venerdì 5 settembre 2014

Assistenza dignitosa agli immigrati, clausola sociale negli appalti - IL COMUNE DEVE ASSUMERSI LE SUE RESPONSABILITA'

Lo Slai cobas ha scritto al sindaco e vicesindaco 


SUGLI IMMIGRATI

nel richiamare l'attenzione sull'articolo apparso nei giorni scorsi (di cui riprendiamo, sotto, stralci)j, e nel ricordare che lo slai cobas dall'inizio della "emergenza arrivo immigrati" - che ora non è più emergenza - aveva chiesto che il Comune direttamente si occupasse di organizzare le forze per l'assistenza, si ribadisce che questa assistenza non può essere affidata solo a volontari che oggi stanno e domani no, nè essere oggetto di speculazioni di associazioni equivoche, ma deve essere gestita dal Comune occupando a questo scopo i disoccupati e le disoccupate, in maniera dignitosa.
Si tratta di lavori socialmente utili che devono unire attività lavorativa e formazione.


Dall'articolo di MONICA ARCADIO

"... Taranto, superata l’onda emotiva dei primi sbarchi e delle prime operazioni di accoglienza, non si presenta cosi solidale come all’inizio salvo la presenza costante di volontari - che ormai si contano sulla punta delle dita - impegnati nei vari, quanto improvvisati, centri di prima accoglienza del territorio. Solo pochi giorni fa, l’associazione Salam di Martina Franca, attraverso una associazione temporanea di imprese (Ati), si è aggiudicata un bando per la gestione di una nuova struttura per gli immigrati. Pochissimi giorni fa quella struttura, nella zona industriale di Paolo VI, è stata aperta con l’impiego di dieci persone assunte con contratto di un mese, prorogabile fino a dicembre, a 500 euro al mese. Quelli che un tempo erano volontari, volontari di fatto non lo sono più seppure per pochissime centinaia di euro...
Stando a indiscrezioni sarebbe in cantiere l’apertura di altri due centri analoghi a Taranto, le cui sedi sarebbero state individuate, ma al momento nulla di certo. Resta, però, il fatto che il fenomeno dell’immigrazione continua ad essere gestito con improvvisazione e precarietà senza offrire neppure un minimo di dignità a uomini, donne, bambini...
Il Baby Club ne è l’esempio più lampante in questo momento... Non ci sono letti, soltanto materassi appoggiati a terra. Grandi e squallidi stanzoni che solo il lavoro dei volontari ha reso lievemente dignitosi e accoglienti...".


SUGLI APPALTI IN CORSO

La scrivente O.S. torna a ribadire la assoluta necessità che negli appalti di opere per la città (manutenzione stradale, illuminazione, rifacimento strutture, ecc.) in programmazione, sia inserita una clausola sociale affinchè una parte dei lavoratori impiegati in questi appalti sia presa dal bacino dei disoccupati di Taranto.
Aggiungiamo che questo progetto può essere accompagnato anche dall'attuazione in contemporanea di corsi di formazione, finalizzati ai lavori degli appalti.
A conforto di questa richiesta segnaliamo le "Linee guida per l'inserimento lavorativo di cittadini svantaggiati negli appalti di beni e servizi" eleborate dal Comune di Torino", nonchè altri piani, supportati da normative, che confermano la fattibilità e opportunità della clausola sociale negli appalti pubblici.

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