All'Ilva, davanti alla portineria A e D c'è una brutta immagine da tanti giorni.
Bandiere dell'Usb abbandonate, alcune buttate per terra, alla port.A uno striscione, sempre messo nei giorni scorsi dal Usb, abbandonato - all'usura del tempo e di eventuali intemperie.
Noi non siamo del Usb e potremmo disinteressarcene.
Ma ci fa specie un tale andazzo.
Anche dopo il presidio lungo e importante degli operai del Mof, gli striscioni che avevano caratterizzato questa lotta, e soprattutto lo striscione che ricordava Claudio che era stato portato dagli operai anche al suo funerale, per giorni rimasero a terra, abbandonati. Tanto che ad un certo punto, quello "Ciao Claudio", lo abbiamo recuperato noi e conservato.
Ora, prima e dopo il presidio dei cassintegrati alla port. A, è avvenuta la stessa cosa.
Le bandiere, gli striscioni testimoniano una identità di lotta dei lavoratori. Chi non ha rispetto per questo, non ha rispetto per la lotta.
Nello stesso tempo, da parte del Usb, questa delle bandiere messe e abbandonate è frutto di una logica e di una politica sindacale che punta in questo modo a far vedere una presenza anche dove non c'è - vedi alla port. D; a sostituire l'apparenza di una sigla alla presenza concreta.
Per i lavoratori, almeno per quelli dello slai cobas, ogni bandiera è preziosa, ogni bandiera vuol dire anche soldi che ci hanno messo i lavoratori, l'organizzazione di base sindacale dei lavoratori.
Il disprezzo per questo fa anche un sindacato di base simile all'andazzo dei confederali che buttano anche migliaia di volantini, bandiere, tanto, loro, hanno molti soldi (dati dai lavoratori, però!). Anche l'Usb sembra che ragioni con la stessa logica, che non è proletaria: posso mettere i soldi... quindi, una bandiera, uno striscione che poi viene buttato non è un problema (Francesco Rizzo a proposito della proposta fatta nei giorni scorsi di andare a Roma, disse tranquillamente che l'Usb poteva pagare i bus, anche mettendoci 30mila euro... Buon per loro!) Ma alla fine questo diventa un elemento di corruzione, in cui sono i soldi che decidono le iniziative di lotta, e non viceversa.
Calderita
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