La questione del governo Lega/M5S e del loro contratto per il governo è tragica ma grottesca, o grottesca ma tragica.
Il programma è tragico in alcune ben precise questioni, caratterizzanti il governo fascio-populista, in primis l'attacco ai migranti, “fonte di tutti i mali degli italiani”, accompagnato dalla propaganda nazionalista, la questione “securitaria”, con una estensione della “legittima difesa” domiciliare; la canalizzazione contro le realtà sociali e di lotta della repressione e del controllo poliziesco, chiusura di spazi sociali, più carceri. Queste questioni daranno ancora più alimento all'azione della feccia neonazista, già in opera. Non a caso Salvini vuole come conditio sine qua non il Ministero degli Interni per sé, motivandolo espressamente perchè 'lui si deve occupare dei migranti e dei delinquenti...'.
Su altre questioni o c'è una mediazione arraffata condita di una demagogia reazionaria senza gambe e fondi e di miseri risultati (vedi reddito di cittadinanza), o c'è il rimando (vedi il Sud).
Gli stessi protagonisti, basta che si alzino dal Tavolo, spesso dicono il contrario di ciò che hanno scritto (vedi M5S sulla Tav e sull'Ilva).
Tuttavia, nessuno può sottovalutare che il governo Di Maio/Salvini è un governo esplicitamente fascio/populista, unito dal cemento razzista. Al di là della sua riuscita, della sua durata, questo passo
resta e pesa.
Per cui anche la denuncia del programma è secondaria rispetto alla comprensione e alla denuncia della natura di fondo dell'alleanza Lega/M5S, e, comunque ogni parte del contratto va vista interna alla natura generale del contratto, gli aspetti populisti sono funzionali a far accettare a settori delle masse gli aspetti fascio-repressivi o a contrapporre settori di masse più povere, disoccupati agli operai (vedi reddito di cittadinanza, mentre per i lavoratori resta il jobs act e vengono reintrodotti i voucher) – ma anche questo è spesso tipico di una politica fascista.
Anzi, occorre smascherare un'operazione, fatta in generale dalla stampa – vedi Il Fatto Quotidiano – che mettendo tutti i punti dell'accordo insieme, vedendone i lati negativi e i lati positivi (più positivi che negativi), fa di fatto scomparire il dato di fondo, e questo governo fascio/populista diventa come tutti i governi: c'è del cattivo e c'è del buono, manca questo...
Il programma di Lega/M5S non è in contrasto con una logica e politica fascio-populista anche in quello che sembra dare. Prendiamo, tra gli altri, una parte che in generale non viene citata e che invece è esemplare. I punti che riguardano le donne. C’è l’innalzamento dell’indennità di maternità, un premio a maternità conclusa per le donne che tornano al lavoro. Ora non ci dimentichiamo che durante il fascismo Mussolini diede una serie di agevolazioni alle lavoratrici madri con la legge n. 1347/34. Nello stesso tempo si parla di asili gratis per le sole famiglie italiane, negandoli per i figli delle immigrate. Una operazione chiaramente razzista che punta ad unire le donne italiane contro le donne straniere. Sempre sulle donne si parla di aumento delle pene per le violenze sessuali. Pure questa è un’operazione subdola che sembra rispondere ad un problema reale, anche richiesto dalle donne, ma nella logica della Lega/M5S ha il segno da un lato di un rafforzamento/accettazione di una politica in generale reazionaria, dall’altro è interna alla logica, vista in atto per Macerata, della difesa delle “nostre donne”.
E' chiaro che il programma del M5S/Lega, in vari punti, sembra in contrasto con la UE. Così come non è proprio il governo che vorrebbe il grande capitale. Ma da un lato questo peserà su ulteriori aggiustamenti del programma più in funzione degli interessi della borghesia imperialista italiana dall'altro il grande padronato, con i suoi aiutanti, non aspetta, sta già da tempo andando per conto suo (vedi Assise generali della Confindustria, il patto di fabbrica con Cgil, Cisl, Uil del 9 marzo – il piano per l'Italia di Calenda/Bentivogli) nel programmare e attuare quelle trasformazioni che servono ad aumentare la produttività, la flessibilità/precarietà, a impoverire i salari, ad imporre una peggiore organizzazione del lavoro, a cambiare la contrattazione; e, come sempre, sarà il parlamento, il governo, questo governo, a ratificare con le leggi i fatti già fatti.
Nessuno, quindi, può illudersi che l'alleanza Lega/M5S, l'unione fascio/populista, essendo espressione della media e piccola borghesia e non della grande borghesia, non avrebbe futuro, e non farà gli interessi di tutto il padronato.
Nel fronte di opposizione di lotta, non si può tanto denunciare questo governo, il suo contratto per ciò che non farà o per ciò che farà male, e quindi prepararsi ad una ”opposizione” e chiedere di fare questo o quest'altro, sfidandolo alla verifica dei fatti; né tantomeno si tratta di contrapporre la lotta democratico-elettorale per “battersi per una vera alternativa” (come dice Potere al Popolo) al fascismo/razzismo/nazionalismo apertamente rivendicato.
Ugualmente sbagliata è una posizione di chiudere gli occhi sul passaggio nuovo del fascio-populismo al potere, facendo quindi una denuncia che vale per tutti i governi del padroni: della serie, compagni “non c'è bisogno di agitarsi” (come scrive Infoaut), come abbiamo lottato prima continueremo a lottare... sottovalutando anche la demagogia populista che fa leva sullo scontento e rabbia di settori operai e masse povere.
Questo governo è solo da rovesciare con una mobilitazione vasta e prolungata, una nuova resistenza di una opposizione proletaria e popolare, antifascista e antirazzista, antimperialista all'altezza dello scontro.
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