India - Avvelenati dal rame e presi a fucilate dalla polizia: 13 morti nel Tamil Nadu
In india padroni di fonderia e territori inquinati e si spara contro le popolazioni che protestano.
Aiutateci nel far conoscere queste cose – realizziamo iniziative
di ogni tipo di solidarietà e informazione.
Costruiamo un ponte con gli operai e le popolazioni che in india, ma anche in Brasile, vivono situazioni come all'Ilva e a Taranto, e i cui governi gli sparano addosso quando protestano.
Ecco il volto
dei Padroni indiani, dello Stato, del governo antipopolare.
Mentre altri padroni come Mittal all'Ilva e Jindal a Piombino prendono in mano le fabbriche in Italia nelle martoriate città dell'inquinamento.
Mentre altri padroni come Mittal all'Ilva e Jindal a Piombino prendono in mano le fabbriche in Italia nelle martoriate città dell'inquinamento.
Campagna Slai cobas per il sindacato di classe via Rintone 22 Taranto slaicobasta@gmail.com 3471102638
Info
materiali video - contatti diretti con le realtà in lotta e compagni che
conoscono bene la situazione dall’India per aver incontrato in diverse
occasioni organizzazioni in India impegnate in queste
battaglie
csgpindia@gmail.com – Francesco Lomagistro Taranto
Sfocia nel sangue la
lotta degli abitanti, che dura da vent’anni. E ora chi critica le forze
dell’ordine finisce in carcere
Martedì 22 maggio
decine di migliaia di persone che protestavano contro la riapertura di una
fonderia di rame nei pressi della città di Thoothkudi (Tamil Nadu, India
meridionale) sono finite sotto il fuoco delle forze dell’ordine, chiamate a
sedare una protesta durata più di tre mesi.
I manifestanti da
almeno vent’anni denunciavano livelli di inquinamento straordinari dovuti
all’attività della fonderia operata dalla Sterlite Copper, società controllata
dal conglomerato minerario britannico Vedanta Resources. Gli scarichi della
fonderia, hanno documentato numerose associazioni per la tutela ambientale
locale, hanno contribuito a un aumento vertiginoso di malattie legate
all’apparato respiratorio e cardiaco, dermatiti e tumori.
Nonostante la
fonderia fosse stata multata dalla Corte suprema nel 2013 per una perdita di gas
velenosi, ha continuato a lavorare a pieno regime tanto da annunciare, lo scorso
febbraio, piani per un’espansione infrastrutturale. In tutta risposta, gli
attivisti e la popolazione locale hanno organizzato una serie di manifestazioni
pacifiche chiedendo la chiusura definitiva dell’impianto.
Quando martedì i
manifestanti hanno cercato di raggiungere la residenza del district collector di
zona – la carica amministrativa che avrebbe dovuto rinnovare la licenza della
fonderia, scaduta lo scorso mese di aprile – e hanno trovato a ostruire la
strada le barricate della polizia, è partita una sassaiola contro le forze
dell’ordine, mentre capannelli di manifestanti incendiavano automobili e
autobus. La polizia ha risposto lanciando lacrimogeni e, come mai successo in
Tamil Nadu nella storia recente, sparando direttamente sulla folla. Il bilancio
mentre scriviamo è fermo a 13 morti e alcune decine di feriti.
Le proteste sono
continuate sia nella giornata di mercoledì che ieri, con le forze dell’ordine
schierate dal governo locale, guidato dal partito tamil All India Anna Dravida
Munnetra Kazhagam (Aiadmk), a protezione delle sedi dell’amministrazione
cittadina e della fonderia. Il chief minister – il primo ministro del governo
locale – del Tamil Nadu, Edappadi K. Palaniswami, difendendo l’operato della
polizia nella giornata di ieri ha dichiarato: «Se qualcuno è attaccato, il corso
naturale delle cose prevede che si difenda per proteggersi. Questo è ciò che ha
fatto la polizia».
Mercoledì scorso
l’amministrazione locale ha staccato la corrente alla fonderia, in risposta a
voci che indicavano una ripresa delle attività nonostante la nuova licenza non
fosse stata ancora rilasciata.
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