Giovane operaio dell'appalto muore all'Ilva - Nella catena delle stragi operaie l'Ilva non poteva mancare - Sciopero immediato in fabbrica - Sciopero generale a livello nazionale
Ilva, operaio 28enne muore travolto da una fune a Taranto. Sciopero immediato dei lavoratori fino a venerdì mattina
L'incidente nello stabilimento di Taranto, in cui ha perso la vita Angelo Fuggiano, che lavorava per una ditta in appalto, è avvenuto nel reparto Ima durante il cambio funi di una macchina scaricatrice. Sindacati proclamano sciopero immediato fino venerdì mattina: "Nell'appalto e nell'indotto continue tensioni di precarietà, mancanza di stipendi, incertezza sul futuro e minori condizioni di sicurezza"
Un operaio della ditta di carpenterie metalliche Ferplast, società che lavora in appalto per le acciaierie Ilva, è morto travolto da una fune. L’incidente è avvenuto nel reparto Ima, al quarto sporgente del porto di Taranto gestito dal siderurgico. Da una prima ricostruzione, durante il cambio turno, sembra che un cavo sia saltato in fase di ancoraggio dalla macchina scaricatrice Dm6. Il cavo ha tranciato Angelo Fuggiano, 28 anni e padre di due bambini. L’operaio è deceduto sul colpo.
L’area – spiega Ilva in un comunicato nel quale esprime “cordoglio” per il decesso dell’operaio – è attualmente non operativa e occupata solamente dalla ditta esterna che ha in corso la manutenzione dell’area stessa. La gru era ferma da due giorni per attività di manutenzione”. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri, Guardia di finanza e ispettori del lavoro. Nella stessa zona, nel 2012, un altro operaio morì mentre si trovava in cima a una gru, investita da una tromba d’aria.
I sindacati hanno proclamato lo sciopero immediato, che inizierà alle 11 di giovedì e terminerà venerdì mattina per “richiamare con forza le precarie condizioni in cui vivono i lavoratori delle aziende dell’appalto e dell’indotto Ilva – che alle continue tensioni di precarietà, mancanza di stipendi, incertezza sul futuro, aggiungono anche minori condizioni di sicurezza“. Nel corso degli ultimi mesi, aggiungono le organizzazioni sindacali, “sono stati consumati più scioperi (ultimo il 30 aprile) per denunciare le condizioni di sicurezza carenti, generate anche da una serie di mancanze organizzative, assenza di investimenti e manutenzioni più volte denunciati, e oggi l’ennesimo inaccettabile episodio” e ritengono “non più rinviabile una seria discussione sull’intero sistema degli appalti che vengono ancor più aggravate dallo stallo della trattativa Ilva in cui uno dei punti delle nostre rivendicazioni è l’avvio di un vero e proprio codice degli appalti“.
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