mercoledì 29 maggio 2013

commissario in arrivo chi e per fare che cosa, con quali soldi ?

TARANTO  -  Al tavolo del Governo passa la linea del commissariamento dell'Ilva. Una soluzione prospettata dallo stesso presidente Nichi Vendola all'indomani della nuova crisi che ha travolto l'acciaieria tarantina. L'imperativo era quello di fare presto per scongiurare che la situazione precipitasse ulteriormente, scatenando un crac aziendale con conseguente effetto domino ed emorragia di posti di lavoro. Così è arrivato il via libera al "commissario ad acta". A Palazzo Chigi il caso Ilva è stato affrontato in mattinata nel vertice con il premier Enrico Letta, il vicepremier Angelino Alfano, e i ministri per lo sviluppo economico e dell'ambiente Flavio Zanonato e Andrea Orlando. L'azienda è stata rappresentata dal presidente Bruno Ferrante e dall'amministratore delegato Enrico Bondi, entrambi dimissionari.

L'ipotesi del commissariamento ha preso subito quota, nonostante qualche resistenza. Il faccia a faccia del mattino si è chiuso con il mandato ai tecnici ministeriali di verificare la percorribilità della soluzione, non proprio semplice. Il Governo ha inteso evitare un nuovo braccio di ferro con la magistratura ed ha subito eliminato l'idea di un commissariamento connesso alle problematiche economiche dato che l'azienda al momento è solvibile. In serata, alla ripresa dei lavori del tavolo governativo il premier Enrico Letta ha invitato il Governatore pugliese per tirare le conclusioni che saranno ratificate oggi.

Vendola già in mattinata aveva ribadito la sua posizione che parte dal presupposto di "separare il destino della fabbrica da quello della famiglia Riva". Una determinazione che il governatore pugliese aveva rimarcato dopo la settimana di fuoco sul fronte giudiziario, con il patrimonio degli industriali colpito in maniera clamorosa dalle procure di Milano e Taranto. Due inchieste, a Milano per evasione fiscale e riciclaggio, a Taranto per disastro ambientale, che si sono intrecciate, sfociando in sequestri record da oltre nove miliardi di euro. Probabilmente la tappa che chiude definitivamente i conti con l'esperienza dei Riva in Puglia. Anche perché la procura del capoluogo ionico si appresta ad affrontare i ricorsi annunciati contro i sigilli decretati dal gip Patrizia Todisco. Ma soprattutto a breve chiuderà l'elefantiaca inchiesta, che a giugno dovrebbe definirsi con la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari.

Per questo a palazzo di giustizia si è tenuto un summit del pool di inquirenti, guidato dal procuratore capo Franco Sebastio. Si stanno esaminando le posizioni di decine di indagati tra politici, funzionari pubblici, imprenditori e manager. Un lungo elenco che ovviamente parte con il nome di Emilio Riva, l'anziano magnate dell'acciaio arrestato a luglio, e per il quale la Cassazione due giorni fa ha confermato la misura cautelare. E' tornato in libertà, invece, il professor Lorenzo Liberti, consulente della procura accusato di aver intascato una mazzetta da diecimila euro dal dirigente Ilva Girolamo Archinà per addolcire la sua perizia sull'inquinamento provocato dalle ciminiere della fabbrica. Il provvedimento è stato adottato dal gip Todisco per scadenza dei termini di custodia cautelare.

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