Le
grottesche elezioni provinciali, ultimo parto reazionario del governo
e del parlamento delle “larghe intese” ha trovato a Taranto la
sua manifestazione pratica più spudorata: i notabili addetti al voto
hanno inciuciato per mesi e alla fine hanno eletto chi in questo
inciucio si era mosso con abilità e anticipo, il sindaco di Massafra
di centrodestra, Tamburrano, votato anche massicciamente dai
consiglieri del PD orchestrati da Pelillo.
Un'elezione
quindi all'insegna della vera antipolitica, un'elezione che non
dispiacerà certo a Renzi che conduce alla grande tutto questo a
livello nazionale. Un'elezione che a livello locale mette in luce
quale coacervo di politicanti, arrivisti e cercapoltrone compone il
PD, frazione vincente e frazione perdete - che in questo caso
risulterebbero rispettivamente rappresentate dai due sindaci, quello
di Bari, Emiliano in corsa per la Regione e quello di Taranto,
Stefano che anche in queste elezioni ha fatto la figura del
“peracottaro”.
Potremmo
finirla qui se non ci trovassimo però poi di fronte a problemi
concreti, citati da Bonelli: “A Taranto la Provincia dovrà
decidere e dare parere sulle discariche, su quelle al servizio
dell'Ilva, sul Porto, dovrà dare l'autorizzazione sul raddoppio
dell'inceneritore di Massafra dell'Appia Energy di proprietà della
Marcegaglia attuale presidente dell'ENI.
Che
deciderà, quindi, questo coacervo di interessi che si raccoglie
intorno a Tamburrano? Non è che sia chiaro, perchè siamo abituati a
opposizioni a progetti padronali e anti ambientali che sono
strumentali ad ottenere mazzette e favori e poi diventano consenso.
Diciamo
che, comunque, sul piano politico si va sgretolando quell'asse di
centrosinistra che controllava tutti gli Enti, da Vendola a Stefano.
I
grandi assenti in tutta questa contesa sono anche qui le masse reali.
Hanno fatto un'elezione che, a prescindere, le escludeva.
In
fondo è una cosa chiara, da un lato il Palazzo della politica dei
partiti, dall'altro le masse che sono “anti politica” nel senso
di rigetto di questo modo di intendere la politica e che possono fare
la politica vera attraverso la lotta e l'organizzazione.
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