E' in corso questa mattina il presidio dei lavoratori Castiglia sotto la Prefettura, mentre sopra si sta svolgendo un Tavolo, con la presenza anche della Task Force regionale.
Oggi, se non c'è una soluzione che garantisca contratto e diritti dei lavoratori tutti, la situazione diventerà grave, perchè da domani 8 ottobre scattano i licenziamenti per 201 lavoratori di Castiglia.
Ieri il Corriere di Taranto ha dato spazio all'esposto presentato dallo Slai cobas per il sindacato di classe.
Indotto ex Ilva, esposto dello Slai cobas sul cambio appalto
Il sindacato di classe denuncia presunte irregolarità nella gestione delle gare
In merito alla vertenza dei lavoratori dell’appalto ArcelorMittal, lo Slai cobas interviene “per
denunciare con tutti i mezzi la politica di netto peggioramento delle
condizioni di lavoro nelle ditte dell’appalto, che sta portando avanti
ArcelorMittal con strapotere, ricatto, e alcune Ditte“, e per annunciare che oltre a partecipare “alle mobilitazioni, in modo critico verso la conduzione dei sindacati confederali e Usb, ha mandato un esposto denuncia ai vari organi di controllo“.
“Noi riteniamo che, a parte il pesante peggioramento delle condizioni contrattuali imposte nei cambi appalto e il rischio che non tutti i lavoratori mantengano il lavoro, la cosa più grave è l’azione padronale di smembramento dei lavoratori in tante ditte – gli operai della Ditta Castiglia più di 200, dovranno essere divisi in ben 6 ditte – sostengono dallo Slai Cobas -. E’ evidente che questo indebolisce la loro forza e la possibilità futura di lotta. Indebolire l’unità e la forza degli operai è un ben preciso piano dei padroni per imporre i loro interessi. Per la classe operaia questo è l’aspetto peggiore; si può anche ottenere qualche risultato ma ci si lega le mani per il dopo“.
Per questo l’organizzazione sindacale Slai cobas per il sindacato di classe, ha scritto un esposto inviandolo alla Direzione ISPETTORATO DEL LAVORO – Taranto, alla Direzione INPS – Taranto, all’att.ne Responsabile Servizio Ispettivo, al Comando GUARDIA DI FINANZA ed alla PROCURA, chiedendo “di intervenire e fare accertamenti su irregolarità e violazioni contrattuali e normative – che brevemente di seguito si segnalano – nel passaggio di Ditta in corso dei lavoratori dell’appalto ArcelorMittal“.
In particolare “si segnala la situazione dei 201 lavoratori della Ditta Castiglia per cui è previsto il passaggio ad altre ditte, Alliance Green Service Italia, Ecologica spa, Evoluzione ecologica, Mad, Ags Italia e Sea. In questo passaggio, che provocherebbe uno smembramento dei lavoratori in più Ditte, le aziende hanno manifestato l’intenzione di voler assumere solo una parte del personale e a condizioni peggiorative. In particolare si segnala e si chiede di intervenire in merito all’imposizione nel passaggio di un cambio contrattuale – da CCNL metalmeccanico a CCNL Multiservizi – che
sarebbe in contrasto con l’attività lavorativa che i lavoratori finora hanno svolto e continuerebbero a svolgere (trasporto e pulizie industriali nell’area dello stabilimento ArcelorMittal)“.
E’ evidente, “a parere della scrivente, che il cambio di contratto risponde unicamente ad una logica di risparmio sul costo del lavoro sia per ArcelorMittal che per le Ditte appaltatrici. Questo non solo danneggia economicamente e normativamente i lavoratori (che verrebbero a perdere circa 300 euro) ma anche l’Inps. Si segnala che vi sono sentenze della magistratura (vedi Tribunale di Torino sentenza 1743/2017) che stabiliscono che il singolo datore di lavoro non può recedere dal CCNL in atto e applicare un altro secondo valutazioni soggettive o di comodo“.
