Tutti i giornali in questi ultimi giorni hanno scritto sull'ingresso di soci all'Ilva. Ferrante l'ha pure dichiarato pubblicamente che nella ricapitalizzazione è previsto questo ingresso di nuovi soci. Le notizie della stampa, soprattutto quella più padronale, come Il Sole 24 ore, e quindi più a conoscenza di quello che succede in casa propria, forniscono già dei nomi di questi soci, i più quotati sarebbero la Tata steel o la Essar steel dell'India e di Rocca padrone della Dalmine di Bergamo.
Ma i sindacati confederali, con tutti i "guanti gialli" possibili, hanno chiesto nell'incontro del 1° febbraio se 'per favore' l'Ilva gli comunicasse almeno qualcosa su questa situazione. Ricevendo picche.
Da Il Sole 24ore del 2 febbraio: "Dalla delegazione aziendale non è venuta fuori nessuna indicazione. "Ci hanno detto che l'Ilva ha le porte aperte a nuovi ingressi" commentano i sindacalisti. E in una nota Fim, Fiom e Uilm puntualizzano di aver "preso atto della dichiarazione aziendale relativa al percorso di ricapitalizzazione dell'Ilva che, ove vedesse entrare negli assetti societari nuovi partners industriali, significherebbe l'arrivo di nuovi capitali e l'avvio di una nuova fase in cui gli assetti proprietari non sarebbero più esclusiva della famiglia Riva". (e questo lo ha già detto Ferrante - ndr). Perciò - sottolineano i sindacati - "a fronte degli esiti incerti di tale percorso, riteniamo che l'intervento dello Stato sia più che mai attuale, quale garanzia per la realizzazione dell'Aia e del risanamento ambientale, nonchè della salvaguardia occupazionale per tutti i lavoratori". Ma è anche lo Stato, dei padroni, che è favorevole all'ingresso di altri padroni nell'Ilva. Quindi a chi si chiede "garanzia"?.
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