In un momento in cui la situazione "nell'area adiacente " l'Ilva, Tamburi, cimitero, ecc. non è affatto migliorata; nel momento in cui la NON attuazione dell'Aia e la gestione dell'attività interna alla fabbrica ha prodotto la morte di Alessandro Morricella, i tre commissari dell'Ilva prendono carta e penna e scrivono:
(I pezzi che seguono sono tratti da Taranto Oggi) -"I principali agenti inquinanti dell’aria, in particolare le polveri
sospese (Pm10 e Pm2,5), nell’area adiacente allo stabilimento
siderurgico Ilva di Taranto “hanno avuto nel tempo una progressiva riduzione”,
come indicato dai rilevamenti delle centraline gestite dall’Arpa
Puglia....
Scopo della relazione, scrivono tra l’altro i commissari, è anche quella di “fornire
un’informativa sugli interventi effettuati per la progressiva
attuazione dell’Autorizzazione integrata ambientale relativa allo
stabilimento siderurgico di Taranto (e altri interventi di carattere
organizzativo), nonché fornire una sintetica illustrazione
sull’andamento della gestione”...
Nel testo si legge che negli ultimi cinque anni nell’intero gruppo
Ilva sono gradualmente diminuiti gli indici di infortuni sul lavoro.
L’indice infortuni invalidanti è sceso da 57 del 2010 a 28 quest’anno;
l’indice infortuni indennizzati è passato da 44 nel 2010 all’attuale 24,
mentre l’indice di gravità, che cinque anni fa era 1,4, nell’aprile
2015 è di 0,8.
Dall'ottobre 2012 all'8 giugno 2015, in meno di tre anni, all'Ilva di Taranto sono morti 5 operai! Vi sono state decine di grandi e piccoli infortuni. E i commissari dicono che "gli infortuni sono diminuiti"!!!
"...Nei primi
quattro mesi del 2015 la produzione giornaliera all’Ilva di Taranto è
stata invece di circa 12,4 kt/al giorno, il 27% in meno rispetto alla
media del 2014. Due i motivi individuati: lo spegnimento dell’altoforno 5
(il 12 marzo scorso), in ossequio alle prescrizioni AIA, e “la mancanza di forniture stabili”
causata dal blocco della fabbrica da parte degli autotrasportatori e
dalle loro agitazioni per i crediti risalenti a prima
dell’amministrazione straordinaria.
A livello commerciale, l’evento che ha avuto maggior impatto nei rapporti con la clientela “è
stato il blocco delle portinerie dei principali stabilimenti produttivi
soprattutto nel mese di febbraio. Lo stesso ha determinato la concreta
impossibilità ad onorare gli impegni assunti, con evidenti disagi e
disservizi soprattutto per gli utilizzatori finali (es. auto, eldo,
packaging) che, in alcuni casi, sono stati costretti a ricercare fonti
di approvvigionamento alternative. Nell’immediato tutto ciò ha
determinato una perdita di immagine e fiducia sul mercato che ha
influenzato il carico ordini e imposto azioni straordinarie di recupero.
Mentre dicono chiacchiere sugli infortuni e la sicurezza in fabbrica, poi si concentrano su quello che è il solo loro interesse: i livelli di produzione; e qui invece che una relazione tecnica, di fatto fanno una relazione politica di accuse; qui diventano anche squallidi oltre che bugiardi, cercando di dare la colpa ora alle proteste legittime degli autotrasportatori, ora alle lotte degli operai (troppo poche in verità) per il calo della produzione e la difficoltà sui mercati; quando la responsabilità è solo loro sia per il mancato pagamento dei lavori, sia - e questo ormai lo dicono tutte le fonti economiche - per la scarsità della qualità della produzione dell'acciaio e la concorrenza a livello mondiale.
"...La situazione si sta gradualmente normalizzando, tanto che l’andamento
delle vendite e degli ordinativi è in linea con le aspettative e quindi
l’ammissione della Società alla procedura di amministrazione
straordinaria non ha avuto, sotto questo profilo, un impatto
penalizzante....
Quindi la relazione continua con una fredda contabilità dei numeri di operai messi in solidarietà o in cig, come se dietro questi numeri non ci fossero persone che in questi mesi hanno dovuto prendere, a Taranto, il 60% del salario, come se dietro questi numeri non vi sia il dramma di poter essere un "esubero strutturale", da licenziare; come se fosse una operazione oggettiva e non invece una scelta, alternativa all'impiego di questi operai in CdS in altri reparti e nei lavori di risanamento; come se la riduzione dell'organico non sia una concausa di alcuni infortuni
"...Nel periodo 21 gennaio-30 aprile 2015 l’Ilva ha fatto ricorso
ad ammortizzatori sociali per un totale di 1,7mln circa di ore
(equivalenti a 2.745 persone), più 57mila ore circa (per 89 persone)
nelle società controllate. Ciò per effetto “sia dei lavori di adeguamento alle prescrizioni Aia a Taranto che ad esuberi legati ad andamenti congiunturali e strutturali”.
La forza lavoro è di 14.320 dipendenti diretti, 99 in meno sul 2014
(con un decremento di 42 unità rispetto trimestre precedente), a cui si
aggiungono 35 risorse il cui rapporto è regolato da contratti atipici
(somministrazione e contratti di collaborazione) con una riduzione di 22
unità rispetto al trimestre precedente; le altre società italiane
facenti parte del Gruppo contano 924 dipendenti e 4 risorse il cui
rapporto è regolato da contratti atipici con un saldo negativo pari a 35
unità rispetto al 31 dicembre 2014. Il Gruppo Ilva occupa fuori
dall’Italia 579 dipendenti, in calo rispetto al trimestre precedente
(667). Nel periodo di riferimento è stato utilizzato l’accordo con
Manpower per l’applicazione del contratto di apprendistato in
somministrazione, attualmente nel Gruppo sono stati attivati 15
contratti di apprendistato professionalizzante. Questa forma
contrattuale coniuga le economie del contratto di apprendistato con il
vantaggio di delegare ad un ente specializzato la formazione degli
apprendisti...
"...Ci sono le autorizzazioni, è stato assegnato l’ordine e avviato
l’iter per la pre-caratterizzazione del terreno di scavo per la
copertura del parco minerale dell’Ilva, una delle più importanti
prescrizioni indicate nell’Autorizzazione integrata ambientale. Al
momento impegnati poco più di 100 milioni di euro. Per quanto riguarda
la chiusura dei nastri trasportatori di materiale che emette polveri e
le relative torri di collegamento, nella relazione è scritto che sono
stati coperti 58 chilometri circa di nastri, pari al 48% della lunghezza
totale. È invece in corso “la chiusura di ulteriori 10 torri per traguardare l’obiettivo del 55% entro luglio”.
Fermi al momento per adeguamento all’Aia due altiforni (1 e 5),
ammontano invece a 638 milioni di euro l’importo sostenuto o impegnato
per gli interventi in materia di trattamento delle acque e di gestione
dei rifiuti...".
Un quadro, come si vede, tranquillizzante, operoso, salvo che non viene confermato dagli operai e che una degli interventi principali, la copertura dei parchi minerali, ha ancora tempi lunghissimi.
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