(dal blog proletari comunisti) - Landini e la Fiom hanno
promosso una manifestazione nazionale a Roma per rilanciare la lotta
contro il jobs act e le politiche sociali del governo Renzi e per
lanciare la proposta politica sindacale o sindacale politica di
coalizione sociale “Unions”, volta a costruire un'alternativa a
queste stesse politiche.
Presentata così, avremmo
e dovremmo subito aderire, invitare a partecipare, cercare di
indirizzare la manifestazione verso una maggiore radicalità di
obiettivi e di prospettive. E', come si dice è una cosa banale... ma a volte bisogna parlare della 'banalità del male'
Il sistema imperialista
attraversa una crisi economica che viene scaricata sugli operai e le
masse popolari in tutto il mondo, in Europa le potenze imperialiste
più forti, in primis la Germania, impongono i loro interessi su
quelli più deboli attraverso strumenti, quali la Bce, ecc. In Italia
i governi diventano sempre più espressione pura dei padroni e
trasformano regole e Stati in senso dittatoriale e moderno fascista
per imporre gli interessi del capitale.
Da qui discendono le
politiche quotidiane del governo che si traducono in tutto quello che
Landini denuncia, soprattutto dagli schermi televisivi.
Pensare, quindi, di
contrastare queste politica, questi interessi e questo sistema con al
linea e l'azione perseguita da Landini è una pura illusione.
Landini dovrebbe dire che
senza rovesciare questo governo e ogni dei padroni non è possibile
realizzare nessuno degli obiettivi e dei propositi che egli propone.
Ma Landini così non
sarebbe Landini, il segretario della Fiom che in ogni fabbrica ha
firmato in questi anni accordi con i padroni che hanno avuto il segno
dei tempi; non sarebbe parte integrante della Cgil che è stato un
puntello decisivo non solo della concertazione ma della
collaborazione di classe che ha portato i lavoratori a perdere giorno
per giorno, oltre che salari, posti di lavoro, quei diritti che
Landini oggi rivendica; per non dire quella che la Fiom ha fatto
politicamente che è ancor più grave di ciò che ha fatto a livello
sindacale, essere base elettorale e di sostegno di quei partiti di
falsa sinistra che oggi hanno partorito il mostro Renzi, verso cui
ora ci si scaglia. La stessa proposta di coalizione sociale ripete
con parole nuove operazioni elettorali vecchie che da anni si
ripropongono con lo stesso risultato fallimentare per le masse, un
po' meno per gli esponenti del ceto politico che sostiene Landini,
che continuamente si ricicla e tuttora in parte campa di
finanziamenti pubblici e cariche sia pur minori.
Certo, in tempi di Renzi
Landini sembra un “estremista” meno demagogico e populista di
Grillo, più legato al mondo del lavoro. Ma di buone intenzioni è
lastricata la via dell'inferno. Oggi serve altro.
Serve la riorganizzazione
del sindacato di classe e di massa nelle fabbriche, nei posti di
lavoro, sul territorio; quando questo gli operai e i lavoratori
cercano di realizarlo trovano la Cgil di cui la Fiom fa parte, oltre
naturalmente Cisl e Uil, come ostacolo principale, e al fascismo
padronale si allea subito il fascismo sindacale.
Serve un partito della classe operaia e dei lavoratori alternativo nei programmi, nella prassi, nell'organizzazione, nell'ideologia e morale ai partiti e alle coalizioni elettorali che Landini finora ha sostenuto e che ora vuole realizzare in proprio.
Serve un partito della classe operaia e dei lavoratori alternativo nei programmi, nella prassi, nell'organizzazione, nell'ideologia e morale ai partiti e alle coalizioni elettorali che Landini finora ha sostenuto e che ora vuole realizzare in proprio.
Serve non una confusa e
salottiera coalizione sociale, ma un fronte unito di lotta che
prendendo il meglio dei movimenti di lotta di questi anni sappia
rovesciare contro il governo, lo Stato dei padroni la forza di una
rivolta sociale. E' bene dire proprio ora che Landini esce allo
scoperto, che ogni momento di rivolta sociale di qwuesti anni hanno
visto Landini, la Fiom-Cgil, gli interlocutori della sua coalizzione
soaile “unions” contro i ribelli e dalla parte di chi reprimeva
la “violenza”, arma quest'ultima indispensabile e necessaria alla
lotta contro quelle politiche che Landini dice di combattere e per
raggiungere quegli obiettivi che enuncia.
Non siamo a Roma oggi in sostanza perchè pensiamo che Landini, gli organizzatori,gran parte di coloro che partecipano alla manifestazione, non siano parte della soluzione ma parte del problema, che gli operai metalmeccanici,
le masse lavoratrici, precarie, disoccupate, le energie
intellettuali, realmente democratiche e progressiste hanno di fronte
nell'attuale situazione politica.
proletari comunisti-PCm Italia
28 marzo 2015
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