potere. 

6. la Dittatura del proletariato.
Lo Stato, in quanto "forza speciale di repressione" nei confronti del proletariato da parte della borghesia deve essere sostituito da una "forza speciale di repressione" della borghesia da parte del proletariato, ovvero dalla dittatura del proletariato.
Si abbatte la borghesia solo attraverso la trasformazione del proletariato in classe dominante che è capace di spezzare la resistenza inevitabile e disperata della borghesia e di organizzare le masse lavoratrici e sfruttate a un nuovo regime economico socialista, senza la borghesia e contro la borghesia. 
“lo Stato vale a dire il proletariato organizzato come classe dominante”  è la teoria di Marx . Essa è legata alla dottrina sulla funzione rivoluzionaria del proletariato nella storia. Questa funzione culmina nel dominio politico del proletariato o dittatura proletaria.
Lo Stato come macchina che la borghesia ha creato per sé deve essere annientata  e distrutta dal proletariato.
Come scrive Marx: la lotta delle classi conduce necessariamente alla dittatura del proletariato; la dittatura  del proletariato è un passaggio obbligato per la soppressione di tutte le classi per una società senza  classi.

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