giovedì 4 giugno 2015

Ogni giorno posti di lavoro a rischio: occorre un fronte comune

Occorre costruire lo sciopero generale a Taranto che faccia diventare il problema del lavoro nella nostra città un problema dirompente in termini di quantità di lavoratori, lavoratrici in piazza e di durezza di lotta contro i padroni, contro il governo, contro le Istituzioni locali vecchie e nuove. 
 
TCT - sembra voglia mettere in liquidità la società di gestione, e in quel caso la concessione verrebbe ritirata e tornerebbe al Governo.
Per gli operai la cassintegrazione, al terzo anno, è scaduta a fine maggio, lasciando in ferie forzate non solo questi lavoratori - 540, ma tutto l’indotto del transhipment.   
Il Governo prima gli ha concesso ancora per un anno la cassintegrazione (come in maniera ultrafacile la sta concedendo alla Cementir) e ora dice che: «Non si possono regalare soldi pubblici» 
Per i lavoratori si prospetta l’ipotesi di essere posti in una breve mobilità di poco più di due mesi. E nel frattempo il governo dovrebbe trovare azionisti che subentrino nella gestione del terminal container di Taranto. «Attendiamo pazientemente le decisioni di Tct, ma se la società continua a pagare i lavoratori - dice il sindaco - vuole dire che anche gli azionisti nutrono ancora la speranza di pervenire ad un piano aziendale». Per il 17 giugno è stato già indetto un nuovo vertice.
Ma siamo alle solite anche da parte del governo, trovare altri padroni. Come se questo ha rivolto mai qualcosa per altre situazioni, vedi Marcegaglia, vedi Miroglio, ecc.






IPERCOOP - Oggi sit in davanti all'ingresso dell'Ipercoop e sciopero per l'intera giornata, contro l'annuncio dei 147 licenziamenti in Puglia e Basilicata, mentre esternalizza alcune lavorazioni. L'azienda risponde ostacolando lo sciopero, modificando gli orari delle turnazioni e facendo opera di ricatto verso i lavoratori perchè firmino una petizione a sostegno della posizione aziendale
 
TELEPERFORMANCE - Ieri presidio sotto la Prefettura. "La prefettura di Taranto si attiva per sensibilizzare Palazzo Chigi". E questo è tutto... La Cgil di Lumino invece si dichiara soddisfatto... per il positivo confronto. L'azienda usa i licenziamenti per ottenere in cambio ancora riduzione di ore dei contratti part time.
La Cgil "esterna la sua preoccupazione "legata anche ad una questione di ordine pubblico che rischia di esplodere da un momento all'altro".

Ma che esplodesse!

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