lunedì 6 maggio 2013

Solidarietà con la protesta in corso dei lavoratori USB alla direzione ILVA.

La Direzione dell'Ilva, arrogandosi di decidere per conto di migliaia di operai che hanno firmato nei giorni scorsi perchè vengano devolute ore di lavoro e di ferie al loro compagno di lavoro Stefano Delli Ponti, malato di tumore e che non ha soldi per andare a fare le cure necessarie in America, rifiuta di devolvere quelle ore, violentando la volontà di solidarietàdegli operai. E oggi ha rifiutato di ricevere la delegazione dell'Usb che deve consegnare le firme.
Non solo. L'azienda ha dichiarato in un comunicato che, se mai, dovrà discutere di queste problematiche con i sindacati confederali!
MA CHE CENTRANO I SINDACATI CONFEDERALI?! Che nulla hanno fatto prima e dopo?!
Questi sindacati non possono arrogarsi il diritto di decidere in nome di lavoratori che non rappresentano!

Lo Slai cobas provinciale e i lavoratori dello Slai cobas Ilva che hanno anch'essi sottoscritto per dare ore di lavoro a Stefano Delli Ponti, esprimono la solidarietà con i lavoratori dell'Usb che oggi stanno protestando sotto la direzione Ilva, con il lavoratore Delli Ponti e la sua famiglia.

Raccolta per operaio malato
Usb: «Ilva non lo riceve»
Azienda: regole per colletta

TARANTO – Alcuni lavoratori e rappresentanti dell’Usb (Unione sindacale di Base) hanno occupato la saletta antistante la direzione dello stabilimento Ilva di Taranto per solidarizzare con il loro compagno di lavoro Stefano Delli Ponti, malato di tumore. L’uomo attende dalle 11.15 di oggi di essere ricevuto dal direttore dello stabilimento e dal capo del personale, ai quali intende consegnare i fogli con le firme di migliaia di dipendenti del Siderurgico che hanno sottoscritto un documento per donargli il corrispettivo di 9.000 ore di lavoro o di ferie, pari a 70.000 euro lordi. Lo rende noto la stessa Usb con un comunicato.

«I vertici Ilva – sottolinea il coordinatore provinciale dell’organizzazione, Francesco Rizzo – non hanno preso neanche in considerazione l’ipotesi di riceverlo anche solo per ascoltarlo. Il messaggio per noi è chiaro: per queste persone i lavoratori non hanno neanche il diritto di aiutarsi tra di loro».

Delli Ponti ha contratto il tumore al collo per due volte nel giro di un anno e sta sostenendo costosissime spese per la cura della malattia. «Le condizioni finanziarie di Stefano – spiega Rizzo – disastrate dalle esose spese che affronta quotidianamente, dai debiti che ha dovuto contrarre per questo e dal misero stipendio che gli rimane ridotto ai minimi termini, non gli consentirebbero il viaggio della speranza all’estero, dove si sottoporrà ad un intervento chirurgico delicatissimo».

AZIENDA: SOLO REGOLE CERTE PER COLLETTA OPERAIO MALATOE' necessario rispettare le “regole inserite nel contratto nazionale di lavoro che tutelano la correttezza e la veridicità della raccolta firme propedeutiche ad eventuali raccolte di denaro a favore di dipendenti in difficoltà che, in ogni caso, sono demandate alle organizzazioni sindacali rappresentative in azienda”. Così l'Ilva spiega, in un comunicato, perchè non ha ricevuto stamani un suo dipendente, malato di tumore, che intendeva consegnare una raccolta di firme di suoi colleghi per aiutarlo economicamente ad affrontare la malattia.

Queste regole, aggiunge l’Ilva, “sono a garanzia dei lavoratori che devono sapere per cosa e con quanto stanno contribuendo. L’azienda, comprendendo la necessità e l’urgenza di definire queste regole, convocherà già nelle prossime ore le organizzazioni sindacali rappresentative per definire le modalità di svolgimento di queste azioni di raccolta a favore dei lavoratori”. L’Ilva considera infine “molto grave la strumentalizzazione di una vicenda personale dolorosa che richiede da parte di tutti la massima sensibilità”.

Nessun commento:

Posta un commento