giovedì 16 maggio 2013

in galera un pezzo da novanta del sistema politico filo RIVA - i sindacati confederali CISL in testa da sempre legati a FLORIDO si sentono sotto assedio





Sindacalisti del padrone nel panico

. «Eravamo in Consiglio di fabbrica e affrontavamo il te ma dei contratti di solidarietà, quando è arrivata la notizia» racconta un operaio. L’assemblea andava avanti da un po’, circa duecento lavoratori ascoltavano proprio il delegato della Fim Cisl, il sindacato di cui Florido è stato segretario generale. Al ter mine dell’intervento, fulminea, si è sparsa la notizia. Non è stato facile per Donato Stefanelli, segretario generale della Fiom Cgil - unico leader presente all’incontro con gli operai di vari reparti: laminatoio a freddo, ma gazzini, pulizie - gestire il momento in cui dagli smartphone la notizia ha cominciato a diffondersi, sorprendente e contagiosa. Fiducia nella magistratura e nessun cenno alla persona, del resto non potevano essere più abbottonate le reazioni verso un ex.

Tra i lavoratori non si può parlare di reazione ostile, ma nemmeno di un moto di soli darietà nei confronti di quel che fu il pre stigioso rappresentante Fim, per anni sindacato di maggioranza nello stabilimento siderurgico; l’uomo che ha incarnato più di ogni altro rappresentante dei lavoratori la sintesi tra politica e sindacalismo, quel continuo risorgere in mutate forme di un connubio rivelatosi strategico - nel bene e nel male - per i destini di Taranto; l’«araba fenice» analizzata profeticamente da Walter Tobagi nella sua inchiesta sul side rurgico e sui «metalmezzadri» pubblicata dal Corriere della Sera nel 1979.

«Lo sentivamo ormai lontano perché aveva lasciato il sindacato ed era diventato un uomo politico» ammette candidamente un dipendente dell’acciaieria. E ricorda «quando fu fischiato e non finì il suo in tervento». Era aprile del 2012, poco più di un anno fa, pochi giorni prima della «mar cia degli ottomila» lavoratori Ilva. Florido prese la parola alla manifestazione dei me talmeccanici di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm. Voleva impedire la spaccatura tra orga nizzazioni sindacali, lavoratori e fabbrica. Voleva riportare tutto nei binari del con fronto. Intuiva i disastrosi effetti collate rali dell’onda lunga operaia «ispirata» da padron Riva, poi abbattutasi il 30 marzo; voleva aiutare il sindacato a prevenire la prova di forza. Tutto inutile perché poi tutto accadde inesorabilmente: l’infuocata stagione estiva dei sequestri e delle ma nette nell’inchiesta ambiente svenduto, il tornado d’autunno, le leggi, le sentenze, sequestri e dissequestri, l’incerto presente e la nuova svolta giudiziaria.

Ora si teme che la pesante eredità dell’arresto di Florido si abbatta, con un nuovo, sensibile, calo di fiducia, sugli stes si sindacati. Due i campanelli d’allarme: la perdita del consenso tradotta in una per dita di tessere d’iscrizione e la difficoltà di trovare candidati per le prossime elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie.


Florido voleva intervenire sul procuratore
TARANTO – Il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido (Pd), arrestato ieri assieme ad altre tre persone nell’ambito di un’indagine per concussione (ai danni di due dirigenti della Provincia) per l’autorizzazione di una discarica interna all’Ilva, ha assecondato gli interessi del siderurgico anche “concordando con Girolamo Archinà e con l'avvocato Egidio Albanese (legale dell’azienda, ndr) un suo intervento presso il procuratore della Repubblica, allo scopo di arginare le attività investigative della polizia giudiziaria” che erano in corso. Lo scrive il gip Patrizia Todisco nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata ieri a Florido, all’ex assessore all’ambiente della Provincia di Taranto, Michele Conserva, ad Archinà e all’ex direttore generale della Provincia, Vincenzo Specchia, quest’ultimo posto ai domiciliari.

L'intervento programmato da Florido presso il procuratore di Taranto – annota il giudice – “è assolutamente strumentale alla causa” poichè gli indagati ritengono che “un più basso livello di attenzione da parte della magistratura e della pg” sull'operato del settore ambiente della Provincia “possa più facilmente indurre” il dirigente del settore (“ma anche l'assessore Conserva, che aveva desistito dai propositi criminosi fino a quel momento condivisi con Florido poichè aveva appreso di essere indagato”) a “piegarsi al volere del Presidente della Provincia, a vantaggio dell’Ilva”.

Dei comportamenti di Florido – si riporta negli atti – si ha contezza in una conversazione telefonica intercettata il 17 marzo 2010 tra Archinà e Albanese, “nel corso della quale quest’ultimo riferisce di aver parlato della questione al presidente Florido e che lo stesso Florido 'Domani chiederà di parlare con il procuratorè”. Secondo il giudice, Florido, Conserva e Specchia, “operando in piena unità di intenti, hanno rilevato una inquietante, forte inclinazione comportamentale ad asservire il pubblico ufficio, i pubblici poteri rispettivamente esercitati, al conseguimento di obiettivi di favore economico a beneficio di determinati soggetti (ovviamente non di soggetti qualunque), in spregio dei principi di buon andamento ed imparzialità della pubblici amministrazione”.

Florido, telegramma dal carcere "Mi dimetto da presidente della Provincia"

A ventiquattr'ore dall'arresto disposto dal gip Patrizia Todisco l'amministratore Pd accusato di concussione ha rinunciato al suo incarico. Contestualmente è stato anche sospeso dalle sue funzioni dal prefetto di Taranto. Provincia verso lo scioglimento


Anche i consiglieri provinciali e gli assessori del Pd hanno deciso di rassegnare le dimissioni dalle loro funzioni a seguito dell'arresto del presidente Gianni Florido (Pd) nell'ambito dell'inchiesta 'Ambiente svenduto'. Le dimissioni, sottolinea in una nota il gruppo consiliare del Pd, "saranno depositate presso la segreteria generale della Provincia di Taranto non appena saranno formalizzate quelle del presidente Gianni Florido" avevano deciso i democratici in mattinata.

Contestualmente alle  dimissioni di Florido il prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, ha sospeso dalla carica il presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, in conseguenza "dell'applicazione delle misure coercitive disposte dall'autorità giudiziaria in data 15 maggio 2013". Oggi il provvedimento del prefetto di Taranto è stato trasmesso anche al presidente del Consiglio provinciale e ai consiglieri provinciali che hanno convalidato l'elezione di Flo

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