Si segnala, altresì, “che anche i lavoratori già inquadrati nel CCNL Multiservizi, così come altre centinaia di lavoratori dipendenti da altre Ditte dell’appalto ArcelorMittal, sono, a parere della scrivente, erroneamente inquadrati nel CCNL Multiservizi, operando, pur se addetti alle pulizie civili, comunque nell’ambiente siderurgico; con l’assurdo che operai dell’appalto e operai diretti di ArcelorMittal pur svolgendo identica attività di pulizie, pur operando fianco a fianco negli stessi reparti, hanno due contratti diversi, gli uni Multiservizi, i diretti Metalmeccanico“.
“La Ditta Alliance Green Service Italia – dove ArcelorMittal è presente in joint venture – non ha, a parere della scrivente, i requisiti necessari per l’espletamento dell’attività lavorativa – si legge ancora nell’esposto dello Slai Cobas -. Essa risulta operativa solo da giugno del corrente anno, non risulta avere proprio personale formato per l’attività che andrebbe a svolgere nell’appalto siderurgico. Di tanto si chiede un accertamento in particolare alla Guardia di Finanza, sul come ha avuto l’appalto“.
“Le Ditte subentranti, Alliance Green Service Italia, Ecologica spa, Evoluzione ecologica, Mad, Ags Italia e Sea, hanno ottenuto l’appalto con un’offerta al massimo ribasso, di circa il 40%; questo ribasso – che è stato considerato dalla giurisprudenza e dalle norme comunitarie illegittimo – ora lo si vuole scaricare sui lavoratori, attraverso questo cambio di CCNL – prosegue l’esposto -. Questo ribasso e il cambio di CCNL viola inoltre la normativa sugli appalti, richiamata anche dal Consiglio di Stato, che impone di separare nell’offerta economica i costi della manodopera e gli oneri aziendali sulla sicurezza. Di fatto, invece, in questo passaggio introducendo un peggioramento sia delle condizioni retributive che dei diritti e tutele normative, non si salvaguardano questi costi“.
“In generale, – si conclude l’esposto – si chiede, al fine di tutelare i lavoratori in questi passaggi di appalto, che venga inserita nei capitolati una clausola sociale che garantisca il passaggio nella nuova Ditta di tutti i lavoratori occupati nell’appalto precedente, alle stesse condizioni. Questo avviene non solo per i cambi di appalto di lavoratori inquadrati in CCNL che lo prevedono, ma anche negli altri, per esempio nei trasporti. Si chiede ad ognuno degli Enti in indirizzo di essere messa a conoscenza degli esiti degli accertamenti e degli eventuali adempimenti adottati“.
“Noi riteniamo che, a parte il pesante peggioramento delle condizioni contrattuali imposte nei cambi appalto e il rischio che non tutti i lavoratori mantengano il lavoro, la cosa più grave è l’azione padronale di smembramento dei lavoratori in tante ditte – gli operai della Ditta Castiglia più di 200, dovranno essere divisi in ben 6 ditte – sostengono dallo Slai Cobas -. E’ evidente che questo indebolisce la loro forza e la possibilità futura di lotta. Indebolire l’unità e la forza degli operai è un ben preciso piano dei padroni per imporre i loro interessi. Per la classe operaia questo è l’aspetto peggiore; si può anche ottenere qualche risultato ma ci si lega le mani per il dopo“.
Per questo l’organizzazione sindacale Slai cobas per il sindacato di classe, ha scritto un esposto inviandolo alla Direzione ISPETTORATO DEL LAVORO – Taranto, alla Direzione INPS – Taranto, all’att.ne Responsabile Servizio Ispettivo, al Comando GUARDIA DI FINANZA ed alla PROCURA, chiedendo “di intervenire e fare accertamenti su irregolarità e violazioni contrattuali e normative – che brevemente di seguito si segnalano – nel passaggio di Ditta in corso dei lavoratori dell’appalto ArcelorMittal“.
