sabato 5 aprile 2014

Grande lotta a Trezzo dei facchini dello Slai cobas per il sindacato di classe attaccata da padroni, crumiri e mazzieri... massima solidarietà dallo slai cobas per il sindacato di classe di Taranto

Il compagno Sebastiano Lamera operaio della Dalmine di Bergamo è stato varie volte a Taranto per sostenere la lotta degli operai dell'Ilva e della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro

INVIAMO MESSAGGI DI SOLIDARIETA', SCRIVENDO A: sindacatodiclasse@gmail.com

L'AGGRESSIONE A TREZZO: DAL RACCONTO DEL COORDINATORE SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE Sebastiano Lamera

Questa mattina, dopo la nottata davanti ai cancelli di Trezzo, abbiamo fatto entrare i lavoratori. Ma neanche dopo 20 minuti sono usciti da dentro circa 150 tra autisti, capi, capetti di cooperative e alcuni lavoratori che sembravano tutti italiani. Noi eravamo in quel momento circa 70.
Già ieri sera erano cominciate delle provocazioni da parte di capi e capetti, ma questa mattina vi è stata una pesantissima aggressione, da loro studiata e preparata.
Questo grossa squadraccia si è lanciata verso di noi, con bastoni, spranghe e altri oggetti, qualche nostro lavoratore ha anche visto delle pistole. I nostri lavoratori hanno cercato di rispondere, di togliere le mazze dalle loro mani. Siamo poi riusciti a arrivare sulla strada, evitando che ci incastrassero nell'area dei cancelli, mentre questi mazzieri venivano avanti contro di noi anche con i camion. 7 nostri lavoratori sono andati al pronto soccorso con varie ferite, sia alle mani, braccia, sia al collo, spalle, ecc.
Come ho detto vi erano anche lavoratori tra questi mazzieri fascisti, ma abbiamo saputo che una parte di loro era stata minacciata: se non andavano venivano licenziati. 
Alcuni di quelli che guidavano questo mega gruppo avevano il volto coperto da sciarpe. 
Vi sono state minacce personali anche verso di me e direttamente verso il nostro sindacato slai cobas; io ho trovato la mia macchina sfregiata, con un cacciavite avevano inciso "merda".
Si è trattato di un'aggressione preparata, fatta con metodi proprio fascisti, di mazzieri padronali. 
I Carabinieri che sono stati presenti per tutto il tempo dell'aggressione sono rimasti tranquillamente ad osservare da lontano. E altri loro tre uomini in borghese non si sono neanche avvicinati. Dopo è comparsa anche la questura che però quasi voleva identificare noi. 
Chiaramente nessun segnale da parte della Prefettura...
Non avevamo messo in conto che sarebbero arrivati a questo, altrimenti... 
Alle 8 siamo riusciti a fare un'assemblea per decidere il prosieguo della nostra mobilitazione. 
Abbiamo deciso di dare una risposta forte, costruendo uno sciopero di tutto il settore e una manifestazione nazionale, perchè se perde una parte degli operai della Logistica perdono tutti. 
Il nostro obiettivo ora è riuscire a rispondere a questa aggressione in maniera massiccia. Ora dobbiamo allargare le nostre forze
Oggi alle 15 nell'assemblea già programmata ai cancelli della Coopital Italtrans, con lavoratori sempre della logistica, cercheremo di cominciare a costruire l'unità tra tutti gli operai della logistica per realizzare questo sciopero generale del settore nei prossimi giorni, chiamando anche altre forze solidali.
Poi alle 17 andremo alle redazioni dei giornali di Bergamo e al Corriere della Sera per dire come sono andati realmente i fatti di questa mattina. 
Altri operai di un'altra ditta della logistica erano venuti ieri e avevamo già deciso di fare un'assemblea martedì prossimo. Domani andremo a Brignano dove stanno gli operai che con lo slai cobas per il sindacato di classe di Bergamo iniziarono in questa zona la lotta della logistica. 

pc 4 aprile - la lotta a Trezzo dalla stampa

"Protestano i facchini, tafferugli con i camionisti alla Ldd-Lombardini"



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