Cgil, Cisl, Uil di Taranto, dopo l'infortunio mortale di Angelo Fuggiano, hanno chiesto al Prefetto la convocazione dell’unità di crisi operativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro
per «riprendere e rivisitare il protocollo sulla sicurezza sul lavoro firmato nel 2013 in Prefettura, che contiene anche capitoli specifici su Ilva e sugli altri siti dell’area industriale». Propongono inoltre due interventi:
- interventi straordinari in materia di formazione dei lavoratori e dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls), facendo ricorso anche a risorse messe a disposizione degli Enti bilaterali;
- l’inserimento nell’affidamento dei lavori, di misure specifiche secondo le quali, in quelli a medio o alto rischio, occorre che l’impresa verifichi e garantisca, attraverso una idonea certificazione, che i lavoratori da impiegare siano in possesso di un’adeguata formazione sulla sicurezza coerente con il contesto in cui gli stessi saranno chiamati ad operare;
- un potenziamento degli organici di tutti i presidi (Itl, Inail, Inps, Spesal) posti a tutela dei lavoratori.
Queste richieste sono insufficienti e inadeguate rispetto alla gravissima situazione in atto all'Ilva.
Esse puntano soprattutto sulla questione della "Formazione" dei lavoratori e dei RLS, e su una certificazione di garanzia delle ditte che fanno i lavori; ma queste proposte sembrano non tenere in alcun conto che i recenti infortuni mortali, ed esemplare è quello di Angelo Fuggiano, come i tanti recenti infortuni che hanno causato feriti, non sono dovuti certo alla mancanza di formazione, ma al 90% alla totale mancanza di manutenzione degli impianti, alle aperte violazioni delle misure di sicurezza da parte dell'azienda - che cosa può fare un lavoratore anche formato se, come è successo ad Angelo, una fune si sgancia improvvisamente e gli piomba addosso? Cosa poteva fare Alessandro Morricella, pur se fosse stato ben formato, a fronte di un
altoforno che non doveva proprio funzionare...? E potremmo continuare vedendo tutti gli ultimi infortuni.
Cgil, Cisl e Uil così sviano e coprono i problemi principali e reali che hanno portato solo nella gestione commissariale a ben 8 morti operaie (in proporzione, quasi peggio di quando stava Riva). Parliamo, invece, di come sono costretti a lavorare soprattutto i giovani assunti dalle ditte dell'appalto, a tempo determinato, sotto il ricatto del licenziamento, chiamati a lavorare anche oltre le loro ore di lavoro (ricordate Giacomo Campo che era tornato al lavoro poche ore dopo aver terminato il suo turno?); parliamo, invece, delle pressioni, che arrivano anche a minacce, da parte dei capi (pure qui nessun sindacalista può permettersi di dimenticare l'atteggiamento dei capi prima e dopo la morte di Campo).
Certo che ci vuole la "formazione" ma puntare il dito principalmente su questo, volente o nolente, si avvalora l'idea che la responsabilità degli infortuni è soprattutto degli operai...
Tutti i lavoratori sanno poi come si lavora nelle ditte dell'appalto, e non è certo una certificazione delle ditte che può risolvere il problema del peso del ricatto della precarietà lavorativa, del lavoro in tempi stretti e a costi al ribasso, ecc.
Sugli RLS. La vera questione è che gli RLS sono assenti e sono pochi, e hanno limitatissimi poteri di intervento. Quindi, anche qui, parlare solo della formazione è nascondere la testa. Prima di tutti gli Rls devono esserci e poter intervenire! Lo Slai cobas da tempo chiede: un aumento del numero degli Rls e delle loro ore, ma anche che gli Rls siano eletti direttamente dai lavoratori, non nominati dalle segreterie sindacali, perchè tanti di loro, formati o non formati, sono invisibili agli operai; come occorre un effettivo potere di controllo degli Rls, prima e durante, ma anche che usino quel "potere" (molto limitato e da ampliare) che il TU sulla sicurezza ora gli dà: di fermare i lavori quando è evidente il rischio del pericolo.
Infine, sul potenziamento degli organi ispettivi. Giusto. Ma qui si può passare realmente dalle parole ai fatti se si chiede - come fa lo Slai cobas - una postazione fissa in fabbrica degli ispettori. Perchè una grandissima fabbrica come l'Ilva non può essere messa allo stesso livello delle tante aziende da ispezionare, se l'ispezione deve servire a intervenire in maniera preventiva e non ad infortunio avvenuto.
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