mercoledì 3 settembre 2014

All'Ilva niente di chiaro... se non la spudorata subordinazione dei sindacati confederali

Non vi sono sostanziali novità dalle ultime notizie sulla situazione Ilva (vedi sotto stralcio dell'articolo di ieri su Sole 24 Ore), e soprattutto non ci sono per gli operai, sia sul fronte salariale che, soprattutto, sul fronte bonifiche in fabbrica, ma anche sul fronte del futuro lavorativo, notizie certe e positive. 
Ciò che invece appare chiaro è la linea di totale subordinazione alle decisione di padronato e governo dei sindacati confederali, che continuano ad aspettare notizie e piani, lasciando gli operai in una posizione totalmente passiva verso ciò che sta accadendo e accadrà:
Sul fronte del futuro dello stabilimento, con la probabile acquisizione da parte del gruppo Arcelor-Mittal, Fim, Fiom, Uilm "attendono il piano industriale" del gruppo, lì dove è certo che, bene che vada, gli indiani si prenderanno solo una parte dell'Ilva, tagliando posti di lavoro, e mettendo solo quei fondi che servano per andare avanti non certo per risanare realmente la fabbrica; visto che il vero scopo di questa acquisizione sarebbe di avere una altra porta d'ingresso in Europa, acquisire forza economica sui mercati per battere multinazionali dell'acciaio concorrenti.
Sul fronte della crisi di liquidità dell'Ilva e del permanente rischio per i salari degli operai, i sindacati confederali tranquillizzano, facendosi convinti portavoce del governo e della Ministra-padrona Guidi. E non arrivano neanche a fare la richiesta che fanno le aziende dell'appalto e il presidente della confindustria di Taranto: che i loro crediti "siano garantiti dallo Stato"...
Mentre sul fronte lavori per le bonifiche ambientali, risanamento impianti, semplicemente tacciono...

Ma anche altri tacciono in Ilva, dall'Usb agli operai Liberi e Pensanti... ma su questo torneremo dopo.

(dall'articolo del Sole 24 Ore) - «...il gruppo franco indiano Arcelor-Mittal che dopo aver confermato il suo interesse ad acquisire l'azienda, a fine settembre dovrebbe presentare il piano industriale. Piano atteso anche dai sindacati per vedere se conferma livelli di produzione, occupazione e investimenti ambientali per Taranto, condizione posta come prioritaria...
E intanto sul prestito ponte che il commissario Piero Gnudi ha chiesto alle banche si attende una schiarita. Saranno 250 milioni e non i 650 chiesti da Gnudi e la prima delle due tranche dovrebbe essere versata la prossima settimana. Lo si apprende da fonti sindacali che ieri hanno incontrato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, per Thyssen. Il ministro, dicono i sindacati metalmeccanici, si è mostrata fiduciosa sullo sblocco del prestito e ha sottolineato che la gestione dell'Ilva sta migliorando e le perdite sono più contenute.
Per gli stipendi ai dipendenti, invece, alla scadenza del 12 settembre sarà saldato quello di agosto, mentre ci sono dubbi sul premio di risultato... L'Ilva potrebbe rinviarla per venire incontro ai fabbisogni dell'indotto e dell'appalto. Non è certo però. I sindacati infatti affermano che il ministro avrebbe detto che l'arrivo del prestito permetterebbe di saldare anche il premio ai dipendenti...
Ma accanto a stipendi e fornitori, ci sono anche le opere dell'Autorizzazione integrata ambientale da mandare avanti. Da alcuni giorni l'Ilva ha un nuovo sub-commissario al posto di Edo Ronchi. Corrado Carrubba, commissario dell'Arpa del Lazio, incontra gli stessi problemi di Ronchi, ovvero come finanziare la bonifica dello stabilimento e pagare i lavori. La legge 116 del 2014 (decreto Competitività) ha migliorato la possibilità di accesso ai fondi sequestrati ai Riva per reati fiscali e valutari, stabilendo che le somme devono essere trasferite a titolo di sottoscrizione di aumento di capitale e che il sequestro sulle somme si converte in sequestro delle azioni o delle quote emesse. Ma in ogni caso il meccanismo ha bisogno di tempo per essere attivato e l'Ilva corre il rischio di accumulare nuovi ritardi...". 

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