giovedì 5 dicembre 2019

Bonifica al cimitero: il contenzioso tra i partecipanti alla gara ha generato l’empasse

I lavoratori del cimitero pronti a scendere in campo - conferenza stampa 10 dicembre 

Bonifica al cimitero: il contenzioso tra i partecipanti alla gara ha generato l’empasse
La nota della struttura commissariale sulla vicenda sfociata nelle aule della giustizia amministrativa
La struttura commissariale per le bonifiche dell’area di Taranto, guidata da Vera Corbelli, chiarisce il perchè si è generata una fase di stallo nelle operazioni di bonifica del cimitero di San Brunone. E spiega lo stato dell’arte.

La nota

Nel novembre dello scorso anno fu pubblicata la gara sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana per il bando di gara per la bonifica delle aree non pavimentate del cimitero San Brunone, a Taranto. Il termine per la presentazione dell’offerta è stato il 4 gennaio dell’anno in corso. I lavori sono stati aggiudicati a maggio di quest’anno dalla stazione appaltante, vale a dire il Commissario Straordinario per la Bonifica di Taranto, (decreto di aggiudicazione n. 156
del 14.05.19). Con tale decreto è stato affidato l’intervento di bonifica delle aree non pavimentate del Cimitero San Brunone all’A.T.I. CO.GE.A. Impresit s.r.l. – Tecnobuilding s.r.l.S&C Costruzioni s.r.l. -Impresa Parisi, Scavi e Costruzioni di Parisi Angelo. Con il decreto veniva contestualmente autorizzata l’esecuzione anticipata del contratto, (ai sensi dell’art. 32, c. 13, del D.lgs. n. 50/16). La società terza in graduatoria per lo stesso bando, la Cisa S.p.a., ha impugnato il decreto di aggiudicazione dei lavori dinanzi al TAR Puglia. Ne è seguita la sospensione immediata dei lavori disposta dalla stazione appaltante lo scorso 21 giugno. Con sentenza n. 1546/2019 il Tar Puglia – Lecce ha accolto il ricorso di Cisa s.p.a. e, per l’effetto ha annullato l’aggiudicazione in favore dell’A.T.I. CO.GE.A. (decreto Commissario Straordinario n.115 del 15.5.2019). L’A.T.I. CO.GE.A. Impresit s.r.l. con nota del 22 ottobre ha manifestato l’intenzione di proporre appello avverso la suddetta sentenza del Tar Puglia invitando l’amministrazione ad astenersi dall’adottare qualunque provvedimento o determinazione che possa incidere sulla posizione del raggruppamento aggiudicatario. La stazione appaltante ha provveduto ad inoltrare la dovuta segnalazione all’ANAC e per le vie brevi (in data 11.11.2019) è stata consultata l’Avvocatura Distrettuale e Generale evidenziando la imminente scadenza del termine per l’appello. La sentenza ritiene che si applichi il c.d. rito superficiale dell’art. 120, comma 2 bis, c.p.a., sulla base del seguente ragionamento: Invero, la previsione di cui al successivo comma 5 in forza della quale “Le disposizioni di cui al comma 4 si applicano ai processi iniziati dopo la data di entrata in vigore del presente decreto”, deve essere interpretata nel senso di ritenere che si applicano ai processi relativi a provvedimenti di ammissione che siano intervenuti successivamente alla data di entrata in vigore del provvedimento d’urgenza. Il Tar ha, cioè, riscritto la norma dell’art. 1, comma 5, d.l. n. 32/19. Ecco perché si ritiene applicabile al caso di specie tale normativa, sebbene il processo sia indiscutibilmente iniziato dopo l’entrata in vigore dello ‘sblocca cantieri’. Se così è, quindi, l’appello sarebbe dovuto scadere lo scorso 11 novembre 2019 (il termine per l’appello, ai sensi dell’art. 120, comma 6 bis, c.p.a., è infatti di 30 giorni. Tale termine è scaduto il 9/11/19, che trattandosi di giornata festiva, sabato, slitta al lunedì successivo – v. art. 52, comma 5, c.p.a.). Con nota del 14 novembre del 2019, acquisita al protocollo commissariale nella stessa giornata, l’Avvocatura Generale ha comunicato di aver proposto appello avverso la richiamata sentenza del Tar Lecce. In data 20 novembre il Commissario Straordinario ha chiesto all’Avvocatura Distrettuale la trasmissione di copia del ricorso, dalla stessa proposto, nonché dell’eventuale ulteriore ricorso proposto dalla parte interessata. Risulta pendente un appello assegnato alla V sezione del Consiglio di Stato, reg. gen. n. 9362/2019 del 14/11/2019. La Stazione Appaltante ha evidenziato all’Avvocatura Generale di valutare l’opportunità di richiedere nell’eventuale Camera di Consiglio, che sarà fissata per la trattazione dell’istanza cautelare, l’adozione di una sentenza in forma semplificata ai sensi dell’art. 60 codice di procedura amministrativa. L’intervento del valore complessivo pari a 13.693.169,78 euro prevede la rimozione del terreno e successivo rinterro con materiale proveniente da cave e sistemazione delle fosse mediante lastre per i campi di inumazione n. 9, 15, 20, 29 e in parte il campo 36 destinato alle salme di età inferiore ai 10 anni; rimozione del terreno e successiva sistemazione previa realizzazione di capping e stesa di un tappeto verde nei campi di inumazione n. 19, 28, 36; rimozione del terreno e successiva sistemazione mediante intervento di capping per alcune aree adibite ad aiuole; realizzazione di un sistema di smaltimento delle acque meteoriche in sostituzione di quello attualmente esistente nella zona a servizio dei campi di inumazione oggetto di bonifica. La zona oggetto di intervento comprende tutta l’area del cimitero urbano San Brunone, ha una estensione complessiva di ca. 181.000 mq e presenta aree non pavimentate (aiuole e campi di inumazione), aree pavimentate (viali) e aree edificate (gallerie e ossari comunali, cappelle sociali). Le analisi sui terreni hanno evidenziato un inquinamento profondo. Le attività di inumazione hanno difatti provocato una continua rimozione del terreno portando lo strato superficiale inquinato anche molto più basso, sino a due metri. Il Commissariato Straordinario, guidato da Vera Corbelli, ha operato analizzando i terreni in profondità, ha ridotto i campi di inumazione da 7 a 5 e ha realizzato il rifacimento della rete di drenaggio delle acque che terminano la loro corsa nel canale di San Brunone, da anni interrato. In poco più di due anni si è riusciti a completare tutte le indagini ed i rilievi necessari alla costruzione di un accurato quadro conoscitivo, a scegliere la migliore soluzione progettuale, a sviluppare tutte e tre le fasi di progettazione (fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva), ad acquisire tutti i pareri, a concludere le operazioni di verifica e validazione e ad avviare le operazioni per l’affidamento dei lavori. L’intervento di bonifica del cimitero consentirà il prosieguo della pratica dell’inumazione garantendo la sicurezza per i lavoratori ed i visitatori del cimitero; particolare importanza riveste anche l’efficientemento del sistema fognario del cimitero oramai poco funzionante. Si tratta, quindi, di un’azione organica che ha sia l’obiettivo di bonificare le aree inquinate, sia la realizzazione di tutti quegli interventi necessari a ridare alla città di Taranto un adeguato cimitero monumentale.

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