giovedì 12 marzo 2015

Intervista ad un operaio dell'Ilva

Com'è la situazione ora all'Ilva?
Io sto nella zona rivestimenti nell'area tubifici. Qui è tutto fermo, e non ci sono immediate prospettive di ripresa a breve del lavoro. Anzi col fermo dell'Afo 5, si dovrebbe fermare l'Acc 1 e una linea dell'agglomerato.
L'are tubificio era già ferma non per questione di crisi, di mercato, ma per una questione di scarsa qualità del prodotti dell'Ilva. Già la linea Riva era quella più della quantità che della qualità, poi col mancato reperimento di materiali e per problemi di scarsità di fondi la qualità è diventata scadente e l'Ilva ha perso fette di mercato 
Poi un'azienda non si gestisce da Roma, quindi possono fare tutti i decreti che vogliono, ma la situazione dell'Ilva resta molto critica.
Nel mio reparto siamo da novembre in Contratto di Solidarietà, il Tubificio è da ottobre.

Quanto perdi sul salario con il Contratto di Solidarietà?
Se faccio 15 gg di solidarietà perdo circa 200 euro.

In generale, come viene gestito il CdS?
Vengono tutelati maggiormente gli impiegati. Solo in questa settimana sono stati messi in CdS nel mio reparto 2 o 3 impiegati.
Gli operai vedono questo come una discriminazione nei loro confronti. Nel tubificio 2 c'è gente a casa da ottobre mentre gli impiegati sono stati sistemati in altre realtà lavorative.
C'è anche una spaccatura, tra reparti che non vengono toccati dalla solidarietà e gli altri reparti in cui invece la solidarietà è alta. E' come se all'interno dell'Ilva ci fossero due aziende nella stessa azienda, che si unisce alla "vecchia separazione" tra area a freddo dove ci sono i contratti di solidarietà e area a caldo dove si continua fare straordinario.

Come è la situazione sul fronte della sicurezza, è peggiorata?
In generale la questione della sicurezza è peggiorata perchè la manutenzione è diminuita, i pezzi di ricambio non ci sono. L'unica cosa che salva dall'incidente è che ora si è determinata un contrasto tra direzione e capi e tutti i responsabili evitano di prendere decisioni circa l'attività, alzano le mani.
All'interno dell'Ilva, infatti, tutti capi si sentono come se avessero perso la tutela legale da parte dell'azienda. Questo soprattutto dopo una recente sentenza per un infortunio mortale in cui due capi sono stati chiamati anche a pagare i danni: 100mila uno, 50mila l'altro. E l'azienda ha alzato le mani. Ora nessun capo vuole prendere decisioni in Ilva.

Qual'è il vostro giudizio sul decreto?
Sul decreto il nostro giudizio è nero. 
Noi pensiamo che con l'arrivo degli newco succederà quello che è successo in Alitalia, tanti esuberi, ridimensionamento impiantistico, non rimarranno in marcia tutti gli altoforni. Temiamo che gli esuberi saranno quanto i numeri della solidarietà.
L'Afo 5 è stato chiuso perchè l'impianto era fortemente a rischio. Ma io ho forti dubbi che ad agosto riprende a marciare l'Afo 1, mancano ancora dei pezzi di ricambio. Di fatto queste fermate possono anticipare quel ridimensionamento impiantistico.
Comunque c'è da dire che non è vero che la fermata dell'Afo 5 è relativa ai lavori dell'Aia, si tratta di lavori che comunque andavano fatti per la manutenzione programmata negli anni.

Che stanno facendo i sindacati confederali in fabbrica?
Assemblee zero da parte dei sindacati. I lavoratori non sono informati di niente. Hanno dovuto accettare supinamente l'accordo. Si vigila poco per le turnazioni della solidarietà. Vanno a firmare gli accordi senza consultare i lavoratori.
L'Usb rispetto alle altre è più vicina ai lavoratori. Fa più informazione con volantini. Cercò anche di indire uno sciopero "ad oltranza", ma la risposta è stata bassissima. 

Come viene visto il processo Ilva?
Rispetto al processo se ne parla poco, dopo il decreto vi è una specie di rassegnazione alle ingiustizie. Non si pone tra gli operai la questione di nuove costituzione di parte civile, anzi dopo il decreto, a chi si era costituito alcuni dicevano: vedi il governo tutela sempre i più forti...
Unica cosa che è cambiata, è che ora c'è la percezione del pericolo della perdita dei posti di lavoro.
Ma io penso che, a prescindere dai risarcimenti, il processo deve dare un segnale politico.

Cosa bisogna fare per cambiare il clima in fabbrica?
Avere più di qualcuno in fabbrica, in ogni area, in ogni reparto, che come una goccia, giorno per giorno, parlando in concreto sugli effetti del decreto, sul processo, smuova la situazione.

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