mercoledì 30 aprile 2014

Ilva - riparte il ricatto degli stipendi e del fermo dell'impianto per spillare soldi allo Stato, mentre Riva continua a godersi i suoi. Piano industriale e piano ambientale un bluff coperto dai sindacati confederali

 Talò UILM e Panarelli FIM sono l'ufficio stampa dell'azienda


TARANTO - Ho sentito il capo del Personale Enrico Martino e mi ha assicurato che non ci saranno ritardi nel pagamento degli stipendi ai lavoratori dell'Ilva». Lo dice all'Ansa Antonio Talò, segretario provinciale della Uilm di Taranto, intervenendo sulle voci circolate nello stabilimento circa un possibile ritardo nella corresponsione delle retribuzioni ai dipendenti del Siderurgico, che avviene il giorno 12 di ogni mese.

«Che l'azienda non navighi in acque tranquille - aggiunge Talò - è una cosa risaputa. Ma da qui a dire che siano in pericolo gli stipendi è sbagliato, anzi è privo di fondamento». Il dirigente dell'Ilva Martino ha sottolineato al sindacalista che l'azienda «sta cercando di recuperare - spiega il segretario della Uilm - trend produttivo e affidabilità. Domani pomeriggio avremo un incontro per discutere della vertenza dei lavoratori della vigilanza e di altre questioni. Non c'è proprio bisogno di creare allarmismi».

Intanto il vertice a Palazzo Chigi sull'Ilva si è concluso poco dopo le 18. Vi hanno partecipato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, il commissario Enrico Bondi e le rappresentanze del Ministero dell'Ambiente e della gestione commissariale. È quanto scritto in una nota. L'incontro ha permesso di analizzare la situazione aziendale, approfondendo le problematiche aperte. Un nuovo incontro con ulteriori aggiornamenti si terrà la prossima settimana.

La Corte dei Conti dovrebbe dare il via libera al Piano ambientale entro il 2 maggio. Lo ha detto il subcommissario all'Ilva Edo Ronchi, lasciando Palazzo Chigi dopo la riunione. Il Piano ambientale era stato approvato con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri oltre un mese fa.

Ieri l'intervento sul caso stipendi del segretario Fim Mimmo Panarelli: «Il mese scorso sono stati pagati con enormi sacrifici. Questo mese potrebbero essere a rischio». Di qualche giorno, forse di più. Così come già sta avvenendo con il pagamento delle ditte dell’appalto siderurgico che vanno avanti nonostante ritardi che si aggirano sui due o tre mesi, anche per i lavoratori diretti dell’Ilva ci potrebbero essere ripercussioni dovute alle scarse risorse in cassa.

L’allarme liquidità è sempre più presente e gli operai non nascondono la preoccupazione per un eventuale slittamento delle retribuzioni che vengono erogate il 12 di ogni mese. E potrebbe riguardare anche questi aspetti l’incontro che l’azienda ha chiesto alle organizzazioni sindacali. Ieri, infatti, le sigle dei metalmeccanici sono state contattate dai vertici del colosso siderurgico. Per un confronto, un aggiornamento sulla situazione che si sarebbe dovuto tenere già oggi pomeriggio ma che alla fine è slittato a domani.

Abitualmente la direzione dell’Ilva fissa questo genere di riunioni quando ci sono comunicazioni importanti, come ha fatto in queste settimane per le fermate straordinarie di reparti dovute a cali di produzione. «Di solito non sono buone notizie. E i timori che abbiamo sono forti anche in questo caso. Siamo molto preoccupati», continua Panarelli, segretario provinciale di Taranto e Brindisi dei metalmeccanici della Fim Cisl. 

Incontro tra Governo e commissari dell'Ilva servono 4,3 miliardi

ROMA – Una riunione interlocutoria per fare un’analisi della situazione e per “approfondire” alcuni nodi che, di fatto, bloccano il processo di riqualificazione ambientale dell’Ilva di Taranto. All’incontro a Palazzo Chigi, presieduto da Graziano Delrio, c'erano il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, il commissario Enrico Bondi e il subcommissario Edo Ronchi.

Sul tavolo lo stato dell’arte del grande siderurgico tarantino: a cominciare dal Piano ambientale, ancora all’esame della Corte dei conti, per arrivare al reperimento delle risorse per l’adeguamento tecnologico degli impianti, fino al nuovo Piano industriale.

E proprio il Piano industriale, che sembrerebbe essere già pronto, potrebbe aver subito un ampliamento: sia nell’orizzonte temporale, spostando la linea in avanti dal 2016 al 2020, che in quello economico, dai 3 miliardi previsti avrebbe sfondato la soglia dei 4 miliardi (si parla di 4,3 miliardi), in cui sarebbero stati inclusi anche circa 700 milioni per la sicurezza.

Il Piano industriale in realtà è fermo; infatti in base alla legge deve esser presentato entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Piano ambientale, a sua volta in attesa del via libera definitivo da parte della Corte dei Conti. Ora, a distanza di oltre un mese dalla sua approvazione con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri – rileva Ronchi – dovrebbe ricevere il via libera entro il 2 maggio. Un Piano, quello ambientale, che riunisce le prescrizioni che l'azienda deve rispettare in un arco di 36 mesi con effetti sul fronte dell’inquinamento e su quello sanitario.

Ma, al centro della riunione con il governo, ci sono state soprattutto le “problematiche aperte” per l’azienda, anche perchè un “nuovo incontro – spiegano – con ulteriori aggiornamenti” è previsto per la prossima settimana.

Tra le altre cose, un punto fondamentale cui si dovrebbe far fronte riguarda il reperimento delle risorse per finanziare la riqualificazione ambientale degli impianti e dare applicazione alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Tra le ipotesi al vaglio – che peraltro sono previste dal decreto sulle emergenze ambientali ed industriali (il cosidetto 'Terra dei fuochì) – ci sono l’aumento di capitale, oltre che il possibile intervento della Cassa depositi e prestiti. 

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