In particolare “si segnala la situazione dei 201 lavoratori della Ditta Castiglia per cui è previsto il passaggio ad altre ditte, Alliance Green Service Italia, Ecologica spa, Evoluzione ecologica, Mad, Ags Italia e Sea. In questo passaggio, che provocherebbe uno smembramento dei lavoratori in più Ditte, le aziende hanno manifestato l’intenzione di voler assumere solo una parte del personale e a condizioni peggiorative. In particolare si segnala e si chiede di intervenire in merito all’imposizione nel passaggio di un cambio contrattuale – da CCNL metalmeccanico a CCNL Multiservizi – che
sarebbe in contrasto con l’attività lavorativa che i lavoratori finora hanno svolto e continuerebbero a svolgere (trasporto e pulizie industriali nell’area dello stabilimento ArcelorMittal)“.
E’ evidente, “a parere della scrivente, che il cambio di contratto risponde unicamente ad una logica di risparmio sul costo del lavoro sia per ArcelorMittal che per le Ditte appaltatrici. Questo non solo danneggia economicamente e normativamente i lavoratori (che verrebbero a perdere circa 300 euro) ma anche l’Inps. Si segnala che vi sono sentenze della magistratura (vedi Tribunale di Torino sentenza 1743/2017) che stabiliscono che il singolo datore di lavoro non può recedere dal CCNL in atto e applicare un altro secondo valutazioni soggettive o di comodo“.
Si segnala, altresì, “che anche i lavoratori già inquadrati nel CCNL Multiservizi, così come altre centinaia di lavoratori dipendenti da altre Ditte dell’appalto ArcelorMittal, sono, a parere della scrivente, erroneamente inquadrati nel CCNL Multiservizi, operando, pur se addetti alle pulizie civili, comunque nell’ambiente siderurgico; con l’assurdo che operai dell’appalto e operai diretti di ArcelorMittal pur svolgendo identica attività di pulizie, pur operando fianco a fianco negli stessi reparti, hanno due contratti diversi, gli uni Multiservizi, i diretti Metalmeccanico“.
“La Ditta Alliance Green Service Italia – dove ArcelorMittal è presente in joint venture – non ha, a parere della scrivente, i requisiti necessari per l’espletamento dell’attività lavorativa – si legge ancora nell’esposto dello Slai Cobas -. Essa risulta operativa solo da giugno del corrente anno, non risulta avere proprio personale formato per l’attività che andrebbe a svolgere nell’appalto siderurgico. Di tanto si chiede un accertamento in particolare alla Guardia di Finanza, sul come ha avuto l’appalto“.
“Le Ditte subentranti, Alliance Green Service Italia, Ecologica spa, Evoluzione ecologica, Mad, Ags Italia e Sea, hanno ottenuto l’appalto con un’offerta al massimo ribasso, di circa il 40%; questo ribasso – che è stato considerato dalla giurisprudenza e dalle norme comunitarie illegittimo – ora lo si vuole scaricare sui lavoratori, attraverso questo cambio di CCNL – prosegue l’esposto -. Questo ribasso e il cambio di CCNL viola inoltre la normativa sugli appalti, richiamata anche dal Consiglio di Stato, che impone di separare nell’offerta economica i costi della manodopera e gli oneri aziendali sulla sicurezza. Di fatto, invece, in questo passaggio introducendo un peggioramento sia delle condizioni retributive che dei diritti e tutele normative, non si salvaguardano questi costi“.
“In generale, – si conclude l’esposto – si chiede, al fine di tutelare i lavoratori in questi passaggi di appalto, che venga inserita nei capitolati una clausola sociale che garantisca il passaggio nella nuova Ditta di tutti i lavoratori occupati nell’appalto precedente, alle stesse condizioni. Questo avviene non solo per i cambi di appalto di lavoratori inquadrati in CCNL che lo prevedono, ma anche negli altri, per esempio nei trasporti. Si chiede ad ognuno degli Enti in indirizzo di essere messa a conoscenza degli esiti degli accertamenti e degli eventuali adempimenti adottati“.
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