"Il nuovo piano industriale - si scrive - comporterà alcuni impianti di produzione di tecnologia verde (per cui èprevista la nascita di una newco) e potrà richiedere che il piano ambientale venga modificato...".
Questo, però, a condizione che siano individuate delle condizioni sospensive:
"revoca del sequestro penale sullo stabilimento di Taranto, ol'emanazione da parte del parlamento di una disposizione di legge volta a consentire ad ArcelorMittal Italia di mantenere la piena proprietà e il diritto di gestire lo stabilimento di Taranto anche in caso di confisca o sequestro"
Ma questo è permettere a Mittal di fare e disfare senza limiti, e di continuare l'attività produttiva anche in condizioni di pericolo e di sequestro impianti da parte della Magistratura.
Sui soldi che AM deve pagare per l'acquisto l'accordo "prevede che il pagamento del corrispettivo concorcato sia subordinato ad un impegno a sottoscrivere e pagare in contanti da parte di tutti o di alcuni creditori investitori (governo, Cdp, Banche) nuove azioni emesse da Ami; un impegno di un ente pubblico ad investire nel capitale azionariato di Ami", che deve rimanere "l'azionista di maggioranza assoluto".
I soldi, quindi, usciti dalla porta rientrano in ArcelorMittal dalla finestra. E' come se Mittal non pagasse quasi nulla, o almeno meno della metà dei 1,8 miliardi all'inizio previsti.
Infine sugli esuberi, che è bene chiamare "licenziati", il governo comincia a dare le stime, ora si parla che riguarderanno 2.754 lavoratori! (da Sole 24 ore)
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