comunicato
stampa
Parlano gli operai del
Cimitero
Nella giornata di ieri si è tenuto in Prefettura un incontro tra
la Commissaria alle bonifiche Vera Corbelli e i coordinatori provinciali e il rappresentante, Francesco Masella, dello slai
cobas per il sindacato di classe dei lavoratori cimiteriali cooperativa L'Ancora sulla questione
delle bonifiche al cimitero S. Brunone e più in generale ai Tamburi.
La commissaria, che ha rimarcato la situazione di grave crisi ambientale di Taranto e anche oltre Taranto, ha
illustrato il suo lavoro, la sua battaglia per far includere il quartiere Tamburi nel Sin (prima escluso) con ricadute anche sulla quantità di fondi; ha parlato dei piani in corso con una ampia relazione che abbiamo
apprezzato e su cui torneremo in seguito. Rispetto a questo ha promesso il massimo
impegno e interessamento per il Cimitero appena disponibili i dati delle
analisi Asl validati dall’Arpa.
Ha parlato della sua intenzione di non fare solo interventi sulle emergenze più immediate, ma di fare un master plan di tutta l'area di crisi ambientale, come per il Mar Piccolo una verifica di tutte le sorgenti inquinanti, attraverso anche un confronto con Enti del territorio e con i commissari dell'Ilva.
Ha, infine, più volte sottolineato la sua volontà di avere un rapporto continuo con le realtà dei lavoratori e della popolazione, per avere anche da questi elementi di conoscenza, suggerimenti; e che, quindi, anche questo primo incontro con lo Slai cobas dovrà proseguire, soprattutto nella ricerca di soluzioni sulle cause più forti e radicali.
I coordinatori dello Slai cobas hanno sottolineato il grave problema dei tempi lunghi per le bonifiche, più volte annunciati ma mai iniziati. Come mai ancora l'Arpa non fornisce i dati delle analisi dell'Asl al cimitero? Il Cimitero pur essendo stato inserito nelle priorità non ha visto finora alcun intervento, a parte appunto quello della Asl di prendere dei campioni di terra; i lavoratori cimiteriali sono i più esposti, al pari degli operai Ilva, all'inquinamento dato che lavorano tutti i giorni e per 6 ore al giorno all'aperto a poche centinaia di metri dai parchi minerali.
Più in generale, ai Tamburi sono state messe delle recinzioni vicino alle scuole ma di avvio dei lavori non si vede luce; la ditta che deve fare i lavori, a parte un battage informatico, non ha comunicato i suoi piani e, hanno chiesto i coordinatori, è necessaria una verifica della sua effettiva capacità.
Hanno, quindi, detto che bonifiche al Cimitero e ai Tamburi devono andare parallelamente con le bonifiche in Ilva, altrimenti è solo un intervento superficiale che non elimina il nuovo inquinamento; in questo senso è stato chiesto alla Corbelli - che ha avviato un confronto con i commissari dell'Ilva - che, per esempio, la copertura dei parchi minerali è tra le priorità e non va rimandata a quel 20% indicato nel decreto. Occorre inoltre unire i macrodisegni di bonifica con passi determinati, altrimenti non si comincia mai.
I coordinatori, inoltre, sul confronto con Enti (Marina Militare, capitaneria di Porto, Comune, ecc.) hanno sottolineato che la stessa commissaria alle bonifiche deve tener conto che siamo in una città in cui parallelamente si tiene un processo proprio contro rappresentanti degli Enti locali, dell'Arpa e in cui la MM ha ampiamente contribuito al disastro ambientale di Taranto.
Il rappresentante del
cimitero ha portato la voce dei lavoratori affermando che gli effetti dell'inquinamento al cimitero sono devastanti, vedi
minerali dovunque, c'è quando respiri, quando cammini. Ci sono effetti gravi sui
lavoratori che operano tutti i giorni, ma anche sui cittadini che vengono al
cimitero.
In questa situazione c'è un'alta probabilità di ammalarci. Il
Comune non si è mai chiesto per 15 anni quali effetti i parchi minerali abbiano
su di noi. Non è cambiato
nulla dallo scandalo dell'Ilva ad oggi. Tra i lavoratori i più esposti vi sono i numatori, i giardinieri
e chi fa pulizia perchè alzano polvere.
Unico intervento che c'è stato è stato da parte dell'Asl che ha fatto scavare il terreno per esaminare il livello di inquinamento. L'estrazione
del terreno l'hanno fatta, ma che l'abbiano analizzato non lo sappiamo. Il
terreno è da mesi che resta depositato nella cappella. Il direttore del cimitero
ha detto che sono stati presi campioncini di terreno e sono stati analizzati, ma
perchè non si sanno i risultati di queste analisi? Si dice che nei campi si deve togliere solo 30, massimo 50
centimetri di terreno, invece va tolto tutto dato che la movimentazione
quotidiana ha portato sicuramente l'inquinamento più in
profondità.
Ma il vero problema è che non basta cambiare il terreno, si tratta di mettere a norma
l'Ilva. La distanza del
cimitero dai parchi minerali è meno di 500 metri.
Occorre inoltre riconoscere ai lavoratori del cimitero il
"lavoro usurante".
Ha concluso dicendo che vogliamo che la
bonifica al Cimitero venga trattata come emergenza, vogliamo fatti e non continua esposizione
di progetti da fare ma che non cominciano mai.
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