giovedì 28 febbraio 2013

la cronaca sull'ilva della gazzetta del mezzogiorno Taranto, tragedia all'Ilva crollano passerelle un morto ed un ferito


 
TARANTO – Un operaio è morto e un altro è rimasto ferito questa notte in un incidente all’Ilva di Taranto. Il grave incidente avvenuto circa alle 4 e trenta per il crollo di alcune passerelle di sicurezza alla batteria 9 delle cokerie. L'operaio morto si chiamava Ciro Moccia, aveva 42 anni ed era un dipendente dell’Ilva. Il lavoratore rimasto ferito si chiama Antonio Liti, ed è un dipendente della ditta Mir. A quanto si è saputo per ora, sono caduti, mentre erano insieme al lavoro sul piano di carico della batteria n.9 delle cokerie. I due operai erano stati chiamati per un pronto intervento alla colata. Le condizioni di Liti sono gravi.

IL SIDERURGICO SOSPENDE TUTTE LE ATTIVITA'«Con profondo dolore Ilva comunica che questa mattina alle 4.40 si è verificato un incidente nello stabilimento che ha coinvolto due lavoratori«. Lo comunica l’Ilva in una nota. «Ciro Moccia operaio della manutenzione di 42 anni è morto - prosegue l’azienda - Antonio Liddi lavoratore di 46 anni della ditta esterna Mr è ricoverato presso l’ospedale Ss Annunziata di Taranto in condizioni che sono in corso di valutazione. I familiari sono stati informati. L'incidente è avvenuto nell’area cokerie durante una operazione di intervento di manutenzione alla batteria 9, una delle batterie ferme perchè in rifacimento - continua la nota - La dinamica è in corso di accertamento, l’autorità giudiziaria è sul posto. Il Presidente ed il Direttore di Stabilimento esprimono la loro vicinanza ai parenti e in segno di cordoglio sono state sospese tutte le attività di Stabilimento».

FIM CISL PROCLAMA 24 ORE DI SCIOPEROUno sciopero, proclamato poco fa dalla Fim Cisl, sta per iniziare nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto dopo la morte di Ciro Moccia, 42 anni, di San Marzano di San Giuseppe, avvenuta questa notte intorno alle 5 nel settore della batteria 9. Un altro operaio Antonio Liti della ditta Mir, è ferito in modo grave. «Dopo alcuni anni in cui non si verificavano incidenti mortali, 3 morti nel giro di pochi mesi sono fatti gravi e inaccettabili», dichiara il segretario nazionale della Fim Marco Bentivogli. La Fim Cisl chiede che «si accertino subito le responsabilità di quanto accaduto, il lavoro deve essere salubre e sicuro». Lo sciopero è stato proposto anche alla Uilm Uil e alla Fiom Cgil.

SLAI COBAS TARANTO ADERISCONO A SCIOPEROUno «sciopero immediato di 24 ore»: lo proclama lo Slai Cobas di Taranto e lo chiede alle altre organizzazioni sindacali per la morte di Ciro Moccia e il ferimento di Antonio Liddi, mentre erano impegnati in un lavoro di manutenzione nella batteria 9 delle cokerie dell’Ilva. «In questa fabbrica – affermano i Cobas di Taranto – la morte non si ferma mai, 3 operai morti nel breve arco di pochi mesi. Lo slai cobas per il sindacato di classe Ilva Taranto si unisce al dolore della famiglia e dei compagni di lavoro».

UILM: BASTA CON QUESTE TRAGEDIE«Un incidente inconcepibile. E’ inaccettabile che i lavoratori rischino la vita nella prestazione della loro opera in un azienda in funzione; è ancor più assurdo che la perdano nel settore di una fabbrica che è fermo». Lo afferma Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm e responsabile del settore siderurgico commenta il tragico incidente mortale avvenuto questa mattina nell’area delle cokerie dell’Ilva di Taranto.
«Siamo vicini alla famiglia di Ciro Moccia - continua Ghini - per la scomparsa del congiunto e seguiamo l’evolversi della prognosi di Antonio Liddi che per pura fortuna si è salvato cadendo dall’impalcatura che sosteneva entrambi. Il primo era un dipendente dell’azienda siderurgica, il secondo è dipendente di una ditta esterna - conclude - siamo stanchi di sottolineare ogni volta che si verificano queste sciagurate circostanze che ci vuole attenzione a prevenzione e sicurezza. Aggiungiamo che bisogna essere anche severissimi anche nella gestione degli appalti esterni».

E' IN INFERMERIA IL CORPO DELLA VITTIMAE' nell’infermeria dello stabilimento Ilva di Taranto il corpo di Ciro Moccia, l’operaio di 43 anni morto stamani nel siderurgico di Taranto. La direzione ha ricevuto poco fa i parenti della vittima, con i quali è ancora in corso un colloquio: tra loro, la moglie, le due figlie e l’anziana mamma di Ciro Moccia che, appena giunta, è stata colta da malore ed è stata soccorsa da operatori del servizio di emergenza sanitaria 118 che sono nella fabbrica. Costernazione e dolore tra i colleghi di Ciro Moccia che lo descrivono come «una persona molto esperta, un uomo che sapeva di sicurezza».

