lunedì 8 giugno 2015

Il racconto da parte del RLS Slai cobas su quanto è accaduto sabato alla Pasquinelli - La necessità di respingere posizioni aziendaliste presenti anche tra gli operai: svendere la salute è svendere i diritti dei lavoratori anche nella difesa dei posti di lavoro

Sabato mattina durante il secondo turno di lavoro, dalle 12 alle 18 gli operai a lavoro sul nastro di selezione si sono visti arrivare un sacchetto, di quelli contenente cemento in polvere che si trovano in commercio, pieno zeppo di materiale di amianto e nello specifico cocci di tubazioni per le acque reflue che si trovano ancora in alcuni edifici.
A quel punto accertata la grave presenza di amianto sbriciolato abbiamo fermato e lasciato immediatamente la zona contaminata eseguendo tutte le procedure del caso, quindi avvisando i preposti Amiu e la Coop.L'Ancora.

I lavoratori fermato il nastro per amianto e allontanati dalla zona sono stati impiegati in altre mansioni, al di fuori cioè all'esterno del capannone di selezione, finendo così tutto il turno e non rimettendoci in prima persona come si è verificato in passato dove si sono visti togliere giorni di ferie e ore di permesso ingiustamente, perché laddove c'è un errore o una grave incuranza è inammissibile che questa si faccia ricadere sui lavoratori che già ci rimettono con la propria salute. Sì, perché questa dell'amianto sta diventando quasi una normalità...
Ma non per noi!
Gli operai in una breve assemblea hanno deciso che comunque oggi lunedì 8 ci saremmo normalmente recati a lavoro eseguendo i turni; tutto questo mentre l'Amiu e la Coop. L'Ancora fanno botta e risposta con letterine dove ognuno sottolinea gli altrui limiti e responsabilità, scaricando di fatto sui lavoratori, dimenticando che stiamo parlando di persone non cose.

C'è da dire inoltre che la ditta che dovrebbe essere intervenuta per la bonifica fino alle ore 18 di sabato non si è vista come neppure questa mattina lunedì 8 giugno. Perciò è facile presumere che l'amianto lì era e lì è rimasto cioè in bella vista e in mezzo a cumuli di multimateriale e dato che c'era anche materiale sbriciolato. Quindi lascio immaginare come si sia nel frattempo sparso per bene nell'ambiente.
Noi lavoratori slai cobas a tutto questo non ci stiamo e non sarà certo con il ricatto occupazionale che ci intimidiranno. Nessuno pensi che si possano usare le persone come cavie perché voglio ricordare a chi gioca sulla nostra pelle che ci sono lavoratori che si sono punti fino al mese scorso con siringhe infette; per non parlare di tutto il resto di materiale pericoloso che arriva e dobbiamo manipolare.
Perciò si facciano i dovuti passi. L'automazione dell'impianto, l'ammodernamento o, come gira voce ultimamente di cedere da parte dell'amiu la raccolta e selezione della differenziata ad una azienda privata, noi diciamo: ben vengano queste cose ma nessuno tocchi i lavoratori che danno e continuano a dare e a svolgere professionalmente il loro lavoro tra mille difficoltà e non piegando la testa di fronte a nessun ricatto, anzi sollevando di non poco la produzione se proprio vogliamo dirla tutta...
Si pensi piuttosto ad un progetto serio di raccolta differenziata porta a porta per la città istituendo da subito un terzo turno di lavoro perché il carico è abnorme per soli due turni e intanto i silos traboccano di MULTIMATERIALE (e non è ancora partita la raccolta nei quartieri Paolo Sesto-Tamburi...).

D'altra parte però c'è da dire che tutta questa situazione evidenzia ancora di più le posizioni aziendaliste di una parte di operai (naturalmente non lavoratori slai cobas), posizione molto sbagliata che va in netto contrasto con quello che è una linea sindacale di reale difesa dei lavoratori, intrapresa dai lavoratori slai cobas su salute e sicurezza. Questa parte di operai, invece, piegandosi accettano ogni sorta di condizione lavorativa anche pericolosa come lavorare tranquillamente in presenza di amianto. A questo si aggiunge l'azione "persuasiva" che alcuni operai/e tentano di fare nei confronti di altri operai, intimidendoli dicendo che "se si continua a fermare il nastro per l'amianto presto saremo tutti in mezzo ad una strada e voi con contratto a termine sarete i primi". Ebbene, questa è una grande stupidaggine, perché non è rivendicando un sacrosanto diritto alla salute e sicurezza che si può e si deve essere
licenziati, sennò siamo all'inverosimile. In questa maniera si aiuta solo la divisione degli operai, illudendosi si "entrare nelle grazie" del padrone che pensa solo ai suoi interessi.
Naturalmente noi non ci facciamo intimidire e respingiamo ogni tentativo di divisione.

Francesco Balestra
RLS Slai cobas Pasquinelli
Taranto 08/06/2015

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