sabato 6 settembre 2014

Infortunio Ilva - La revoca dello sciopero - Fim, Uilm, Usb, esecutori della volontà e interessi aziendali

LA QUESTIONE DECISIVA PER LA SICUREZZA E' LA RISPOSTA DEGLI OPERAI E DELLE OO.SS. - MA QUI A PROBLEMI VECCHI SI AGGIUNGONO DI NUOVI.
LA REVOCA DELLO SCIOPERO FATTA ANCHE DA L'USB.

La questione decisiva anche dopo la morte di Iodice è come gli operai e le organizzazioni sindacali affrontano il problema.
E' stato dichiarato uno sciopero di 24 ore da tutte le OO.SS. interne, a cui lo Slai cobas per il sindacato di classe ha immediatamente aderito, nonostante la fiducia negli attuali dirigenti sindacali interni sia pari a zero. Perchè quando si muore in fabbrica, la fabbrica si deve fermare e tutti gli operai che hanno un minimo di coscienza devono, obbligatoriamente, scioperare; altrimenti, come ha detto un operaio: "per un collega morto non avete alzato la testa".

E c'è da dire che in generale lo sciopero, questa volta, ha avuto un'adesione migliore che in altre occasioni. Ma l'adesione sarebbe stata davvero più alta se non ci fossimo trovati di fronte alla decisione di Fim, Uilm e Usb di aderire alla richiesta dell'azienda di revoca dello sciopero in vari reparti.
Questa decisione è stata sbagliata. I Liberi e pensanti hanno giustamente scritto: "cosa non ha funzionato rispetto al passato per spingere quei sindacati a ritirare lo sciopero nei reparti convertitore e acciaieria 1, trattamento siviere 1, impianti ossigeno e gas, gestioni rottami ferrosi e scorie, reparti nei quali in generale non sono previste "comandate", cioè l'obbligo per i lavoratori di restare pena la precettazione, al fine di garantire la sicurezza degli impianti".
Giustamente si ricorda che in uno sciopero del 2005, in cui l'azienda sollevò analoghe circostanze, la magistratura, con sentenza marzo 2010, si espresse rigettando l'istanza aziendale.
L'azienda ha parlato di "rischio incolumità dei lavoratori e degli impianti stessi", ma essa stessa aveva volutamente determinato questa situazione continuando a far colare ghisa. Quindi, in sostanza, reagendo alla morte dell'operaio con una continuità produttiva che contava sul fatto che la fabbrica non fosse fermata dallo sciopero e sul fatto che così poteva far agire il ricatto verso i lavoratori, e soprattutto l'accettazione di questo ricatto da parte delle OO.SS.
Per questo non si doveva accedere alla richiesta di revoca dello sciopero e l'azienda doveva essere inchiodata alle sue doppie responsabilità.

Sulle giustificazioni dei "revocatori di sciopero". Su Fim e Uilm non abbiamo nulla da dire, da sempre accettano tutto ciò che l'azienda dice e in particolare in occasione degli scioperi con mega comandate, ecc. ecc.
Invece va denunciata la posizione e l'ipocrisia dell'Usb e del suo segretario Franco Rizzo. Questi, quando non erano nelle Rsu, facevano "fuoco e fiamme", con scioperi prolungati anche oltre ragione. Oggi, invece, Rizzo parla di "senso di responsabilità", oggi Rizzo dà credito all'azienda a prescindere: "l'Ilva ha detto in serata che lo stabilimento aveva addirittura pochi minuti di autonomia, che si sarebbe fermato, che i danni sarebbero stati incalcolabili..." (Boom!!). Un difensore meglio di Rizzo l'azienda oggi non lo poteva trovare.
Rizzo aggiunge "abbiamo agito per proteggere i lavoratori". Ma era proprio la serietà dello sciopero che serviva a proteggere i lavoratori e Rizzo dovrebbe saperlo molto meglio di noi.
Qualcuno ha pensato di cavarsela affermando - al solito su facebook - : "non siamo tornati a lavorare per i soldi ma solo per salvaguardare gli impianti, sarebbe una grande cosa devolvere la giornata in beneficenza alla famiglia del povero Angelo Iodice". Ma basta con questa favola della "beneficenza alla famiglia"! già usata purtroppo in altre occasioni per decisioni sciagurate di boicottaggio dell'arma dello sciopero - Una cosa è la lotta, una cosa è il sostegno alla famiglia.
La lotta è contro il padrone che ha ucciso quella famiglia!

Purtroppo questa situazione dimostra ancora una volta che in fabbrica non c'è il sindacato di classe e di massa, necessario a fronteggiare la questione della sicurezza come tutta la questione Ilva in questo momento.
Le nuove Rsu non hanno risolto un bel niente, come avevamo detto dal primo momento, e la posizione di non contribuire all'organizzazione sindacale di classe, attraverso lo Slai cobas per il sindacato di classe, dei Liberi e pensanti fa restare gli operai disorganizzati, disorientati, confusi, divisi e indifesi, alimentando l'opportunismo e l'interesse personale che in questa fabbrica ha già fatto fin troppi danni.
Ma questa situazione deve cambiare e cambierà! Su questo abbiamo fiducia e insistiamo con tenacia.

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