La presentazione del libro di Beatrice
Ruscio “legami di ferro” è stata un'occasione ben utilizzata per
una riflessione e un dibattito non usuale in città, e invece molto
importante se si vuol guardare a fondo e dentro la grande questione
Ilva, inquinamento, ecc.
Essa si è aperta con la presentazione
dell'autrice e del libro fatta da Alessandro Marescotti che ha messo
subito in luce uno degli aspetto principali del lavoro di Ruscio,
quello di avere messo in relazione la vicenda dell'Ilva e di Taranto
con quello che avviene in un'altra parte del mondo, il Brasile, dove
nel cuore dell'Amazzonia nascono centro siderurgici, fonderie che
operano un processo di distruzione ambientale e cospargono la terra e
il cielo di questi territori di un habitat che uccide e devasta.
Nell'appoggio complice dei governi e Stato, nell'inconsapevolezza
delle popolazioni del territorio, senza tener conto della resistenza
di associazioni ambientaliste e popolari.
Giustamente è stato detto che il
merito del libro è quello di aver fatto capire che esistono tante
taranto nel mondo e che la logica e le ragioni di questo sistema
fondato sul profitto è drammaticamente dannosa per le popolazioni e
in parte obsoleta per un mondo che cambia anche nella prospettiva di
un diverso uso delle tecnologie industriali.
Subito dopo ha preso la parola
l'autrice, Beatrice Ruscio, che col sussidio di immagini ci ha fatto vedere cosa
succede in quei villaggi del Brasile, i volti e le mani “inquinati”
delle donne, gli uomini, i bambini che in essi vivono; così come ci
ha mostrato immagini dell'egemonia culturale che le grandi
multinazionali, in questo caso la Vale, realizzano per cancellare
l'opposizione ai suoi interessi e per piegare il territorio ai loro
profitti.
Beatrice ha sottolineato come questa
conoscenza le sia venuta dalla partecipazione ad un convegno
internazionale promosso dai padri comboniani, nel quale lei ha
portato la storia, l'informazione di quello che succede a Taranto e
ha contaminato la sua esperienza di conoscenza con quella del
territorio e delle popolazioni in cui era andata.
Nel libro Beatrice Ruscio ha messo
testimonianze e dati utili a comprendere tutto questo e ha ribadito
il suo impegno per far conoscere questa storia in tutte le realtà
del nostro paese che somigliano a Taranto e che fanno parte, loro
malgrado, di un unico scenario mondiale.
Marescotti ha segnalato come le
multinazionali, tipo la Vale, per conservare il dominio sul
territorio siano oltre che distruttori dell'ambiente, finanziatori di
svariate associazioni ambientaliste, elencate nel libro.
Subito dopo la parola è stata data al
coordinatore provinciale dello Slai cobas sc, Ernesto Palatrasio,
organizzazione assai impegnata sul piano internazionale nel mettere
in relazione le lotte degli operai e delle masse popolari di Taranto
con quelle degli operai e masse popolari di tutti gli altri paesi
coinvolti in questo sistema e dentro la guerra dell'acciaio che ne
caratterizza lo scenario. Lo Slai cobas è in relazione con realtà
brasiliane e soprattutto indiane che combattono le multinazionali,
comprese la Mittal, la Jindal che hanno messo le mani sull'Ilva e su
Piombino.
Questo intervento, con tutte le sue
implicazioni, svolto in dialettica coi contenuti del libro e con il
lavoro sul campo dell'autrice, si è concentrato sulle lotte/rivolte in corso nei paesi come Brasile, India e sul ruolo necessario, centrale e possibile in Italia, a Taranto, come in questi paesi degli operai.
Nei prossimi giorni pubblicheremo la registrazione di questo intervento.
Quindi è intervenuto il Giudice
Sebastio che è partito giustamente e orgogliosamente dalla sua
vicenda e attività professionale che lo ha visto “licenziato”
dal Tribunale di Taranto, sotto la veste di un “pensionamento
obbligato” che ne ha bloccato il lavoro di cui è stato
protagonista nella storica e importante inchiesta sull'Ilva/Ambiente
svenduto.
Anche il Giudice è partito dagli
stimoli avuto dal libro che lo aiutano a capire che era giusta
l'intenzione che aveva, e che non ha potuto tradurre, di estendere
l'analisi ai legami internazionale dell'Ilva e in particolare a
quelli collegati all'acquisizione del carbonfossile, che il libro
spiega provenire essenzialmente dal Brasile e dalla zona toccata
dall'autrice, che è la causa principe dei livelli di inquinamento di
Taranto, attraverso Parchi minerali e cokerie. Quindi, Sebastio si è
dilungato con precisione agguerrita sulla vicenda giudiziaria e gli
ostacoli posti ad essa dal governo, attraverso 12 decreti che
dimostrano, al di là di tutto, di come l'inchiesta fosse giusta e
che colpiva al cuore i responsabili e il sistema che produce morti in
fabbrica e sul territorio. Sebastio ha espresso tutta la sua
contrarietà e fastidio rispetto all'argomento, quasi luogo comune,
che pretende di conciliare salute e lavoro, produzione e vita degli
operai e dei cittadini, in un equilibrio impossibile che tradisce, se
non la lettera, lo spirito e la sostanza della Costituzione, che non
può che affermare in questa vicenda il primato della vita degli
operai, dei cittadini.
Chiaramente questo va inteso, al di là
delle parole espresse dal giudice Sebastio, come rifiuto della
“conciliabilità” tra la proprietà privata, il profitto
dell'impresa e la vita degli operai e delle masse vittime
dell'inquinamento.
Estremamente utile e interessante è
stato l'ultimo degli interventi, quello del Dott. Nicola De Sabato,
presidente dell'associazione dei medici, Snami, di Taranto che ha
messo in evidenza, basandosi sull'esperienza viva come medico e come
associazione, che la difesa della salute non consiste principalmente
o esclusivamente, nel curare i malati, ma in quella di costruire un
ambiente in cui non ci sia la malattia e che comunque rimuova le
cause che producono la malattia. E su questo le responsabilità del
sistema, dei governi e de,le contro riforma sanitarie, alla luce dei
dati e degli argomenti del Dott. De Sabato sono risultati
schiaccianti e hanno fornito a tutti i presenti un'immagine viva e
documentata di una battaglia da fare e vincere a 360°.
Tutto l'intervento del Dott. De Sabato
speriamo possa essere messo a disposizione degli operai e dei
cittadini.
Quando si sono tratte le somme della
presentazione, tutti i presenti ne hanno colto l'importanza e
ribadito l'impegno ad estendere conoscenza e lotta su tutti i fronti
rispetto alla vicenda Taranto e alla vicenda mondiale in cui essa è
inserita.
Un impegno certo non rituale né
letterario data la significativa presenza alla presentazione degli
operai dell'Ilva, lavoratori della raccolta differenziata, donne
impegnate nel sociale e nell'ambientalismo cittadino che sono già in
prima fila in questo campo e a cui questa iniziativa offre ulteriori
armi.
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