mercoledì 3 settembre 2014

Solidali con la protesta dei lavoratori della Teoma - ma a Taranto serve l'unità di tutti i lavoratori precari e disoccupati su basi di classe e di massa e non una vertenza alla volta

Giovedì arriva l’ammiraglio De Giorgi

“Scaricati dalla Difesa”, la rabbia dei manovali

Davanti alla prefettura, per dar vita a quella che si preannuncia come la prima giornata di protesta. Protagonisti i lavoratori della Teoma.

Prestano l’attività di manovali presso le strutture della Marina militare. E’ il loro lavoro da venti, trent’anni. Solo che oggi, a causa dei tagli, a fine mese portano a casa buste paga anche da zero euro. La media sono 50, 100 euro al mese.

A farsi portavoce dei 45 lavoratori è Salvatore Stasi, dei Cobas Lavoro privato. “La situazione è ormai insostenibile” dice dopo aver tenuto un incontro in prefettura durante il quale sono state rappresentate due richieste: “visto che la politica è completamente assente nonostante la vertenza sia arrivata ad un punto di non ritorno, abbiamo chiesto un incontro alla commissione Difesa - vista anche la presenza della parlamentare ionica Donatella Duranti. A Taranto o a Roma, purchè si faccia subito” ha spiegato. Domani il presidio dei lavoratori si sposta sotto l’Ammiragliato. La giornata clou potrebbe essere quella di giovedì. E’ attesa infatti la visita del Capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che torna a Taranto. “Vorremmo incontrarlo; per questo abbiamo anche inviato specifica richiesta all’Ammiragliato affinché nel protocollo della giornata sia previsto un incontro”.
Il lavoro che non c’è, ancora una volta, si prende la scena. Il risultato sono famiglie che non ce la fanno ad andare avanti: “Sono stati sfrattati, si sono visti tagliare luce e gas, mangiano a casa dei genitori: la situazione è davvero gravissima - continua Stasi. Dopo una vita di lavoro, ora li stanno scaricando: sono passati da quattro ore al giorno a un’ora e mezza, quando si lavora. Perché col ‘contratto a chiamata’ non è detto ed è proprio questo tipo di contratto che, inoltre, sbarra la strada a qualunque tipo di ammortizzatore sociale. Non si può tagliare chi è già ultraprecario. E dopo venti, trent’anni, dove lo trovi un altro lavoro?”

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