Le questioni principali affrontate sono
state 2:
Primo, il riconoscimento dello Slai
cobas, come rispetto e riconoscimento dei diritti sindacali dei
lavoratori, della loro libertà di scelta su come organizzarsi in
fabbrica. Su questo, è stato detto dallo slai cobas, violare questo
diritto di fatto significa imporre ai lavoratori l’iscrizione ai
sindacati confederali, che quindi diventano a tutti gli effetti
sindacati di comodo, “gialli”, dell’azienda. Quindi abbiamo
posto prioritariamente, come imprescindibili, il riconoscimento
delle deleghe e del diritto di assemblea sul posto di lavoro e in
orario di lavoro degli operai.
Sul primo punto, il Gruppo F. ha
comunicato che l’azienda sta facendo una verifica che dovrebbe
portare già dal prossimo mese al riconoscimento delle deleghe dello
Slai cobas. Sulle assemblee, dopo una vivace discussione, la
responsabile dell’azienda ha fatto solo una leggera apertura –
che lo Slai cobas la verificherà fin dalla prossima settimana,
indicendo un’assemblea sul posto di lavoro.
L’altro punto dell’incontro, che ha
preso molto tempo, è stata la questione del cambio del contratto
part time dei lavoratori, con un aumento immediato dell’orario di
lavoro da 30 a 36 ore, per arrivare alla trasformazione di tutti i
contratti da part time ad orario pieno.
Su questo lo Slai cobas e i due
rappresentanti dei lavoratori del Gruppo F., con una serie di
argomentazioni, hanno dimostrato come questa richiesta è pienamente
legittima, a fronte di un aumento del servizio richiesto dall’Alenia,
e quindi del carico di lavoro, ma a fronte anche delle 10 nuove unità
assunte dall’azienda e del lavoro supplementare che è diventato
una costante mensile ma anche settimanale; d’altra parte – ha
rilevato lo slai cobas – ci si trova davanti ad un differente
atteggiamento dell’azienda verso lavoratori che svolgono lo stesso
servizio come a Foggia, dove i lavoratori sono prevalentemente a
tempo pieno.
Ma su questa legittima e fondata
richiesta nell’incontro ci siamo trovati di fronte ad un
atteggiamento di netta chiusura da parte del Gruppo F., con
motivazioni risibili o non dimostrate.
L’azienda da un lato ha giustificato
la difformità di condizione tra Taranto e Foggia con il fatto che
aveva ereditato queste diverse situazioni dai precedenti appalti –
giustificazione che non regge, perché l’azienda, a pari servizio e
condizioni di lavoro, una volta assunti deve trattare i lavoratori
nella stessa maniera e con gli stessi diritti; da un lato ha
presentato come “premialità” cose che sono diritti contrattuali
dei lavoratori, come il riconoscimento dei livelli; dall’altro ha
giustificato l’aumento delle assunzioni a Taranto e non anche
l’incremento dell’orario per una organizzazione aziendale non
mutabile – quale organizzazione, perché non modificabile? Non lo
ha spiegato. E nulla ha potuto ribattere ai fatti portati dai
rappresentanti slai cobas circa l’effettivo espletamento del
servizio che richiede più ore di lavoro. Per non parlare del lavoro
supplementare, per cui l’azienda nell’incontro ha puntato prima
ad una negazione delle sue dimensioni, dopo a scaricare sui
lavoratori che si assentano la richiesta, improvvisa (?!) di lavoro
straordinario – cosa assolutamente non vera, dato che la
maggiorparte del lavoro straordinario è programmato, viene usato in
termini pure discriminatori e si chiede ai lavoratori la loro
disponibilità.
Lo Slai cobas, dopo aver insistito
con varie argomentazioni affinché l’azienda riconsiderasse la
questione, a fronte del NO aziendale, ha deciso che avvierà lo stato
di agitazione che comporterà anche sciopero e blocco del servizio
fin dai prossimi giorni.
SLAI COBAS per il sindacato di
classe – GRUPPO F. srl.
TA. 29.5.13
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