Taranto, «gelata» sul porto - il Tar accoglie un ricorso e blocca i nuovi progetti |
TARANTO
- A rischio i nuovi investimenti nel porto di Taranto relativi alla
riqualificazione e al rilancio dei terminal container di Evergreen. Il
Tar di Lecce, infatti, ha accolto il ricorso presentato dal terminal
rinfuse contro il mancato rinnovo della concessione da parte
dell’Autorità portuale - si tratta di un’area di 46.695 metri del molo
polisettoriale - e ha quindi sospeso una serie di provvedimenti. Lo stop
dei giudici amministrativi riguarda gli atti dell’Authority di Taranto
«in relazione al mancato rinnovo della concessione» ma anche il decreto
del presidente del Consiglio dei ministri che un anno ha ha nominato
Sergio Prete, attuale commissario dell’Authority, commissario
straordinario per l’esecuzione delle opere. Sospeso anche, fa sapere la
stessa Authority, «l’accordo generale per lo sviluppo dei traffici
containerizzati» e la realizzazione delle relative opere. La stessa Autorità portuale ha già annunciato che impugnerà davanti al Consiglio di Stato la sospensiva, ma intanto i primi interventi che rischiano di fermarsi sono proprio la riqualificazione del molo polisettoriale, per la quale erano già pervenute le offerte che la commissione tecnica avrebbe dovuto valutare, e i dragaggi. Questi ultimi servono a dare maggiore profondità ai fondali antistanti l’area del molo per consentire l’attracco di navi portacontainer più grandi. Le infrastrutture sulle quali incombe la fermata sono pari a circa 200 milioni di euro. Dalla sospensiva del Tar di Lecce si «salvano» solo le opere della piastra logistica che sono l’altro grosso progetto in corso nel porto di Taranto con interventi per ulteriori 219 milioni di euro |
venerdì 10 maggio 2013
Nuove ombre sul porto. Tutto il piano finora è stato di annunci e progetti non realizzati. Gli unici che stanno pagando sono gli operai della TCT, da mesi in cassintegrazione senza effettive possibilità che essa abbia fine. Non solo, ma anche tra gli operai, figli e figliastri con accordo tra azienda e sindacati confederali e Autorità portuale. Solo lo Slai cobas sta lavorando per rompere questo circolo vizioso.
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