mercoledì 4 marzo 2015

Strage della Truck Center: Dopo 7 anni l'ENI - denunciata prima di tutti nel 2009 dalla Rete per la sicurezza - risarcirà la Regione... ma chi risarcisce gli operai morti e i loro familiari? E resta ancora la vergognosa sentenza di assoluzione dell'Eni perchè "il fatto non sussiste" (ma se "non sussiste" perchè ora dà i soldi?)

Tragedia Truck Center, Eni risarcirà la Regione per i 5 morti di Molfetta


(dalla Gazzetta del Mezzogiorno) - BARI - L’acido solfidrico uccise cinque persone, tutte impegnate nella ditta che doveva effettuare la manutenzione di una cisterna: pensavano che fosse vuota, furono traditi dalle esalazioni. Domani saranno passati esattamente 7 anni dalla tragedia della Truck Center di Molfetta, il rimessaggio dove il 3 marzo 2008 persero la vita Guglielmo Mangano, Michele Tasca, Luigi Farinola, l’autotrasportatore Biagio Sciancalepore e Vincenzo Altomare, l’amministratore dell’azienda. La giustizia è ancora al lavoro, ma intanto la Regione potrebbe incassare un risarcimento di 130mila euro da parte dell’Eni: sarebbe la prima volta che accade in un processo per omicidio colposo.

L’Eni era stata coinvolta nel processo in quanto produttrice dello zolfo liquido trasportato nella cisterna. La società ed i suoi sette dipendenti (Giorgio Maria Artibani, Antonio Cifarelli, Bernardo Casa, Gaetano De Santis, Fiorella Iobbi, Marco Pinzuti e Alessandro Rosatelli) hanno scelto il rito abbreviato ed a dicembre 2012 sono stati assolti dal gup presso il Tribunale di Trani, Maria Grazia Caserta, perché «il fatto non sussiste». Allo stesso tempo era stata ritenuta insussistente anche la responsabilità dell’Eni secondo la legge 231 sulle persone giuridiche. La Regione si era costituita parte civile.
Ma l’assoluzione è stata impugnata sia dal pm sia dalla stessa Regione. Nel frattempo, però, Eni ha accettato di pagare un risarcimento anche a nome dei suoi sette dipendenti. Soldi che la Regione utilizzerà per alimentare il fondo di solidarietà per i familiari di chi è morto sul lavoro...

L’assoluzione dell’Eni (il processo di Appello non è ancora stato fissato) aveva provocato pesanti proteste: a marzo 2012 c’era stato un corteo di oltre 2mila persone in cui la decisione dei giudici era stata ritenuta «incomprensibile»....

LA DENUNCIA DELLA RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA 

Riportiamo stralci dell'Esposto fatto dallo Slai cobas per il sindacato di classe che dimostra in sintesi le precise responsabilità dell'ENI:

"...presso la Raffineria di Taranto il trasportatore riceve solo “la scheda per il conducente” che indica le modalità di trasporto, mentre non riceve “la scheda 16 punti sicurezza e ambiente” che si riferisce al contenuto trasportato.
Questa scheda è essenziale per conoscere esattamente la composizione quantitativa e qualitativa della sostanza trasportata, la percentuale di acido solfidrico contenuta nello zolfo; e, quindi, per adottare le misure di sicurezza relative, per tutta la procedura di carico, scarico/trasporto/bonifica, pulizia cisterne...
L'ENI si limita a far firmare ogni 5 anni la 'scheda sicurezza e ambiente', allorquando devono essere aggiornati i dati. Ma da testimonianze degli autisti emerge che lo stesso aggiornamento va anche oltre i 5 anni, tenuto conto che, nel 2008, era dal 2000 che la stessa non veniva aggiornata.
Anche allorquando viene firmata, gli autisti non sono messi nelle condizioni di leggere tutto il contenuto della scheda. A detta di questi, infatti, la direzione dell'ENI di Taranto mostra loro il documento piegato e chiede di firmare; senza quindi, preventiva lettura...
l'operazione di carico nelle cisterne di sostanze infiammabili viene fatta in assenza di personale addetto dell'ENI...
la vasca di degassificazione contenente zolfo non viene controllata costantemente, e quindi non vengono controllate le percentuali di acido solfidrico contenute nello zolfo...
Una pericolosa conseguenza di questo mancato controllo ricade anche sull'ambiente, dato che dalle vasche vengono immessi nell'aria gas tossici.
Da qui anche l'odore forte di zolfo che a volte si sente nella nostra città. Una pericolosità quindi sia per i lavoratori che operano nell'area dell'ENI che per la popolazione di Taranto, che non viene neanche informata del grado di pericolosità delle sostanze che sono costrette a respirare, anche per intere giornate...
la raffineria Eni di Taranto viola stabilmente le norme di sicurezza per i lavoratori e di tutela ambientale...
l'Eni è responsabile di infortuni mortali avvenuti in questi anni (come la morte dei 5 operai della Truck Center di Molfetta), o di intossicazione alla popolazione.
...Chiediamo di voler accertare se l'omissione delle procedure di controllo e di documentazione prevista, in particolare la mancata consegna agli autisti trasportatori della scheda di sicurezza e ambiente, abbia un fine di lucro consistente nell'abbassare il costo del trasporto ai fini fiscali..."

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