mercoledì 1 ottobre 2014

La soluzione Ilva Genova anticipa soluzioni anche per Taranto


Ilva, accordo siglato sul filo di lana operai al lavoro in parchi e cimiteri  di NADIA CAMPINI
Operai ilva con l'accordo sindacale buttati fuori dalla fabbrica e ridotti a lavoratori socialmente utili 

Lo Slai cobas per il sindacato di classe Ilva Taranto denuncia questo accordo che può essere un precedente per Taranto e invita gli operai a rigettarlo.
Grondona - Fiom/Lotta comunista - al solito giustifica l'ingiustificabile e copre le scelte di padroni-governo e sindacati collaborazionisti

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Ilva, accordo siglato sul filo di lana: operai al lavoro in parchi e cimiteri

L’intesa firmata a sette ore dalla scadenza dei contratti di solidarietà I lavoratori saranno chiamati a operare in progetti di pubblica utilità Soddisfatti Burlando e Doria: “Un percorso che porta benefici alla città”
"Con una certa dose di fatica e di ansia siamo arrivati in fondo». Il presidente della Regione Claudio Burlando può finalmente tirare un sospiro di sollievo. Dopo almeno quattro docce fredde, a sette ore dalla scadenza fatidica dei contratti di solidarietà, l’accordo sull’Ilva di Cornigliano è stato firmato. Ieri sono terminati i contratti di solidarietà per 1450 addetti su 1750 in organico all’Ilva, da questa mattina 765 lavoratori entreranno in cassa integrazione in deroga, alle otto sono invitati tutti a presentarsi alla Sala Chiamata del Porto.

