CIO' CHE PERO' E' ALTRETTANTO ASSURDO CHE I SINDACATI CONFEDERALI SI DICANO SORPRESI E ARRABBIATI DI CONOSCERE ORA I TERMINI DEL CONTRATTO TRA GOVERNO E MITTAL CHE GIA' DA GIUGNO PREVEDEVA ESUBERI, ASSUNZIONI EX NOVO ALL'INSEGNA DEL JOBS ACT, INCENTIVI A LICENZIAMENTI E AMMORTIZZATORI SOCIALI,
QUANDO QUESTO ERA CHIARO DALL'INIZIO.
CERTO, MEGLIO TARDI CHE MAI A NON ACCETTARE QUESTA FINTA TRATTATIVA...
MA ORA LA "PAROLA" DEVE ESSERE AGLI SCIOPERI, ALLA LOTTA PROLUNGATA.
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(dalla stampa di Genova) - "Una penale di 150 mila euro per ogni dipendente licenziato.
E’ questa la nota contenuta nel contratto tra ArcelorMittal e il gruppo
Ilva rivelata dal Secolo XIX. Secondo quanto stipulato lo scorso 28 giugno, i nuovi
acquirenti non hanno facoltà di licenziare ma di fatto possono
incentivare l’esodo e avvalersi degli ammortizzatori sociali.
In
totale sono 10mila i lavoratori dei diversi stabilimenti Ilva assunti,
ma questo vale solo per la durata del piano industriale, poi la cifra
potrà liberamente scendere fino a 8mila 500 unità. Questa parte del
contratto era rimasta riservata ai sindacati.
Non appena la questione è
venuta alla ribalta attorno all’Ilva di Genova è scoppiato il finimondo con
il
dito puntato sul governo. “La trattativa che stavamo cercando di portare
avanti da mesi era finta, il governo ci ha preso in giro e ha già
contrattato tutto con Mittal, penali comprese". Questa la dura la presa
di posizione del segretario regionale Fiom Bruno Manganaro
che poi rincara la dose: "E' vergognoso che con la scusa della
riservatezza il governo abbia tenuto nascosto tutto questo a noi e agli
enti locali, ma ora emerge con certezza quel che già sapevamo e cioè che
Mittal assumerà al massimo 10 mila lavoratori per poi arrivare a 8.500.
E ancora più grave che il contratto scritto prevede che i lavoratori
dovranno licenziarsi per essere poi riassunti e questo non perché ce lo
chiede l'Europa - attacca il segretario della Fiom - ma perché il
Governo ha deciso di regalare l'Ilva a Mittal". Per la Fiom genovese
questo significa "meno persone in fabbrica e a condizioni di salario
peggiori con il rischio che i lavoratori che resterebbero fuori non
finiscano solo nella scatola nera della società in amministrazione
controllata ma anche in ditte di appalto senza prospettive e chissà a
quali condizioni".
Per questo i sindacati hanno deciso nell'ultimo
vertice al Mise di alzarsi e abbandonare il tavolo di trattativa: "Per
noi vale solo quello che hanno detto i lavoratori a Genova, a Novi e che
credo diranno anche a Taranto nelle prossime assemblee: continuità
occupazionale, di reddito e di diritti. A Genova diremo no a qualsiasi
costo anche lottando e scioperando a chi pensa di farci ingoiare il
rospo con una trattativa finta"
Dalla prossima settimana intanto
partiranno una serie di assemblee in fabbrica per decidere le forme di
mobilitazione. Ed è sempre più probabile il ricorso a uno sciopero
generale capace nuovamente di bloccare le fabbriche e le città.
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