Nell'incontro con sindacati, Rsu, sindaci di provincia, ecc.
Il tavolo Ilva Puglia nasce per tutelare innanzitutto la salute dei cittadini assieme ai livelli occupazionali, l’ambiente e la sicurezza del lavoro.In particolare il tavolo ritiene inaccettabili i licenziamenti e gli esuberi proposti al Governo dall’acquirente e soprattutto la discontinuità contrattuale per tutti i lavoratori con applicazione del jobs act. E ritiene necessario garantire i livelli occupazionali anche di tutte le aziende dell’indotto che non devono essere sostituite dalle aziende satelliti della Arcelor Mittal.
«La condizione contrattuale e i livelli occupazionali non possono essere oggetto di una negoziazione in cui l’azienda dice se non fate come diciamo noi, non compriamo l’Ilva- ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - Chi vuole venire in Puglia, non può venire qui a dirci o così o ti butti dalla finestra".
Emiliano ha inoltre precisato che «in modo unitario» il tavolo ha condiviso alcuni elementi: «Non si licenzia nessuno e la stessa cosa vale per l’indotto che non può essere trasferito a imprese francesi; non ci deve essere discontinuità contrattuale, cioè non bisogna applicare a questi lavoratori il jobs act; e bisogna mantenere la loro posizione... la salute dei cittadini e dell’ambiente sono centrali.
Nell'incontro con ArcelorMittal
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al termine dell’incontro odierno a Bari sulla vicenda Ilva con sindacati e istituzioni del territorio, ha successivamente incontrato in un vertice a porte chiuse Samuele Pasi, direttore generale di Arcelor Mittal e direttore finanziario di AM Investco Italy Srl.
“L‘incontro è stato umanamente positivo... A parole c’è una grande
disponibilità, nella sostanza bisogna capire in che modo la fabbrica
deve essere riammodernata e ristrutturata dal punto di vista tecnologico
in modo che non faccia più danno alla salute. E bisogna anche garantire
che i livelli occupazionali siano gli stessi di partenza.
“Si tratta del primo incontro semi-ufficiale e lo considero comunque un incontro positivo – ha spiegato ancora il governatore - almeno
ci siamo lasciati con l’intesa di approfondire la questione
fondamentale della decarbonizzazione, quindi di un sistema produttivo
diverso...", “Adesso – ha aggiunto – ci
sono 13 decreti che dicono che quella fabbrica deve funzionare, deve
rimanere una acciaieria, e deve essere venduta ad Arcelor Mittal. E
dentro quel tracciato noi stiamo cercando di ridurre al massimo i danni
per i cittadini tarantini. Se poi invece il governo prossimo dovesse
decidere diversamente sulla questione, prenderemo atto...".
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