Ci sarà una breve assemblea che illustrerà l’intesa, subito dopo, a scaglioni di 200, si vedranno illustrare i progetti per i lavori di pubblica utilità che sono stati messi a punto nelle ultime settimane dal Comune di Genova. Verranno finanziati con circa sette milioni di euro della Società per Cornigliano, che l’accordo, con il sigillo della Presidenza del Consiglio, permette di stornare per pagare l’integrazione ai siderurgici impegnati in questi lavori. «Sono progetti molto vari _ spiega l’assessore al personale del comune, Isabella Lanzone _ si va dai parchi ai cimiteri alla manutenzione delle strade, abbiamo chiesto anche l’ausilio di Aster per realizzare progetti che servano davvero a migliorare la vivibilità della città.» I lavoratori Ilva che sceglieranno di aderire dovranno prestare trenta ore di lavoro la settimana e tra cassa integrazione e integrazione potranno arrivare a guadagnare al massimo 2322 euro lordi escluso i contributi, che equivale grosso modo a 16001700 euro netti, pari al valore dei contratti di solidarietà per un sesto livello con cinque giorni di lavoro al mese, circa il 78% dello stipendio.
«Crediamo di aver ottenuto una soluzione onorevole per i lavoratori _ dice Stefano Milone, della Fim _ che assicura una garanzia di occupazione e di reddito in base all’accordo di programma». Quell’accordo di programma che secondo Franco Grondona, Fiom, «qualcuno a Roma voleva dichiarare finito, esaurito». E se così non è stato, se tecnicamente la nuova intesa rappresenta un’integrazione all’accordo del 2005, «è merito  secondo Bruno Manganaro, segretario Fiom _ in primo luogo dei lavoratori che hanno lottato per ottenere questo risultato. E poi il merito va riconosciuto anche al lavoro di mediazione della Regione, ma non certamente al sottosegretario Bellanova, che con una scelta mai vista ha imposto che nell’intesa fosse inserito il riconoscimento al suo lavoro, mentre questo risultato è stato raggiunto nonostante lei».
Proprio questo punto è stato l’ultimo piccolo intoppo ieri pomeriggio in Regione dopo un’ultima giornata di fibrillazione. La bozza di intesa arrivata lunedì dalla presidenza del consiglio aveva dovuto infatti essere emendata a Genova e ieri mattina finalmente è arrivato il via libera alle modifiche richieste, mentre il presidente della Regione Claudio Burlando da Roma e l’assessore al lavoro Enrico Vesco da Genova tenevano le fila della mediazione. A quel punto Burlando ha twittato «l’accordo si può fare», un segnale di ottimismo dopo che in fabbrica si stavano già scaldando i motori della protesta, che sarebbe scattata questa mattina alle sei se tutti i tasselli non si fossero incastrati al posto giusto. Alle quattro del pomeriggio la riunione plenaria al quinto piano della Regione con tutte le parti: Comune, Regione Provincia, Autorità Portuale, sindacati, azienda e davanti quel documento che conteneva tutte le variazioni richieste, in primo luogo la possibilità di utilizzare i fondi della Società per Cornigliano per integrare la cassa integrazione e soprattutto con la previsione di poter impiegare i lavoratori non solo nella bonifica, come aera accaduto in occasione della chiusura dell’area a caldo, nel 2005, ma anche in lavori di pubblica utilità su tutto il territorio comunale, meccanismo che ha permesso al Comune di varare i progetti avviati. E il documento conteneva anche con l’inciso che rimanda al lavoro svolto dal ministero del Lavoro, ma a quel punto i sindacati hanno scelto di passarci sopra e tutti hanno firmato, per trasmettere poi alla presidenza del consiglio il testo definitivo del documento verrà firmato anche da tutti i ministeri interessati e andrà ad attaccarsi all’accordo di programma diventandone parte integrante. «E’ un accordo soddisfacente perché contiene sia gli ammortizzatori sociali che l’integrazione», sottolinea ora Antonio Apa, segretario Uilm. E il sindaco Marco Doria ribadisce l’importanza di un’intesa «che garantisce le tutele sociali per i lavoratori e che con l’impiego dei lavoratori dovrà portare benefici anche alla città. In questo senso il Comune si sé speso con molto impegno per mettere in piedi i progetti, altrettanto impegno ci aspettiamo dai lavoratori che vi aderiranno».
Da stamattina quindi l’illustrazione, poi entro venerdì la raccolta delle adesioni e lo smistamento sui singoli progetti, mentre ai lavoratori in questi due giorni giovedì e venerdì verrà richiesto di utilizzare due giorni di ferie, e da lunedì i siderurgici saranno al lavoro sulla strade, nei parchi, nei cimiteri o nelle biblioteche e nei musei.
I lavori serviranno ad integrare il reddito derivante dagli gli ammortizzatori sociali nei prossimi dodici mesi, ammortizzatori sociali che verranno applicati secondo lo schema già delineato nelle scorse settimane. Fino al 31 dicembre la cassa in deroga è già finanziata e la anticiperà l’azienda, l’impegno a replicare questo meccanismo vale anche dal primo gennaio al 31 maggio 2015, poi dal primo giugno al 10 agosto i lavoratori torneranno in carico all’azienda, a meno che nel frattempo non ci siano state modifiche legislative che permetteranno di ricorrere di nuovo alla cassa in deroga, dall’11 giugno al 30 settembre potranno usufruire della cassa integrazione straordinaria, il tutto sempre con l’integrazione dei lavori di pubblica utilità, per ritornare quindi dal 30 settembre 2015 ai contratti di solidarietà se saranno necessari.
«Nel frattempo evidentemente non tutti i problemi sono risolti _ avverte Manganaro _ è evidente che il futuro dell’Ilva dipenderà dal piano industriale e dagli eventuali acquirenti, ma almeno possiamo guardare a questa partita senza la pistola puntata alla testa». «Naturalmente non è che finisca la vicenda _ conferma Burlando _ ho riproposto con forza  non solo per Ilva  oggi a palazzo Chigi il tema amianto, che è una discriminazione che non possiamo accettare per Genova e per la Liguria, con una ipotesi di soluzione che è simile a quella del 2009. Oggi, oltre al Governo – ha concluso il presidente  ho sentito anche il Commissario perché ora, passata questa fase così complicata, dobbiamo capire a regime di chi sarà l’azienda, che cosa farà, quanta gente occuperà e potremo farlo in una situazione di tranquillità per le famiglie dei lavoratori che avranno gli ammortizzatori sociali e anche la possibilità di integrare il reddito.»

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