Landini: “Rimettere lo scudo”
Matteo Salvini si dice pronto a votare un “provvedimento utile .. per affermare 'prima di tutti... i padroni indiani'
ArcelorMittal vuole contrattare un nuovo accordo che preveda meno occupati (attuale sono 10.700, 1.260 dei quali in cassa integrazione ordinaria) e un canone di affitto più leggero.
L’azienda dell’acciaieria di Taranto accelera: carte al tribunale per chiedere se può recedere dal contratto. Il premier: “Saremo inflessibili, rispettino gli impegni”. Ma il Pd è in pressing. Marcucci chiede al capo del governo di riferire in Aula. Zingaretti: “La società non trovi alibi sul piano ambientale, ma non scaricare sui lavoratori”. La miccia è accesa e il conto alla rovescia è iniziato. Dopo l’annuncio di ArcelorMittal di voler riconsegnare allo Stato le chiavi degli stabilimenti dell’Ilva, dove la multinazionale è in affitto, e quindi non finalizzare la vendita, il governo è alla ricerca di una soluzione per evitare di ritrovarsi per le mani la gestione delle acciaierie. Intanto il colosso della siderurgia ha già consegnato al Tribunale di Milano la richiesta di accertamento delle ragioni del recesso. “Una citazione lunga 37 pagine, con 37 allegati e firmata da 7 avvocati.
Pd e Italia Viva pronti a nuovi emendamenti e Andrea Marcucci che chiede a Giuseppe Conte di
riferire in Aula – e la protesta dei sindacati che vanno verso una “mobilitazione” a Taranto, dove in mattinata si è riunito il consiglio di fabbrica che nel pomeriggio incontrerà anche l’amministratore delegato Lucia Morselli. Ma alle spalle delle ragioni più argomentate dalla multinazionale, resta la crisi del mercato dell’acciaio che provoca 2 milioni di euro di perdite al mese nello stabilimento di Taranto. Tra impianti vecchi, prescrizioni e calo della domanda, ArcelorMittal è in rosso e l’annuncio del disimpegno viene letto da molti come una mossa violenta per cercare di costringere il governo a contrattare un nuovo accordo che preveda meno occupati (attuale sono 10.700, 1.260 dei quali in cassa integrazione ordinaria) e un canone di affitto più leggero.I tempi, in ogni caso, sono stretti: l’azienda ha chiesto ai commissari di riprendere in mano la gestione delle acciaierie entro fine novembre appellandosi all’impossibilità di portare avanti il piano industriale e ambientale. E ha già messo nero su bianco la volontà di aprire un contenzioso nel caso in cui l’amministrazione straordinaria dovesse rigettare al mittente il recesso. Ipotesi che al momento sembra la più probabile. ..il Pd con il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, hanno annunciato che sono pronti due emendamenti – uno per ogni forza politica – per il ritorno dello scudo penale. “Prima vengono i lavoratori”, ha chiarito l’esponente dem. E Matteo Salvini si dice pronto a votare un “provvedimento utile per salvare i posti di lavoro”
13.15 – Domani presidio degli operai a Taranto
È appena terminata la riunione del Consiglio di Fabbrica convocato ieri d’urgenza da Fim Cisl- Fiom Cgil e Uilm Uil di Taranto per decidere le possibili mobilitazioni a seguito dell’annuncio di Arcelor Mittal di recedere dal contratto di affitto dello stabilimento siderurgico ex Ilva del capoluogo jonico. Considerato che ci sono appuntamenti importanti convocati nelle prossime ore e questioni aperte (nel pomeriggio previsto un incontro azienda-sindacati e domani l’incontro a Roma con il presidente del consiglio Giuseppe Conte), i sindacati hanno deciso che il consiglio di fabbrica rimane riunito in modo permanente mentre domattina ci sarà un presidio dei lavoratori vicino alla direzione aziendale. “Ovviamente se dovessero arrivare aggiornamenti nella giornata di oggi o di domani non si escludono ulteriori iniziative”, spiega all’Adnkronos Biagio Prisciano, segretario aggiunto della Fim Cisl.
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