mercoledì 18 dicembre 2019

ILVA - CONTINUA LA TRATTATIVA TRA GOVERNO E ARCELORMITTAL PER DARE AI PADRONI CIO' CHE VOGLIONO E TOGLIERE AGLI OPERAI

1) I soldi che ArcelorMittal dovrebbe pagare, ritornano per metà alla stessa AM.
ArcelorMittal subito vuole una riduzione dell'affitto; poi vorrebbe versare 1,4 miliardi degli 1,8 pattuiti nel contratto di acquisto (i 400 milioni in meno si riferiscono a somme già versate per gli affitti e rettifiche previste).
Questi soldi verrebbero versati a Cdp, Banche e fornitori, tutti in prededuzione. Il Cdp (nacora in forse) e le Banche (Intesa Sp, Unicredit e Banco Bpm) li reinvestirebbero in AmInvestco Italy, per circa 600-700 milioni. Il Tesoro acquisterebbe una quota compresa tra il 20 e il 40% di AmInvestco Italy.
ArcelorMittal potrebbe avere una nuova denominazione in una Newco. AM vuole la maggioranza almeno del 51%, mentre Cdp e Banche insieme avrebbero il 49%.

2) Gli operai verrebbero divisi in serie A, serie B e serie C.
I primi sarebbero gli operai che restano in AM, Ma il loro numero sarà molto ridotto. Il governo dice che gli esuberi non saranno 4700 - come vuole Mittal - ma sicuramente non meno di 1000-1500.
I secondi, che sarebbero parte del personale di AM in esubero, dovrebbe andare nella Newco da costituire per la produzione del preridotto che servirà per alimentare due forni elettrici. Questa nuova società potrebbe essere mista con la partecipazione di altri produttori di acciaio. L’investimento pubblico sarebbe di circa 900 milioni, coinvolgendo anche alcune partecipate pubbliche, come Snam e puntando a fondi nazionali, del Mise, ed europei (benchè per questi ultimi prima l’acciaio dovrebbe rientrare tra i settori finanziabili che finora riguardano solo miniere a carbone o centrali elettriche alimentate a carbone).
Per gli ultimi, i circa 1660 rimasti in Ilva AS, è oramai scritto nero su bianco che non rientreranno più in fabbrica. Per loro vi sarebbe un piano di esodi incentivati. Ancora uso di cassintegrazione, prepensionamenti. Il governo prevede un fondo di solidarietà di 50mln destinato alla riqualificazione professionale (gli inutili corsi di formazione già sperimentati) e al reinserimento occupazionale.
Per questo reinserimento, molto generico, si prevede inoltre un regalo alle Ditte che volessero assumerli: sgravio fiscale al 100% ed esonero contributivo per tre anni sempre al 100%, per questo vi sarebbe un fondo di 15 milioni nel 2020 e di 25 milioni nel 2021. 
Ma anche un bonus per chi dovesse accattare un nuovo lavoro a oltre 150 Km dalla loro residenza, con l'aggiunta, per un anno, di un contributo mensile di circa 700 euro.
Della serie: operai in vendita al peggior offerente.

3) Il piano industriale
Per ArcelorMittal il protocollo di intesa dovrebbe essere subordinato a tre condizioni: l’accordo sindacale, lo scudo penale e la condivisione del piano industriale.
Il piano del governo prevede per il 2023 il raggiungimento di 8 milioni di tonnellate di acciaio all’anno attraverso il rifacimento dell’Altoforno 5 (che da solo produrrebbe 4 milioni di tonnellate), affiancato dall’Altoforno 4 (produzione 2 milioni) e con la realizzazione di due forni elettrici (produzione 2 milioni).

Nessuno parla del piano ambientale! 
Se non Mittal ma per dire che la chiusura dell'Altoforno 2 rende "impossibile attuare il piano ambientale"

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