sabato 28 dicembre 2019

Ieri in tutte le città presidi sotto la prefettura - Anche a Taranto, si chiede l'abrogazione dell'infame decreto sicurezza e la riapertura degli Sprar


Ieri mattina, presidio sotto la prefettura anche a Taranto. Una rappresentanza dello Slai cobas per il sindacato di classe vi ha partecipato.  La presenza più significativa è stata quella di decine di migranti che rischiano loro o i loro fratelli di essere cacciati a causa del decreto Salvini, mai cancellato e che continua a produrre i suoi nefasti effetti, prima amplificati dalla propaganda razzista del Ministro degli Interni e ora nel silenzio, ma sempre gravissimi per i migranti e la loro vita. 
Questo è dimostrato anche dall'aumento dei numeri di rimpatri che stanno avvenendo, prima accompagnati dalle grida di vittoria di Salvini, ora dal silenzio della Lamorgese, che ha sì riaperto (con "cautela") i porti agli arrivi dei migranti - mentre comunque i morti/stragi in mare continuano, e i mancati o ritardi nei salvataggi avvengono come prima - ma ha spalancato contemporaneamente porti e aeroporti per cacciare realmente i migranti, facendoli tornare negli orrendi lager libici, delle torture, degli stupri, delle morti. Di fatto, è cambiata la "propaganda" ma la politica e azione antimmigrati, razzista imperialista resta. Come restano e sono aumentati i viaggi in Libia, ora di Di Maio, che non fanno altro che rafforzare e dare sostegno e soldi ai carcerieri/torturatori di migliaia di uomini, donne, bambini.   
Per questo è giusto che la lotta per l'abolizione dei decreti sicurezza continui, si estenda, a livello nazionale e locale, si coordini, ritrovi anche le forme di lotta più adatte all'unità e mobilitazione diretta dei migranti, a partire dal sostegno ad ogni protesta, scioperi, manifestazione dei migranti, dai centri alle campagne, alle città, dovunque avvengano.
Ieri una delegazione ha avuto un incontro con rappresentanti della Prefettura. La delegazione degli enti gestori degli sprar/siproimi ha denunciato che se non si adotteranno provvedimenti urgenti circa 1500 persone, fra cui anche nuclei familiari con minori, rischiano di andare per strada. Per cui - ha concluso - l'unica soluzione è l'abolizione del decreto sicurezza.

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