mercoledì 23 maggio 2018

Commozione e rabbia al funerale di Angelo Fuggiano - La sua morte non deve passare invano! Ma quale pietistiche fiaccolate, serve lotta vera e generale per imporre condizioni di sicurezza in fabbrica

Centinaia di operai, proletari, donne, giovani, in un clima di commozione e rabbia - forte all'uscita dalla chiesa della bara - hanno dato l'ultimo saluto all'ultima giovane vita operaia spezzata in fabbrica - mentre sindaco, assessori, rappresentanti politici e sindacali portavano la loro inutile presenza ipocrita in Chiesa. 

Angelo non è morto per fatalità e sfortuna, nè perchè aveva avuto il triste destino di andare a lavorare precario in fabbrica per mantenere la compagna e i suoi due piccoli figli.
E' morto perchè in questa fabbrica ILVA e appalto comandano i padroni - quelli dell'Ilva padroni di stato definiti commissari - e padroncini che per profitto e sfruttamento non osservano le norme della sicurezza e mettono quotidianamente a rischio la vita operaia e perchè gli organi preposti al controllo sono inadeguati a tutelare la sicurezza in fabbrica, quando non sono complici.

Una situazione che si può contrastare e cambiare se si sceglie la via della lotta e dell'organizzazione,
del coraggio e della dignità - liberandosi di sindacati fasulli e di idee confuse e passive in fabbrica.

Facciamo sì che la morte di Angelo non sia stata vana, che non sia solo lacrime e sangue. Deve essere un impegno vero in fabbrica e in città. 

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