giovedì 25 giugno 2015

I "Salvini" nostrani: falsità e razzismo e...bieca stupidità...


Rivolta degli autisti dell’Amat: «Temiamo la scabbia» Protestano i sindacati (fascisti). 

“Apprendiamo notizie attraverso mezzi di comunicazione che per l’ennesima volta alcuni autobus dell’Amat di Taranto con i relativi autisti sono stati messi a disposizione per i profughi al porto di Taranto. E’ anche noto che agli stessi extracomunitari è stata riscontrata la malattia infettiva chiamata Scabbia”. E’ quanto scrivono, rivolgendosi ad Amat, Asl e Prefettura, i sindacati di categoria Faisa Cisal, Ugl Trasporti e Sinai.... Inspiegabilmente notiamo un vero contro senso: la sottrazione di ulteriori bus al servizio della città per far fronte all’emergenza profughi, significherebbe dire, bus ancora in meno.

Libero Sindacato di Polizia: "Se non gli piace il nostro cibo se ne restino nelle case loro..." (l'accoglienza per questi poliziotti forse deve essere quella che si era augurato un poliziotto a Ventimiglia: "che brucino i clandestini") 

il presidente nazionale del Libero Sindacato di Polizia (Li.Si.Po.), Antonio de Lieto. E’ sempre più difficile  assicurare un tetto, pasti regolari e quant’altro, ad una messa di persone, con lingue e religioni diverse, di cui   molti, esigenti  e pronti ad inscenare manifestazioni. C’è da chiedersi: se  non gradiscono il nostro cibo, gli abiti che doniamo, l’accoglienza in genere, perché non sono rimasti a casa loro? L’Italia e gli italiani – ha continuato de Lieto hanno tanti problemi e non sono nelle condizioni di soddisfare le esigenze di questi “ospiti”. Forse – ha concluso de Lieto - è il caso che il Governo, pensi  ai nostri poveri, ai nostri senza casa, ai nostri disoccupati, ai nostri pensionati, se poi è possibile, si aiuti  coloro che hanno  bisogno, a casa loro.
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“L’allarme scabbia non esiste! I migranti arrivano in buona salute… si ammalano in Italia” - dice la Dott.ssa Mirisola

L’infettivologa: “Contagio difficile e la scabbia se ne va via subito”

Domanda: Dottoressa Concetta Mirisola, lei guida l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti. In questi giorni si legge che i profughi stanno portando in Italia malattie dimenticate e che prendersi la scabbia è un lampo.
Risposta: “I migranti che arrivano da noi sono quasi sempre giovani e in buona salute, non portano malattie dalle loro terre e raramente si ammalano durante il viaggio. Si ammalano, più spesso, quando approdano in Italia e iniziano a vivere in povertà. Il migrante sano in povertà diventa un migrante esausto”.

D: Che cos’è la scabbia e come si trasmette?
R: “E’ un acaro che si insedia nella cute, nel pube e che può essere espulso con un trattamento simile a quello antipidocchi: si usa la permetrina. La scabbia non si trasmette con la frequentazione, l’acaro non vola, e nemmeno con una stretta di mano. Serve un contatto prolungato, condividere gli abiti, dormire nello stesso letto; i vestiti si rendono innocui in acqua calda e non è necessario isolare l’ammalato: trattamento per tre giorni e dopo una settimana. L’allarme scabbia non esiste”.

D: All’ex ospedale San Gallicano quanti ne avete trattati?
R: “Nel primo mese 659 visite mediche: 300 per scabbia, 160 pazienti positivi. Non c’è mai stato un contagio tra gli operatori sanitari, nessuna epidemia tra gli italiani”.
La Repubblica
13 giugno 2015

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