Nello stabilimento sono tuttora in corso gli accertamenti per stabilire le modalità dell’incidente: sono al lavoro gli esperti dell’ispettorato del lavoro e il procuratore di Taranto, Franco Sebastio.

IL DIRETTORE DELLO STABILIMENTO: UN OPERAIO MODELLO«E' stato un incidente drammatico, è un evento che ci ha coinvolto tutti, molto doloroso. Ciro Moccia è stato un lavoratore modello, era con noi sin dal 2002 e era un lavoratore molto preparato e disponibile». Lo sottolinea Antonio Lupoli, direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, commentando l’infortunio mortale avvenuto la notte scorsa nello stabilimento.
«Lui – aggiunge Lupoli – era impegnato nella manutenzione meccanica delle cokerie e svolgeva un incarico molto importante che richiede impegno e tanta capacità. Nel merito dell’incidente, l’autorità giudiziaria sta facendo tutti gli accertamenti del caso e ne chiarirà la dinamica. Su questo aspetto non possiamo e non vogliamo dire nulla». Lupoli esprime il «cordoglio e la vicinanza» dell’azienda alla famiglia di Ciro Moccia e auspica «una veloce guarigione» per Antonio Liddi, l’altro operaio coinvolto nell’incidente.

IL PROCURATORE SEBASTIO IN FABBRICAUn fascicolo di inchiesta è stato aperto dalla Procura di Taranto sull'incidente avvenuto stamani nello stabilimento Ilva. «Le indagini – ha detto all’ANSA il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, che stamani si è recato in fabbrica – sono in corso e le modalità di accertamento dell’accaduto sono in fase avanzata. Abbiamo un testimone importante che è ricoverato in ospedale e che sentiremo quanto prima se i medici ce lo consentiranno».

«Sono in corso – ha aggiunto Sebastio – verifiche tecniche sul posto e sarà fatta una accurata ricostruzione di quanto accaduto e poi trarremo le conclusioni». Sebastio non ha voluto commentare l’ennesimo episodio che coinvolge l’Ilva, azienda sulla quale sono in corso indagini per disastro ambientale che coinvolgono anche i vertici aziendali. «Noi – ha detto Sebastio – facciamo e lavoriamo, non commentiamo». Moccia – si è appreso – era nato a Portici (Napoli) e risiedeva a San Marzano di San Giuseppe (Taranto) con la famiglia – moglie e due figlie – da quando era stato assunto all’Ilva una decina di anni fa.


La testimonianza: non c'erano le condizioni di sicurezza
TARANTO – «Siamo andati sul posto e secondo noi non c'erano assolutamente condizioni di sicurezza: le lamiere dalle quali sono precipitati i due operai erano poggiate su un piano di calpestio, messe lì per evitare la caduta di materiale che poteva danneggiare le persone che lavoravano giù, sotto le lamiere c'era un vuoto di dieci metri». Lo afferma un operaio dell’Ilva di Taranto, Gaetano Cerfeda, della Rs Fiom, a proposito dell’incidente nello stabilimento siderurgico di Taranto dove un lavoratore è morto e un altro è rimasto ferito. I due operai, a quanto pare, stavano attraversando passerelle in lamiera.

«Hanno attraversato queste lamiere - racconta Cerfeda – e giù c'era il vuoto: non so cosa sia accaduto, è strano che abbiano attraversato, credo che nessuno avrebbe attraversato quelle lamiere, ed è strano che lo abbia fatto proprio la vittima, un uomo di 130-140 chili, che aveva esperienza, che lavorava in questa azienda da tanti anni».

LA DENUNCIA FIOM: LE LAMIERE NON ERANO ANCORATE«Non erano ancorate» le passerelle in lamiera dalla quale sono precipitati gli operai dell’Ilva nell’incidente costato la vita a un operaio: lo denuncia Donato Stefanelli, segretario della Fiom di Taranto, che si trova nel siderurgico dove sta incontrando alcuni lavoratori. «I lavori in corso – racconta – erano di risanamento ed erano affidati alla azienda Mr con i suoi addetti. Pare che Ciro Moccia stesse lì per eseguire una operazione di saldatura non inerente quei lavori. Era li, a quanto sembra, per ripristinare un pezzo del binario del macchinario che carica le batterie».
«Il piano di calpestio – aggiunge Stefanelli – era stato messo lì a protezione dei lavoratori addetti allo smantellamento del forno. Non si sa per quale ragione entrambi gli operi sono saliti sul piano di calpestio di lamiere precarie, lamiere che non erano ancorate e che hanno ceduto facendo precipitare i due lavoratori».

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