lunedì 20 maggio 2013

braccianti di Nardo' tornano il caporalato e lo schiavismo !

lo slai cobas per il sindacato di classe di taranto punta a organizzare un gruppo di intervento
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Nardò, un anno dopo la rivolta nei campi di anguria tornano i caporali.
Le angurie sono ancora da seminare ma i caporali sono già all'opera tra le 
campagne di Nardò e dei paesi limitrofi. Girano, controllano, reclutano,
mentre le istituzioni ancora discutono su come gestire l'accoglienza
nell'estate 2013 e le organizzazioni sindacali e di categoria si apprestano
a firmare un protocollo nel tentativo di arginare la piaga del lavoro nero.
A un anno dall'operazione "Sabr" (che fece finire in carcere 22 tra
imprenditori e caporali, accusati di avere messo su un'associazione a
delinquere per far arrivare in Puglia manodopera clandestina e sfruttarla)
nulla è cambiato sotto il sole del Salento. Per scoprirlo basta fare un giro
tra i campi neretini, affacciarsi nei casolari diroccati, ai distributori di
benzina, alla mensa della Caritas, anche semplicemente passare nella piazza
costeggiata da via XX Settembre a metà pomeriggio. È quello il mercato del
lavoro illegale. La contrattazione avviene sotto gli occhi di tutti. Alla
luce del sole. Scandita dall'arroganza dei caporali e dalla disperazione dei
lavoratori. Tra Nardò e i paesi dell'hinterland ce ne sono già un centinaio,
divisi per etnie come da tradizione e alloggiati in fatiscenti ricoveri di
fortuna. Persino all'ex falegnameria, laddove i carabinieri del Ros all'alba
del 23 maggio dell'anno scorso arrestarono i "capi dei neri".

La masseria Boncuri in abbandono

L'edificioè abitato a ogni piano, i garage trasformati in cucine, i giacigli
allestiti a terra, i bagni ricavati sotto gli ulivi. Chi negli anni scorsi è
già stato in Salento sogna la masseria Boncuri e chiede "quando apre quella
casa grande sulla strada per Lecce". A Boncuri, però, per ora regna il
degrado. Cancelli rigorosamente sbarrati e erbacce che inibiscono l'accesso.
La masseria, secondo la volontà dell'amministrazione neretina, dovrebbe
diventare un centro di mediazione culturale a servizio dei braccianti, con
tanto di guardia medica e punto di ascolto, come ha spiegato il sindaco
Marcello Risi durante il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica sul
tema, che si è tenuto in Prefettura.


La realtà fotografata dalle istituzioni e dalle forze dell'ordine in
Prefettura, del resto, sembra molto diversa da quella che si osserva a Nardò
e nelle campagne circostanti. Perché i dati ufficiali non coincidono con
quelli reali. Perché se è vero che negli ultimi anni c'è stata una
contrazione dell'attività delle aziende agricole, è altrettanto vero che il
sommerso resta consistente e che le 61 pratiche di assunzione concluse nel
2012, (come emerge dal Decreto flussi) di cui ha parlato il prefetto
Giuliana Perrotta, sono ben poca cosa rispetto al numero degli immigrati che
hanno prestato la loro attività in maniera irregolare. E che quest'anno si
apprestano a fare lo stesso. Come dimostrano le concitate conversazioni del
pomeriggio nel suk del lavoro che è diventata la piazza di Nardò. Lì si
concentrano gli stranieri in cerca di occupazione, lì giunge il caporale a
bordo di un furgone bianco e chiama a raccolta gli uomini che già conosce.
Chi è fuori dal giro resta a distanza: ogni etnia ha i suoi punti di
riferimento.

Alle 17.30 arriva anche uno dei protagonisti dell'operazione Sabr, il
tunisino conosciuto come Gullit, finito in carcere prima per i fatti di
Rosarno poi per quelli di Nardò e oggi imputato nel processo in corso a
Lecce ma libero di tornare all'opera. È lui, con tutta probabilità, che
gestisce le prestazioni dei suoi connazionali già arrivati in Salento. Sono
i tunisini, infatti, quelli che  per ora hanno iniziato a lavorare, mentre
ghanesi e sudanesi ancora stentano: "stiamo mettendo le plastiche alle
angurie - spiega un uomo che sulla panchina aspetta il reclutamento  -  ci
chiamano ogni pomeriggio per il giorno dopo, contratto non ne ho firmato". A
Nardò nulla cambia. Le aziende sono al lavoro per la stagione delle angurie
e i caporali anche. La lezione dell'inchiesta "Sabr" pare servita a poco. Le
associazioni di categoria e i sindacati puntano su un protocollo che
disciplini in maniera rigida le assunzioni, stabilendo tariffe da applicare
e tracciabilità dei pagamenti da effettuare. Gli enti, dal canto loro,
annunciano di voler gestire l'accoglienza in maniera più razionale rispetto
agli anni passati.

Il sindaco Risi chiarisce che è volontà dell'amministrazione allestire una
tendopoli in un luogo distante 1 km da Boncuri, mettendo a disposizione
tende, brandine e bagni chimici, ma chiede per questo anche il sostegno
finanziario di Provincia e Regione. L'ispettorato del lavoro promette
controlli stringenti alle aziende, le forze dell'ordine anche, la Prefettura
assicura che vigilerà sul rispetto degli impegni delle parti in causa. Nelle
campagne, intanto, si vedono facce scure e schiene piegate a terra,
nonostante gli imprenditori della zona abbiano fatto di nuovo sapere che
l'estensione delle colture si è ulteriormente ridotta. I semi delle angurie
sono già sottoterra, i lavoratori sgomitano per racimolare dieci euro al
giorno. Nulla ancora è ben definito, solo i caporali sanno bene cosa devono
fare e come.

(17 maggio 2013)

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