Permessi illeciti per ottenere l'Aia, l'autorizzazione ambientale con la quale la grande fabbrica di acciaio ha potuto continuare a produrre e inquinare. Queste le accuse che hanno portato a una nuova pioggia di manette a Taranto nell'ambito dell'inchiesta "ambiente svenduto", che seguono di poco l'ok al dissequestro delle tonnellate di prodotti finiti e semilavorati dell'Ilva. Tra gli arrestati anche il presidente della Provincia Gianni Florido, 61 anni, alla guida dell'amministrazione dal 2004 (eletto per il secondo mandato nel 2009 col Pd) e in passato segretario generale della Cisl ionica.
L'operazione è scattata alle prime luci del mattino. I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare spiccate dal gip Patrizia Todisco. Gli arrestati sono, oltre a Florido per il quale l'accusa sarebbe di concussione; l'ex assessore all'Ambiente Michele Conserva (Pd) e l'ex segretario della Provincia di Taranto, Vincenzo Specchia, per il quale sono stati disposti i domiciliari. Specchia, originario di Galatina (Le), oggi è segretario generale del Comune di Lecce: appresa la notizia, l'amministrazione guaidata da Paolo Perrone (Pdl) ha provveduto alla sospensione.
Tra i destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare anche Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni istituzionali del colosso siderurgico che avrebbe lavorato per agevolare l'attività della grande fabbrica accusata di disastro ambientale. Ad Archinà l'ordinanza è stata notificata in carcere, l'ex dirigente Ilva è detenuto dal 26 novembre.
Al centro del nuovo terremoto giudiziario le manovre attivate per ottenere l'autorizzazione della discarica "Mater Gratiae", realizzata in una cava all’interno dello stabilimento Ilva. Documenti necessari all'ottenimento dell'Aia: l'autorizzazione ambientale per l'acciaieria è stato rilasciato una prima volta dal governo Berlusconi, dall'allora ministro Stefania Prestigiacomo, e recentemente da Corrado Clini, dell'esecutivo Monti. Nel sito vengono smaltiti i rifiuti industriali e le polveri prodotte dagli impianti ritenuti la fonte dell'inquinamento killer inquadrato con l’indagine per disastro ambientale. Florido e Conserva sono accusati di aver indotto, dal 2006 al 2011, dirigenti del settore ecologia e ambiente della Provincia di Taranto a rilasciare i permesi per la discarica gestita dall'Ilva "in carenza dei requisiti tecnico-giuridici". Quella procedura autorizzativa sarebbe stata viziata da una serie di passaggi sospetti e di pressioni indebite tutte fotografate dall'attività condotte dalle Fiamme Gialle del comando provinciale. Nel mirino l'attività svolta dagli uffici della Provincia, compente al rilascio delle autorizzazioni ambientali. In quegli uffici la pratica relativa alla discarica sarebbe stata accompagnata da pressioni illecite che hanno portato alla emissione dei provvedimenti restrittivi. Anche in questo caso regista delle operazioni condotte sottotraccia dall'Ilva sarebbe stato Girolamo Archinà, l'ex potentissimo responsabile dei rapporti istituzionali dell'azienda, in carcere dallo scorso 26 novembre. In questo capitolo dell'inchiesta condotta dal pool della Procura della Repubblica di Taranto, guidata da Franco Sebastio, non ci sarebbero altri indagati.
Per questo all'ex dirigente è stato notificato in cella un nuovo provvedimento restrittivo. Ma a far rumore è soprattutto il coinvolgimento di Florido. Tarantino, sposato e con due figlie, con alle spalle una lunga militanza nella Cisl, di cui è stato anche segretario provinciale, è stato eletto per la prima volta nel 2004 e nel 2009 è stato confermato con oltre centomila preferenze. Nel 2007, all'indomani del dissesto finanziario del Comune di Taranto, si era anche candidato sindaco di Taranto con una coalizione di centrosinistra ma al ballottaggio era stato sconfitto dall'attuale sindaco Ezio Stefano, anche lui ingato nella stessa inchiesta per abuso e omissione di atti d'ufficio.
Negli ultimi mesi si era anche parlato di una possibile candidatura di Florido al Parlamento, tant'è che si ipotizzavano sue dimissioni anticipate dalla carica di presidente della Provincia anche in relazione al ventilato scioglimento delle stesse Province, cosa che poi non si è più verificata. E comunque la maggioranza di centrosinistra votò in aula, in Consiglio,un documento chiedendogli di restare alla guida dell'ente. Da vedere adesso che accade in Provincia perché all'indomani delle dimissioni del vice presidente Costanzo Carrieri, del Pd, eletto presidente del consorzio Asi, non sarebbe stata formalizzata la nomina di un nuovo vice presidente, mentre la delega all'Ambiente lasciata da Conserva è stata subito trasferita a Giampiero Mancarelli, del Pd, che è anche titolare del Bilancio.
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