IN QUESTO ARTICOLO USCITO PIU' DI UN MESE FA GIA' INDICAVAMO I TERMINI E GLI EFFETTI DELLA TRATTATIVA IN CAMPO TRA GOVERNO E PADRONE CHE SI SONO CONFERMATI IN PIENO NEL PRE-ACCORDO DI QUESTI GIORNI.
"...la sostanza di questa trattativa è costruire una condizione ancor più favorevole per ArcelorMittal e una penalizzazione ancora più pesante, in termini di lavoro, condizioni di lavoro, salute e sicurezza, per gli operai; insieme, chiaramente alla delusione di ambientalisti e settori popolari che si battono per la chiusura della fabbrica...
la sostanza è: sì alla pretestuosa immunità penale per ArcelorMittal, sì al blocco delle inchieste giudiziarie che possono produrre il fermo degli impianti, a partire dall'Afo2, sì alla riduzione dell'importo dell'affitto, sì all'intervento finanziario dello Stato per alleviare ai padroni le spese di ambientalizzazione e per sostenerli nella crisi mondiale dell'acciaio in corso.
Ma soprattutto, sì ad un nuovo piano di massiccia riduzione dei lavoratori che corrisponda al taglio effettivo della produzione che Mittal intende fare per fronteggiare la crisi di sovrapproduzione dell'acciaio - non saranno 5mila, ma probabilmente la metà, che si aggiungono ai 2600 già buttati fuori che non torneranno mai più in fabbrica; sì alla logica del taglio del 40% degli operai dell'appalto. E' inutile dire che fermo restando gli attuali impianti, questo significa meno lavoratori per più lavoro, più flessibilità e meno diritti, e in questi impianti attuali, e per tutto il periodo di un eventuale ambientalizzazione, pericolosi, tutto questo vuol dire un ulteriore attacco alla sicurezza e alla salute dei lavoratori.
All'arcipelago che è all'esterno della fabbrica e che preme su di essa, il governo risponde con soldi e investimenti in altri settori, offerti in cambio degli esuberi e del "fumo" su ambientalizzazione e bonifiche, ma che producono vantaggi, aiuti e profitti futuri solo per i padroni e padroncini locali, come anche per tutta la genia di aspiranti tecnici, progettisti di matrice industrialista o ambientalista che siano che potranno mangiare alla greppia del lavoro finto e di pura immagine, su cui in città si parla tanto. Mentre per i lavoratori questi ancora generici e parziali piani fanno da alibi ad una cassintegrazione massiccia, a sedicenti piani di formazione e qualificazione che o non producono nessun posto di lavoro o se lo producono portano al fatto che operai ArcelorMittal verrebbero utilizzati per togliere lavori alle migliaia di lavoratori precari, in nero, disoccupati che da sempre chiedono e hanno diritto al lavoro vero, un lavoro industriale o nei settori di potenziale sviluppo della città..."
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