“Il governo non consentirà la chiusura dello stabilimento di
Taranto. Garantirà invece la continuità
produttiva. Non esiste un diritto di recesso, come strumentalmente scritto da Arcelor Mittal oggi“: lo afferma il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al termine del vertice di governo, dopo la decisione di ArcelorMittal di recedere dal contratto di affitto degli stabilimenti dell’ex Ilva. “Ci sono circa 1.300 lavoratori in cassa integrazioni in questo momento e questo dimostra che il governo si è sempre occupato delle questioni del ciclo produttivo e della produzione dello stabilimento. Il governo si farà carico come sempre di questi problemi, ma dobbiamo capire la prospettiva che deve essere il rispetto del piano industriale che prevede una produzione di 6 milioni di tonnellate anno, con una capacità di arrivare ad 8 milioni” ha detto Patuanelli.
“Non esiste la questione della tutela legale come strumento contrattuale – continua Patuanelli -. Il governo non consentirà allo stabilimento di chiudere. Abbiamo affrontato con ArcelorMittal nelle ultime settimane interlocuzioni legate a questioni produttive, legate alla crisi del mercato dell’acciaio. Per questo ci sorprende il tenore della lettera arrivata oggi e per domani abbiamo convocato immediatamente ArcelorMittal insieme al presidente del Consiglio Conte“. “L’eliminazione dello scudo legale è un alibi per ArcelorMittal, una foglio di fico dietro cui nasconde i reali problemi: mi sembra del tutto evidente, anche dai cambi di governance, che evidentemente la governance che aveva seguito l’impianto fino ad adesso non ha funzionato” ha detto ancora Patuanelli.
produttiva. Non esiste un diritto di recesso, come strumentalmente scritto da Arcelor Mittal oggi“: lo afferma il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al termine del vertice di governo, dopo la decisione di ArcelorMittal di recedere dal contratto di affitto degli stabilimenti dell’ex Ilva. “Ci sono circa 1.300 lavoratori in cassa integrazioni in questo momento e questo dimostra che il governo si è sempre occupato delle questioni del ciclo produttivo e della produzione dello stabilimento. Il governo si farà carico come sempre di questi problemi, ma dobbiamo capire la prospettiva che deve essere il rispetto del piano industriale che prevede una produzione di 6 milioni di tonnellate anno, con una capacità di arrivare ad 8 milioni” ha detto Patuanelli.
“Non esiste la questione della tutela legale come strumento contrattuale – continua Patuanelli -. Il governo non consentirà allo stabilimento di chiudere. Abbiamo affrontato con ArcelorMittal nelle ultime settimane interlocuzioni legate a questioni produttive, legate alla crisi del mercato dell’acciaio. Per questo ci sorprende il tenore della lettera arrivata oggi e per domani abbiamo convocato immediatamente ArcelorMittal insieme al presidente del Consiglio Conte“. “L’eliminazione dello scudo legale è un alibi per ArcelorMittal, una foglio di fico dietro cui nasconde i reali problemi: mi sembra del tutto evidente, anche dai cambi di governance, che evidentemente la governance che aveva seguito l’impianto fino ad adesso non ha funzionato” ha detto ancora Patuanelli.
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