sabato 20 settembre 2014

"Tra crolli e degrado così muore città vecchia" - ma non tutto crolla...

Ma c'è da dire che non tutto crolla a Taranto Vecchia, perchè vi sono gli stabili che si lasciano crollare, e che non vengono mai ristrutturati dal Comune e invece i Palazzi che non solo non crollano ma vengono ristrutturati, riportati alla loro valenza antica anche artistica... solo che questi vengono utilizzati per aprire un hotel a costi proibitivi, un ristorante di lusso, un pub chic, un bar per chi vuole andare ogni tanto a sentire l'humus della Taranto vecchia... 
C'è da sospettare che volutamente le case vengano lasciate crollare, così via via gli abitanti della Città vecchia sono cacciati e lasciano finalmente tutto il posto agli imprenditori privati.
Imprenditori privati che non solo si prendono i palazzi più belli, ma si appropriano anche di ipogei, di terrazze con una visione panoramica bellissima, cioè di beni pubblici che dovrebbero essere sempre aperti - curati dal Comune - e sempre visitabili; a differenza di ora che - a parte, bontà loro! una volta all'anno in occasione dell'"isola che vogliamo" - per vedere un ipogeo devi pernottare in quel Hotel o sorseggiare un costoso aperitivo nella sua terrazza - vedi Hotel Akropolis e altri...


"In via Duomo l’ennesimo cedimento. Risanamento: servono soldi e idee

Via Duomo, nei pressi di un noto hotel. Un altro crollo, segnalato da un nostro lettore. Lì vicino, ci dice, anche “un solaio che può cadere da un momento all’altro, e non si è ancora visto nessuno per 
intervenire”. Solo poche ore prima, la caduta di una soletta di un balcone e, in precedenza, di alcuni 
calcinacci.
Quindi, le dichiarazioni di inagibilità, gli sgomberi.


Ecco come muore quello che potrebbe essere uno dei centri storici più belli del Mezzogiorno. Morte 
annunciata, in realtà. Perchè tutti sanno che la città vecchia di Taranto sta letteralmente cadendo a 
pezzi, un po’ alla volta. C’è “l’attività di monitoraggio per catalogare gli immobili a rischio crollo”, certo, ma la vera difficoltà è trovare un edificio che sia sano.
Restano i sigilli disposti dalla magistratura, nell’ambito dell’inchiesta su quei lavori-fantasma che 
dovevano tutelare i residenti e ridare decoro al borgo antico e che invece, secondo la Procura, 
sarebbero serviti solo a gonfiare qualche portafogli. Un bluff, l’ennesimo, in una città - al di là e al di qua del ponte girevole - piena di sfregi, edifici che se non sono fatiscenti sono rimasti in costruzione, 
perchè bloccati dalle inchieste o magari solo così, perchè sono finiti i soldi. Quelli che ci vorrebbero 
per ‘risanare’ (parolina magica che a Taranto va bene per qualsiasi cosa) l’Isola, senza limitarsi a 
mettere transenne su transenne.
Oltre ai soldi, però, ci vogliono idee. Una visione di futuro, per quello che è il passato di Taranto. Ci sono imprenditori privati che ci stanno mettendo gli uni e le altre, aprendo locali, bed & breakfast, negozi.
E’ la parte pubblica quella che manca, che non rispetta il ‘contratto sociale’. Si era addirittura paventata a possibilità di portar via dai vicoli quella gemma che è l’istituto musicale Paisiello, una delle poche glorie di una città abituata a nascondere, se non a distruggere, le proprie bellezze.
Quegli studenti, insieme ai ragazzi dell’Università (solo succursale di quella di Bari, non dimentichiamolo) sono l’unica, vera, grande speranza per Taranto vecchia"

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