Ora anche la Uilm all'Ilva parla di "riconoscere la fatica dell'industria" - Lo Slai cobas sc da tempo dice che all'Ilva "25 anni bastano"
In un recente volantino distribuito all'Ilva la Uilm pone il problema dell'allungamento dell'età pensionabile per i lavoratori soggetti ad attività usuranti, come quella che si svolge all'Ilva, e quindi chiede, avviando anche una raccolta di firme, al presidente della Repubblica e al Governo di "riflettere sulla necessità di riconoscere, a chi ha svolto determinate attività lavorative, il giusto trattamento, proprio in ragione della fatica di una vita... perchè sia ripristinato almeno il regime pensionistico precedente alla riforma Monti...".
Dopo che dall'inizio della vicenda Ilva lo slai cobas si batte per un DECRETO OPERAIO che tra le altre cose stabilisca che:
"in
una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare
per tanti anni ma che 25 anni bastano, con estensione, quindi, a tutti
dei benefici pensionistici"
Ci fa piacere che ora anche la Uilm lo dica.
Ma:
1) la Uilm, che ha appoggiato tutti i decreti a favore dell'Ilva compreso l'ultimo di Renzi, non chiede un decreto a favore degli operai che contenga il prepensionamento, ma si limita alle petizioni al presidente della repubblica e al governo;
2) la Uilm non dice che nel vecchio contratto dei siderurgici la possibilità di andare in pensione a 25 anni c'era, e sono stati i sindacati confederali a cancellare i diritti che erano in questo CCNL;
3) all'Ilva non si tratta solo andare prima in pensione perchè comunque una fabbrica siderurgica logora prima, a questo c'è da aggiungere l'attacco alla salute e alla vita per l'inquinamento, la mancanza di sicurezza in Ilva; quindi il governo non può parlare di tutela della salute e non salvaguardare subito gli operai Ilva mandandoli in pensione prima;
4) non basta affatto il "ripristino del regime pensionistico precedente il governo Monti", occorre battersi chiaramente perchè a 25 anni gli operai dell'Ilva vadano in pensione.
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